Banca d’Italia costretta a ascoltare gli indignados

Ore 12.00 Milano, Via Cordusio, 5 sede di Banca d’Italia Milano.

Affollata la conferenza stampa indetta dagli indignados milanesi che di fronte a giornalisti e telecamere hanno prima spiegato l’inevitabilità della loro presenza davanti alla filiale milanese della banca centrale nazionale e della loro partecipazione alla manifestazione globale contro l’austerity di sabato 15 ottobre a Roma e poi hanno pubblicamente letto una missiva (in allegato) firmata da Ulisse e Natalia. Ulisse e Natalia non sono presidenti di banche, né capitani d’industria, né broker finanziari, né titolari di agenzie di rating, tantomeno capi di governo o ministri delle finanze. Sono due persone che lottano tra un contratto precario e l’altro e che pretendono risposte reali alla condizione in cui versa la stragrande maggioranza degli italiani. Alla pubblicazione della lettera di Trichet a entrambi è venuto uno strano prurito ai polpastrelli e non hanno resistito: anche loro hanno scritto le loro belle richieste anzi le loro pretese!

I due baldi rappresentanti della precarietà italiana sospinti dall’indignazione hanno obbligato il Vice Direttore della Sede di Banca d’Italia Milano, il Dr. Giovanni Mario Alfieri, a riceverli e gli hanno consegnato le loro pretese destinate a Mario Draghi. Se ne sono andati con la promessa che la lettera verrà recapitata alla sede romana, non prima di aver specificato che essendo pretese, e non richieste, se non dovessero essere esaudite verranno a chiedere il conto e magari neanche troppo educatamente. Perché si è stati buoni, ma mai stupidi. E ora non si è neanche più buoni.

Il 15 ottobre è una scadenza globale, internazionale e sarà solo un inizio di altre mobilitazioni. Oltre l’indignazione per chiedere il ritiro delle finanziarie lacrime e sangue, la creazione di un coordinamento europeo per rinegoziazione del debito. Serve urgentemente un nuovo welfare, nuovi diritti, accesso ai beni comuni e stop alla politica delle privatizzazioni. E’ osceno che chi ha generato questa crisi pretenda di dettare e imporre le ricette per superarla.

Non ci rappresenta nessuno e il nostro è un arrivederci.

Ricordiamo inoltre che gli indignados italiani si sono presentati anche alle sedi bolognese e romana della Banca d’Italia e esprimiamo la nostra piena solidarietà agli indignados bolognesi colpiti dalle manganellate della stato italiano.

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