MayDay 2009: un fiume in piena

Quest’anno la Mayday di Milano ha esondato come un fiume in piena. E’
diventata, per la prima volta nei suoi nove anni di età, una vera festa
di popolo. Non c’è altro modo per raccontarla: la Mayday è il primo
maggio dell’Italia del secondo millennio.

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Carta dei diritti dei lavoratori della conoscenza

Noi, lavoratori cognitivi dell’informazione e del settore dei media,
dell’editoria e dell’industria culturale, della scuola e
dell’università, della ricerca, dello spettacolo, della formazione e
della relazione, del design e della comunicazione, non solo non
pagheremo la vostra crisi ma, per porre un argine a questa deriva e
iniziare a invertire la tendenza, riteniamo necessario unirci e
riconoscerci su obiettivi comuni. Per questo rivendichiamo quanto
contenuto in questa Carta, che sottoponiamo alla condivisione dei tanti
e delle tante che si trovano a vivere la stessa condizione. Questi
documenti, frutto di un processo di general intellect che
intende proseguire, attendono dunque commenti e integrazioni.

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Fra la borsa e la vita: 95 Tesi sulla precarietà 

31 ottobre 1517: Martin Lutero affigge sulla porta della chiesa di Ognissanti a Wittenberg (Germania) 95 tesi sulle indulgenze.

17 ottobre 2008: a quasi 500 anni di distanza, San Precario affigge sulla porta della Cattedrale di
Ognisoldi di Milano (Italia) 95 tesi sulla precarietà.

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E Tremonti sega i fondi all’informazione (quella che dice lui)

Settimana caliente per l’informazione italiana. Il già annunciato articolo 44 del decreto Tremonti sembra pronto a calare come una mannaia, falciando pesantemente il capitolo di spesa per l’editoria di 83 milioni per il 2009 e di 100 milioni per il 2010 (quando mancheranno altri 26 milioni per il decreto Ici). A rischio i giornali di partito e quelli con tirature minori, già penalizzati dal circo dell’inserzionismo pubblicitario che, di regola, preferisce i grandi giornali nazionali a colori. Sono in bilico 27 quotidiani editi da cooperative di giornalisti, 12 quotidiani organi di partito e 13 quotidiani e periodici di movimenti politici.

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L’anomalia Sapienza e i suoi critici

Penne importanti sono tornate in questi giorni sui fatti dell’ Università la Sapienza.

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