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La crisi è entrata in Fiera

Grande successo della kermesse di SoS Fornace e San Precario in Fiera Milano nell’ultimo giorno della fiera dell’artigianato. La crisi entra in fiera con lo stand Il Disoccupato in Fiera e ce ne si accorge subito: moltissimi si fermano allo stand informandosi, prendendo il materiale a disposizione, facendo domande. Stessa scena con chi distribuisce i materiali dentro e fuori gli stand. Grande attenzione durante i momenti di informazione con megafono. Il disoccupato in Fiera ha quindi assunto un duplice significato perché chi entra gratuitamente per visitarla si vive precarietàdisoccupazionecassa integrazionelicenziamenti proprio come coloro che hanno animato questa giornata.

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La crisi entra in fiera

CENTRO SOCIALE SOS FORNACE di RHO – PUNTO SAN PRECARIO
vi invitano allo stand Il Disoccupato in Fiera
DOMENICA 11 DICEMBRE FIERA MILANO dalle 14.00 alle 18.00

Come promesso il Centro Sociale SoS Fornace e San Precario tornano in fiera durante la Fiera dell’Artigianato dove allestiranno lo stand Il Disoccupato in Fiera insieme ai lavoratori licenziati dall’ente fiera, ai precari, ai cassa integrati, ai disoccupati per non dimenticare come vengono trattati i lavoratori dalla vetrina dell’economia italiana, per ricordare che il 31 dicembre scadono i termini del collegato lavoro e che nonostante le meline e l’immobilismo dei sindacati confederali le lotte e le cause si possono fare e si possono vincere anche e soprattutto nei luoghi dove Cgil/Cisl/Uil hanno di fatto abbandonato lavoratori precari e non ai ricatti e ai soprusi di speculatori e precarizzatori.
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Fiera Milano: scherzi di cattivo gusto

“A carnevale ogni scherzo vale”, ci diceva la nonna ogni sabato grasso, mentre cercava di stringerci in improbabili costumini da Sandokan. Un detto falso, come avremmo presto imparato, quando, dinnanzi al primo compagno di scuola in lacrime per uno scherzo di cattivo gusto, ritrattava con il classico “quando è troppo è troppo”.
La lezione deve essere arrivata solo in piccola parte ai vertici di FieraMilano, vincitori indiscussi del premio per il peggior scherzo del carnevale 2011, e con largo anticipo. Uno scherzo perpetrato ai danni della crew di OppostiConcordi, delle centinaia di collaboratori del CarneMvale (il festival ludico-culturale che da anni agita la notte del sabato grasso milanese) e del pubblico che si apprestava a partecipare all’appuntamento.

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Fuori BIT, dentro precari: San Precario al buffet dell’Ente del Turismo Francese

Venerdì 18 febbraio 2011, ore 18.35: noi siamo in una decina col gonfalone di San Precario, per il resto la Biblioteca Ambrosiana è deserta. Il Fuori Bit ideato dall’amministratore delegato  di Fiera Spa, Pazzali, è roba per pochi ma buoni si direbbe, a giudicare dai macchinoni: solo dirigenti e tour operator, insomma chi fa girare i danè.“State disturbando” mi avverte la biondissima PR. “Ma non controllate a chi date le sale voi della Ambrosiana?” gli si chiede. “Sai quanti precari han lavorato al Bit gratis?”.

Fuori BIT? Dentro precari

Fuori salone anche nel turismo

La Borsa Internazionale del Turismo vuole diventare un secondo il Salone del Mobile. Con l’aiuto del Comune di Milano esce dai padiglioni della Fiera di Rho, presentando eventi e appuntamenti culturali in tutta la città. Aperitivi, mostre, happening e buffet saranno concentrati tra il 18 e il 19 febbraio e coinvolgeranno diversi luoghi, tra i quali la Rotonda della Befana e la Biblioteca Ambrosiana, Piazza del Duomo, via Dante.

Stagisti o schiavi?

Peccato che dietro alle luci degli spettacoli si nasconda una verità tanto scomoda da restare nascosta. Nessun media vi dirà che dentro gli stand di Pero, all’ombra delle luci degli eventi del FuoriBit, così come in Fiera Milano Spa, vi siano migliaia di precari, di standisti in nero, di lavoratori senza diritti.
Come i ragazzi neolaureati spremuti e poi gettati dall’ente del turismo francese di via Tiziano, una catena di montaggio della precarietà dove decine di stagisti lavorano per 150 euro al mese per ricevere delle ‘referenze’ sul curriculum.

Pagati con…le referenze

L’esperienza formativa si riduce a un odioso sfruttamento che termina con la sostituzione di un nuovo stagista, in un meccanismo perverso che consente ai manager notevoli risparmi, premiati con benefit e riconoscimenti economici. Ognuno dei 9 dipendenti a tempo indeterminato dell’ente utilizza a suo piacimento uno stagista a testa, nonostante le possibilità di essere confermati siano vicine allo 0.
‘A 150 euro al mese ne trovo quanti ne voglio’, non si vergogna di dire l’impunito direttore dell’Ente di fronte alle timide rimostranze dei ricattati di turno. Una specie di moderna servitù feudale ancor più degradante se si pensi che gli stagisti francesi, alla faccia del principio di eguaglianza tra i cittadini dell’Unione Europea, vengono remunerati con 400 euro al mese.

Le mani sulla città

La denuncia dei precari dell’Ente del turismo francese rappresenta l’ultima metastasi di un tumore maligno che sta intaccando la struttura di tutto il terziario milanese. Lo stesso responsabile del licenziamento, mascherato da cassa in deroga per un anno, di 85 lavoratori di Fiera Milano Spa, nonostante l’ente sia strettamente controllato dalle lobby/partito lombarde. Anche in quel caso la crisi usata per zittire i lavoratori non aveva impedito lussuosi banchetti della dirigenza, ignobili spese di rappresentanza, un’impunità tanto evidente da essere usata come monito ai lavoratori ‘risparmiati’ dalla riorganizzazione.

Modello immagine: Fiera/Expo

Il cancro da Fiera Spa oggi si diffonde in tutta la metropoli, dettando i ritmi e sperimentando il modello economico dell’evento/immagine che sostituisce la realtà con le sensazioni, i comunicati stampa alla cruda verità. Quella delle centinaia di standisti che varcano la soglia dei padiglioni, spesso lavoratori in nero sottopagati, come ha recentemente dimostrato uno dei troppo rari controlli della guardia di finanza. Precari che rischiano ogni giorno la vita per meno di 10 euro all’ora. Ecco quale modello si nasconde dietro il cerone dell’Expo, sotto gli entusiastici proclami dei politici ripetuti quotidianamente dai media. Un disegno autoritario che maschera il ricatto a cui è sottoposta maggioranza. Un sistema per far profitti che i dirigenti vorrebbero moltiplicare per le decine di eventi che accompagneranno l’Expo, migliaia di aziende, centinaia di migliaia di stagisti, precari, finte partite iva, soci di cooperative fuffa e associazioni ap-profit.

Come in Egitto

Fermiamo questo Suv impazzito prima che sia troppo tardi. Togliamo la patente a questi irresponsabili guidatori, pronti a far scattare l’air-bag all’ultimo momento per salvarsi. Non possiamo permetterci di fallire: non abbiamo redditi di riserva in Svizzera, come loro. Togliamo il volante dalle mani di manager buoni solo di far pagare a precari e disoccupati i propri fallimenti: la mancata crescita, il crollo della produttività, la competitività stracciona, l’impoverimento economico e culturale dell’Italia. Salviamo il nostro futuro. Costruiamo insieme lo Sciopero Precario per una nuova civiltà di diritti, eguaglianza, libertà.