Precari/Comune Milano: Santo Gabbato

Il terzo tavolo di ‘ascolto’ tra amministrazione e i precari del Comune, fissato per giovedì 3 novembre a Palazzo Marino, ha rischiato di saltare a due ore dall’appuntamento. Nonostante fosse stato fissato due settimane prima dal braccio destro del Sindaco, Paolo Limonta. In barba alle aspettative delle centinaia di precari licenziati in questi primi 4 mesi della Giunta Pisapia, e alla trepidante attesa rispetto alle proposte di recupero delle risorse presentate all’Assessore al personale Chiara Bisconti.
Due ore prima dell’incontro previsto per le 16 uno degli attivisti del Comitato riceveva una telefonata da Limonta in cui si chiedeva di annullare l’incontro, vista la convocazione il prossimo lunedì 7 novembre di un ‘tavolo’ di confronto in un’assemblea indetta dalla Cgil alla Camera del lavoro per discutere dei tempi determinati.
‘Stai scherzando vero? Abbiamo fatto i volantini, chiamato un presidio davanti a palazzo Marino e volete annullare l’incontro a due ore dall’appuntamento? Abbiamo preso i permessi, precarie arrivano da fuori Milano. Almeno vieni sotto a parlare con loro…’.

1° presidio di lavoratori dell’era Pisapia

E’ in questa atmosfera, sotto il primo cielo grigio della stagione, che giovedì pomeriggio alle 15 davanti a palazzo Marino si è svolto il primo timido presidio organizzato da lavoratori dell’era Pisapia. Significativo il fatto che non fossero presenti bandiere, partiti o sigle sindacali. Esemplari anche le parole di una delle precarie presenti: ‘Se ci fosse stata ancora la Moratti chissà in quanti saremmo qui a protestare…’
Alla fine erano solo una trentina i presenti, tra precari, universitari del collettivo pantera della Statale, il responsabile della funzione pubblica della Cisl e altri attivisti di Rifondazione Comunista che avevano risposto all’appello del Comitato pubblicato 3 giorni prima su Indymedia e alcuni blog.
Fuori da palazzo Marino l’effige di San Precario e gli striscioni dei collettivi hanno dato il via a un breve ma proficuo volantinaggio. Intercettati l’assessore al Bilancio Tabacci, il presidente di Sea Bonomi insieme a un assistente, il direttore generale Corritore, e il segretario della Cgil di Milano Onorio Rosati circondati da precari in attesa di buone nuove.
Per un perfido gioco ordito della sorte infatti, manager, segretari e onorevoli erano attesi a Palazzo Marino per svelare le carte di un’altra operazione ammazza-precari: la vendita delle quote (leggi privatizzazione) della Sea, la prima delle società partecipate dal Comune guidato da Giuliano Pisapia ad essere messa in vendita. A Malpensa e Linate tremano centinaia di precari di società e compagnie legate agli aeroporti.

Il vento è cambiato davvero

Dal primo tavolo d’incontro son passati solo 20 giorni ma tutto è cambiato. Niente più marmi e sontuose sale ai piani alti con decorazioni barocche, ma la tetra sala stampa al
piano terra di fianco all’entrata. Niente più tavoli per discutere ma un palco a dividere.
Limonta dopo aver visto il piccolo ma combattivo presidio invitava al cellulare la Bisconti, chiedendo ai precari di presentarsi in sala stampa. Misure pratiche avevano chiesto i vertici del Comune ai precari: ‘Fate delle proposte e le valuteremo’ avevano più volte dichiarato il dirigente Draisci, il capo gabinetto del Sindaco Maurizio Baruffi, l’assessore Chiara Bisconti e il direttore generale Davide Corridore. Invece, questa volta, il vento è cambiato davvero.

‘Siamo sensibili al problema della precarietà, stiamo studiando delle soluzioni ma non è questo il luogo indicato per fare delle proposte’, tagliava corto la Bisconti.
‘Ma se le ha chieste lei due settimane fa’, rispondevano in tanti.
‘Possiamo e siamo interessati ad ascoltarvi ma spetta ai tavoli istituzionali aperti tra Comune e Sindacati trovare delle soluzioni al vostro problema’.
‘Ci vediamo lunedì alla Camera del Lavoro, proponeva quindi Limonta’, dimenticando che a quell’incontro convocato tre giorni prima per le 14.00, potevano partecipare un numero limitato di precari ed era aperto ai soli tempi determinati, una minoranza tra le migliaia di temporanei che han lavorato negli ultimo 5 anni al o per conto del Comune.
‘Ma secondo voi se i sindacati avessero portato avanti le nostre richieste avremmo creato un Comitato indipendente?’, chiedeva allora uno del Comitato. ‘Nessuno di noi ha votato per le rappresentanze sindacali, per quale motivo dovrebbero aiutarci visto che in 20 anni non sono riusciti a impedire privatizzazioni e appalti alle cooperative che han portato il numero dei comunali da 30 mila a quello attuale di 15.500?’

Manager si/Precari no

‘Queste sono le regole, non ci sono soldi, incalzava una sempre più infastidita Bisconti’, accompagnata dal conciliante ‘maestro Paolo’ pronto a spiegare, con un improbabile paragone, che anche nella scuola ai Cobas era stato vietato di partecipare ai tavoli sindacali nazionali.
Di concreto non c’è nulla allora’, stuzzicava un precario, ‘Avete dato 6 milioni di euro al protocollo comune-sindacati ne bastavano la metà per dare lavoro a 300 precari per il 2012, non potete aiutare anche loro?’
‘Basta con questo pietismo, non si risolvono i problemi in questo modo. Il Comune non ha da pensare solo ai precari ci sono i senza casa, i poveri…’
‘Però oggi avete nominato 18 dirigenti esterni tra cui 2 vicedirettori generali con stipendi medi superiori ai 100mila euro l’uno…’, incalzava uno del Comitato.
‘Cosa c’entra’, continuava la Bisconti, ‘Sono capitoli di spesa diversi, al Comune servono quei dirigenti. Non potete entrare nel merito delle nostre scelte’. Frasi che scatenavano le piccate reazioni di diverse precarie presenti in sala.
‘Ma allora il buco in bilancio vale solo per noi’, rispondeva una precaria inviperita…
‘Guardi che non può permettersi di dire certe cose. Se lei è seduta su quella sedia lo deve anche a noi che abbiamo fatto campagna elettorale per il Sindaco, che abbiamo votato per questa giunta credendo alle parole che Pisapia aveva speso per i precari. Noi non siamo solo precari ma cittadini, non può dire davanti ai milanesi che ci sono centinaia di migliaia di euro per i manager e nulla per chi prende 1000 euro al mese un mese sì e l’altro no…’

Soluzioni parziali e teoriche

Interveniva allora Limonta cercando di mediare tra le posizioni presenti in sala, dicendo che l’amministrazione sta cercando un modo per risolvere la situazione. La Bisconti allora spiegava che le soluzioni studiate saranno parziali, trovate ad hoc, ribadendo l’impostazione già espressa: i precari non sono tutti uguali, solo alcuni potranno lavorare nel 2012. Mentre l’assessore abbandonava la sala, il volto dei presenti in sala si rabbuiava, non solo le ‘soluzioni’ se ci saranno riguarderanno solo i 730 tempi determinati, una minoranza tra i precarizzati dal Comune, ma la priorità sarà data alle educatrici degli asili e a chi lavora nell’assistenza alla persona. Nulla per cocopro, appaltati, interinali e altre figure che da anni lavorano al Comune fianco a fianco dei colleghi ‘garantiti’. Di precari delle controllate nemmeno a parlarne.

Tavolo saltato, Santo gabbato

In pratica, l’amministrazione ha scelto di destituire il Comitato di qualsiasi tipo di titolarità nel portare avanti gli interessi dei precarizzati dal Comune di Milano. Nessuna apertura nemmeno su quel ‘censimento delle precarietà’ che era stato offerto dalla Bisconti per conoscere i numeri del fenomeno legato al Comune di Milano.
Quel che offre la Giunta Arancione ai precari milanesi oltre a soluzioni parziali, scelte ad hoc, è un ascolto fine a se stesso, una sorta di lettino dello psicologo. Quasi che l’instabilità di reddito fosse una malattia e i precari malati da curare tramite l’ascolto prolungato. Utenti non cittadini portatori di diritti, numeri e non elettori traditi al momento della verità.
Chi dovrebbe difendere gli interessi dei precari…anche secondo la giunta più progressista d’Italia? I sindacati, unici titolari per legge del diritto a presentare proposte, nonostante firmatari di quella famigerata Legge Treu che legalizzando il lavoro interinale e l’intermediazione di manodopera ha separato lavoratore da impresa, spalancando le porte a caporalato, appalti e cooperative, anche nel settore pubblico. Sindacati che, almeno per quanto riguarda il Comune di Milano, non hanno nemmeno mai presentato un accesso agli atti per sapere il numero di colleghi non a tempo indeterminato lavoravano fianco a fianco a iscritti e garantiti. Che non sono riusciti a impedire la privatizzazione fallimentare delle mense, (Milanoristorazione) degli impianti sportivi (Milanosport), del centralino telefonico del Comune.
‘Fidatevi’, hanno ripetuto. Come a dire che l’agnello, per ottenere qualcosa dal lupo, dovrebbe scegliersi come intermediario il macellaio. Lui sì che li aiuterà…

Non mollare!

I precari del comitato però promettono battaglia soprattutto nei tavoli tecnici dove cercheranno di pressare i sindacati per conquistarsi il futuro.
Che si chiama stabilizzazione per chi ha i requisiti di legge e concorso per soli titoli per chi dovrà essere assunto nei prossimi anni con i concorsi.
Che prevede una Cassa Precaria Municipale, da finanziare con tasse di scopo da recuperare tra le inefficienti maglie contributive del Comune quali imposte oggi gratuite (Comunicazione Edilizia Libera), razionalizzazioni di tasse locali attualmente inevase al 70% (Tosap e Cosap). Che punta a creare una Graduatoria Unica Precaria dove possano entrare, seppur con punteggi diversi, tutti i cittadini precarizzati negli ultimi anni dalle giunte Albertini-Moratti. Per attuare questi obiettivi si dichiarano pronti a lanciare una campagna cittadina su proposte che se attuate potrebbero garantire la copertura economica alle loro richieste, garantendosi nel contempo il sostegno di molti cittadini e lavoratori comunali. Prima tra tutte il taglio a 4 mila euro nette al mese degli stipendi degli oltre 180 dirigenti comunali, uno ogni 82 dipendenti. Stesso discorso per i manager nominati dal Comune in decine di enti, fondazioni e società.
I prossimi appuntamenti sono la stampa e la distribuzione del dossier sulle 43 assunzioni clientelari deliberate dalla Giunta (per offerte economiche o le disponibilità alla distribuzione inviate una mail a precarimilano@libero.it), l’incontro con i sindacalisti del Comune mercoledì 9 novembre alle ore 17 in via Borsieri 2. Il sogno è quello di un altro presidio, questa volta davanti all’ingresso del consiglio comunale in P.zza San Fedele, da organizzarsi prima di Natale.

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