San Precario vs il design precario

Bufera su Mr Design – Ascesa e caduta della Zona Tortona

Dal Sole 24Ore di Michela Finizio 6 Aprile 2011

Un grande bluff all’ombra del Salone del mobile. Dietro il clamore, che ogni anno ad aprile riempie le cronache cittadine, contro le salamelle e gli abusivi di via Tortona, si nasconde una vicenda giudiziaria che stona con il grande business della design week milanese.

Quest’anno il marchio Zona Tortona, che per primo ha lanciato il fuori salone, avrebbe dovuto festeggiare 10 anni, parallelamente al 50° anniversario dei Saloni. Ma la gestione dell’evento è sotto accusa: la società Design Partners srl che ha fondato il marchio è fallita a inizio anno e il suo amministratore delegato Massimo Ribotti è indagato per traffico internazionale di droga.
A pesare sugli organizzatori del fuori salone milanese sono soprattutto le richieste dei numerosi creditori, che con la società hanno ingenti conti in sospeso. Grafici, designer, fornitori e collaboratori che negli ultimi anni hanno partecipato senza ricevere compensi alle attività della Design Partners – che muoveva circa 4 milioni l’anno – si stanno organizzando per presentare istanza creditizia al Tribunale: l’esame dello stato passivo della società inizierà l’1 giugno. A dicembre 2009 i debiti in bilancio ammontavano a 4,6 milioni e a ottobre 2010 un importante istituto di credito ha intentato causa alla società per oltre 2 milioni di euro. «Il numero delle procedure legali ed esecutorie in corso al momento del fallimento era elevato», dichiara il curatore fallimentare Alessandro Danovi. E i partner beffati potrebbero essere molti altri: hanno lavorato con Design Partners aziende note del design come Domus Academy, Cappellini Poltrona Frau, Okinawa, Modular, Moooi, Danish Craft, Austrian Design, Campari e molti altri. L’Eco della stampa, che curava le rassegne tematiche per la società di via Savona, non ha mai incassato circa 3.500 euro e dopo 3 mesi di servizio ha deciso di chiudere gli abbonamenti.

La fase prefallimentare si è conclusa a gennaio, dopo un tentativo di concordato preventivo andato a vuoto: la società ha cercato di vendere il marchio Zona Tortona e di far rilevare l’attività ad altri, ma il peso eccessivo dei debiti ha reso impossibile qualsiasi trattativa, anche quella per cercare di ottenere una quota per i lavoratori, che avanzano mesi e mesi di stipendio. La società, che per anni ha rappresentato il design milanese nel mondo, a regime contava su circa 45 collaboratori, prevalentemente collaborazioni a progetto, ma in pochi sono rimasti incollati all’azienda fino alla fine, in assenza di alternative.

«Quando si sono rivolti a noi – afferma l’avvocato Massimo Laratro di San Precario – erano poco più di una decina. Ciascuno di loro vanta crediti tra i 15mila e i 20mila euro, senza contare il mancato pagamento dei contributi. Tutti coloro che non hanno ricevuto compenso, anche quelli che se ne sono andati nell’ultimo periodo, nell’ambito del fallimento, potranno presentare istanza». Sul blog Stylosophy fin dal 2008 si sono radunati ex collaboratori e fornitori “delusi” e, leggendo i centinaia di commenti, emergono i contorni di una truffa durata anni: ex collaboratori che parlano di «esaurimento nervoso», altri che aspettano di recuperare soldi da più di un anno, testimonianze anonime di chi ha scelto di procedere per vie legali. Lidia racconta che «non pagano, non rispettano la vita personale di nessuno, trattano malissimo i collaboratori e li fanno lavorare 12 ore al giorno»; e c’è pure chi teme «che riusciranno ad ingannare altre persone prima di essere fermati». «Per i miei assistiti cercherò di dimostrare la natura subordinata del rapporto di lavoro, per potersi appellare al fondo di garanzia dell’Inps, altrimenti rischiano di non prendere niente», aggiunge l’avvocato Laratro.

La gestione della società era affidata a tre soci: Maurizio Ribotti (ad), Luca Fois (presidente) e Valerio Castelli (consigliere delegato). A ottobre il board aveva già deciso di revocare le deleghe a Ribotti, un tentativo in extremis per risollevare le sorti della società: ma dopo pochi mesi, assistiti dallo studio Ntcm, la strada del fallimento è apparsa inevitabile. Le responsabilità andranno accertate e nel frattempo un’altra vicenda giudiziaria ha coinvolto Ribotti, attualmente indagato per traffico internazionale di droga. Il pubblico ministero ha dato parere favorevole alla revoca dei domiciliari e dal 17 febbraio è libero, in attesa della chiusura delle indagini. La difesa, con l’avvocato Antonio Rodontini, punterà a dimostrare la sua estraneità dai fatti.

Nel frattempo i big di zona Tortona, che da martedì entrano nel vivo del Salone del Mobile, cercano di «riqualificare l’area per una proposta di qualità», come racconta Gisella Borioli, amministratore delegato di Superstudio più, location prestigiosa che già da 3 anni si era allontanata da Design Partners.

«L’organizzazione dell’evento finora ha sempre avallato l’idea di festa, moltiplicando gadget e tessere che di fatto non servivano a niente. Era un’attività finta, lontana da chi lavora qui tutto l’anno», racconta l’ad di Superstudio più. Un nuovo marchio, il Tortona design week, fondato dai principali attori della zona, è il simbolo del cambio di rotta. «Il Comune di Milano si è impegnato a mettere ordine e limitare il numero delle licenze – promette Gisella Borioli –. C’è il rischio calcolato di allontanare il pubblico giovanile, ma la nostra attenzione deve concentrarsi sui professionisti».

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