Precari di tutto il mondo…

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Simone Pieranni |

Da fabbrica del mondo a paese che cerca lo sviluppo del mercato interno. Un passaggio che porta la Cina a trasformarsi, a modificare la propria struttura produttiva, con conseguenze sociali ancora una volta epocali. Anche nei polmoni economici del paese e nelle grandi città sempre più spinte verso i servizi, affiora ormai la lotta – che in Europa conosciamo bene – tra chi chiede flessibilità e chi chiede garanzie.

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Le nostre piazze contro i palazzi di EXPO

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Domenica 7 luglio 2013, Monza, Largo Mazzini, dalle ore 15 – Partenza Critical Mass, Gazebo informativi e Attitudine NOEXPO

Una giornata di mobilitazione per ribadire che l’unico grande evento che ci interessa supportare riguarda RIAPPROPRIAZIONE DEI DIRITTI, ACCESSO AL REDDITO, DIFESA DEL TERRITORIO

Le massime cariche politiche nazionali e internazionali – da Napolitano a Letta, fino al Presidente della Commissione Europea Barroso – atterrano a Monza il 7 luglio per inaugurare la Villa Reale come sede di rappresentanza di EXPO 2015. Un passaggio cruciale nell’avvicinamento all’esposizione che aprirà i battenti il 1° maggio 2015 e una ghiotta occasione per chi sta costruendo il grande evento fieristico. Il carrozzone mediatico che sta infatti lucidando la vetrina di EXPO si è messo in moto da tempo, ma accelera a partire dall’appuntamento monzese, che Maroni definisce prima tappa di un “EXPO World Tour”.

Le promesse fatte in questi casi sono note: ricchezza, lavoro, turismo, benefici per tutta la metropoli. E anche per il 2015 la dinamica in atto è la stessa, con promotori -pubblici e privati- che vendono l’evento utilizzando in primis la leva occupazionale e promesse di crescita economica, che in tempi di crisi non possono che riscuotere consensi tra la popolazione.

In realtà poco o nulla di tutto questo è accaduto negli ultimi vent’anni per le Esposizioni Universali tenutesi in Europa, né accadrà qui. Da Genova a Lisbona, da Saragozza a Hannover, il passaggio di visitatori è sempre stato inferiore alle aspettative, il territorio non ha avuto nuovo sviluppo e le amministrazioni pubbliche, invece, si sono trovate in forte stato di deficit economico a causa del drenaggio di risorse avvenuto per supportare gli investimenti e le spese legate all’Esposizione. Prosegui la lettura »