Finalmente sciopero!

Oggi primo marzo lo sciopero del lavoro migrante finalmente c’è! Oggi primo marzo è in corso lo sciopero di italiani e migranti contro lo sfruttamento del lavoro migrante. Oggi c’è lo sciopero! L’impossibile sciopero… Infinite parole sono state spese per dire che di sciopero del lavoro migrante non si deve parlare, che è destinato a fallire, che bisogna aspettare, che divide migranti e italiani, che non c’è la libertà di sciopero, ma il diritto di proclamazione dello sciopero, che solo alcuni hanno…

Nonostante tutte queste chiacchiere il 1° marzo lo sciopero c’è.
Siamo stati testardi a lavorarci in questi mesi; sono stati più testardi di noi quei lavoratori e quei delegati sindacali che hanno preso l’iniziativa e, partendo dai loro luoghi lavoro, hanno fatto in modo che lo sciopero sia diventato realtà. Non hanno aspettato una proclamazione dall’alto, né che l’opinione pubblica capisse quanto è importante il loro apporto alla vita economica del paese, perché lo sanno già. Non hanno chiesto il permesso. Da quanto sappiamo, fino a ora, oggi primo marzo 2010, l’impossibile sciopero ha coinvolto oltre 50 aziende a Brescia, 4 a Bologna, 10 a Reggio Emilia, 7 a Parma, 3 a Suzzara nel basso mantonvano. Si tratta di fabbriche metalmeccaniche, cantieri edili, cooperative di servizi.

Non ci sono solo numeri importanti, ma anche presenze rilevanti. Nei prossimi giorni aggiorneremo questo elenco, perché giungono notizie di fermate spontanee e di altri scioperi. Sarà necessario di analizzare con attenzione la composizione di questo sciopero, rendendo pubblici i nomi di tutte le aziende coinvolte. E non possiamo dimenticare le centinaia di migranti che individualmente stanno godendo della loro libertà di sciopero, anche se la loro Rsu non c’è o non ha dichiarato lo sciopero.

Sbaglia chi giudica questa giornata come se fosse una qualsiasi giornata di sciopero. Va invece detto subito che, nonostante siano precari e ricattabili e sempre a rischio di espulsione, i migranti hanno scioperato contro la condizione in cui li vuole mantenere la legge Bossi-Fini. Va ancora detto che, a Bologna come a Parma, ci sono fabbriche che hanno dichiarato lo sciopero nonostante gli operai siano nella stragrande maggioranza italiani. Va infine detto che oggi non è stato un esperimento in laboratorio, ma che in un ampio territorio è diventato realtà lo sciopero contro la legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, il razzismo istituzionale, per i diritti e la libertà dei migranti. Ciò che va detto è che la condizione differente dei migranti oggi pesa un po’ meno a tutti noi, perché questo è uno sciopero che unisce.

Coordinamento per lo sciopero del lavoro migrante in Italia

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