Prorogati i termini d’impugnazione del collegato lavoro!


Con l’approvazione del decreto Mille Proroghe, che consente l’attuazione delle disposizioni della Finanziaria 2011 viene spostato dal 24 gennaio 2011
al 31 dicembre 2011 il termine per proporre l’impugnativa del licenziamento da parte dei lavoratori il cui contratto precario è cessato prima dell’entrata in vigore del collegato lavoro.
Il limite del 23 gennaio era contenuto nel cosiddetto Collegato Lavoro, ulteriore provvedimento governativo teso a limitare la possibilità di azione giuridica da parte dei lavoratori e a favorire così un’ulteriore precarizzazione del lavoro.
C’è tuttavia poco da festeggiare. Di fatto, il condono per le imprese precarizzatrici è solo rimandato a fine anno.
Il motivo di tale rinvio non è tanto un ripensamento del governo sull’iniquità del provvedimento, ma piuttosto la paura che esso risulti incostituzionale, violando il principio di uguaglianza di trattamento di fronte alla legge. A inizio d’anno infatti, la procura del lavoro di Trani aveva presentato istanza di incostituzionalità proprio con riferimento al termine  – effettivamente discriminatorio – del 23 gennaio.
Per evitare  tale rischio, il rinvio, proposto in commissione lavoro da un senatore del PD, è stato prontamente accettato anche dalla maggioranza
(nonostante le lamentele del pasdaran Sacconi). Di fronte alla possibilità di una pronuncia negativa della corte costituzionale (che avrebbe cassato
per empre il condono per le imprese), il rinvio di 9 mesi è ben poca cosa.
Stona quindi la soddisfazione della Cgil, che si è affrettata a dichiarare: “Si tratta di un risultato molto positivo e molto importante, frutto della caparbia mobilitazione di questi due anni contro le norme sbagliate del collegato lavoro”.
A parte il fatto che la “caparbia mobilitazione della Cgil di questi due anni” è esistita solo nelle menti della segretari generali Cgil (anzi, la Cgil, come tutto il sindacato confederale, si è distinta, nonostante le molte pressioni, solo per non aver detto nulla sul Collegato Lavoro, se non dopo che era stato approvato), nel comunicato del segretario confederale, Fulvio Fammoni, si legge: “avevamo chiesto in tutti i passaggi parlamentari l’abolizione della retroattività o perlomeno la sua non applicazione per tutto il 2011”. Tradotto in poche righe: il limite alla possibilità di fare ricorso e impugnare i contratti precari non si mette in discussione; basta solo posticiparlo un po’.
San Precario ha attivato centinaia di cause prima del 23 gennaio. Tantissime per una rete fatta da precari/e. Ma poche rispetto al numero abnorme di contratti atipici utilizzati in modo fraudolento. Non è andata meglio ad altri e non ci sorprende visto che il precario per definizione è ricattato e il più delle volte molto troppo timorato. Adesso c’è tempo sino al 31 dicembre, per chi vuole essere risarcito dall’abuso nell’utilizzo dei contratti atipici, senza obbligo di prendere alcuna tessera sindacale e con consulenza gratuita.  In questo lasso di tempo, la nostra azione si farà ancora più forte, a partire dalla costruzione e indizione di un prossimo sciopero precario
Per contattarci all’email info@sanprecario.org o al numero 0255183725

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