Lo slogan è stato urlato da alcuni giovani alla Mayday Parade a Milano

1 maggio 2007 – Corriere.it

 

Lo slogan è stato urlato da alcuni giovani alla MayDay Parade a Milano.

Ancora «Dieci, cento, mille Nassiriya»

Momenti di tensione quando il corteo è passato di fronte al gazebo elettorale del vicesindaco di An Riccardo De Corato

 

MILANO – Lo slogan «Dieci, cento, mille Nassiriya» è tornato a farsi sentire brevemente durante la manifestazione della MayDay Parade, in piazza Cordusio a Milano, al passaggio di militanti dei centri sociali davanti al gazebo elettorale del vicesindaco Riccardo De Corato e ai carabinieri che lo presidiavano. àˆ stato un gruppo piuttosto sparuto, di poche decine di giovani manifestanti, a ripetere più volte lo slogan alzando i pugni all’indirizzo dei carabinieri. A farli smettere ha provveduto uno dei leader storici del Leoncavallo, il consigliere comunale e neoeletto parlamentare di Rifondazione comunista, Daniele Farina, che si è avvicinato ai giovani e li ha energicamente invitati a smettere e ad allontanarsi proseguendo nel corteo.

DE CORATO: «EPISODIO GRAVISSIMO» – «A Milano – ha commentato il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato – si è inneggiato nuovamente a "10, 100, 1000 Nassiriya" da parte dei manifestanti del corteo di San Precario. Ciò è ancor più grave e oltraggioso se si pensa che a Roma al Celio è ancora aperta la camera ardente ai tre militari caduti proprio a Nassiriya»: è quanto rileva in una dichiarazione

«SUCCESSO STRAORDINARIO» – La manifestazione si è conclusa intorno alle 18.30 trasformandosi in un megaconcerto in piazza Castello in un clima allegro e tranquillo. Secondo gli organizzatori hanno preso parte all’iniziativa circa 120 mila persone, dimostrati «da il lunghissimo serpentone che ha congiunto piazza XXIV Maggio a piazza Castello passando per il Duomo». La Cub, che ha ideato sei anni fa la MayDay Parade, parla di «strepitoso successo, di un corteo che mette al centro i diritti per il lavoro e la lotta al precariato». «Siamo qui – ha detto Walter Montagnoli, uno dei coordinatori nazionali della Cub – per proporre un modello del lavoro totalmente alternativo all’attuale e cioè basato sulla radicale riduzione del precariato e per un diritto al lavoro stabile e ben retribuito».

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