Le manifestazioni per il Primo Maggio a Milano

2 maggio 2007 – Corriere.it

Le manifestazioni per il Primo Maggio a Milano.

Doppio corteo per la sicurezza e i precari. Nessun problema di ordine pubblico, ma alla Mayday sono apparse scritte pro-Br.

Rosati: «Una giornata per ricordare le morti bianche»

 

Milano – Centomila persone, secondo gli organizzatori (6-7 mila secondo la Questura), hanno partecipato alla Mayday parade a Milano, la manifestazione-happening organizzata da sindacati autonomi, come la Cub, e centri sociali in nome di maggiori tutele per i lavoratori precari. Il corteo, arrivato alla settima edizione, si è svolto contemporaneamente in tredici città  e si è concluso in piazza del Cannone. Una manifestazione allegra e ordinata, rovinata però da alcune scritte pro-Br (e una contro Tronchetti Provera) comparse sui muri all’inizio e alla fine del percorso. In via De Amicis, non lontano dal punto di concentramento del corteo, è stato scritto in spray nero e firmato con una stella dello stesso colore «Solidarietà  al Gramigna», il centro sociale di Padova coinvolto negli arresti di presunti brigatisti a febbraio. Nelle vicinanze sono state state affisse e distribuite copie di una lettera spedita dal carcere di Opera da Davide Bortolato, accusato di appartenere alle nuove Br. In piazza Castello è poi stato scritto in spray rosso «Milo, Marta, Orlando e Fede liberi» e, in nero, «Milo free», alludendo a persone arrestate. Sempre sugli stessi palazzi, firmato con falce e martello, «Fuori i compagni!» e «Liberi tutti!», scritto in rosso.

VOLTI COPERTI – Sulla vetrina di un McDonald’s è apparso il simbolo della A cerchiata, spesso utilizzato dagli autonomi. Sono stati notati alcuni ragazzi con il volto coperto o incappucciati scrivere queste frasi alternate a sigle. Sono stati anche distribuiti volantini dell’Associazione parenti e amici degli arrestati del 12 febbraio 2007 di «solidarietà  a tutti i compagni prigionieri». Sugli episodi indagano gli agenti della Digos. Partecipanti e organizzatori hanno preso le distanze: «Queste scritte non c’entrano nulla con la manifestazione – ha detto Daniele Farina, deputato del Prc e storico portavoce del centro sociale Leoncavallo -, lo può capire a occhio nudo chiunque sia qui». Il coordinatore nazionale della Confederazione unitaria di base, che ha inventato la Mayday, Piergiorgio Tiboni, ha sottolineato: «Non bisogna fare strumentalizzazioni, oggi la giornata è stata per dire no al lavoro precario e mal pagato. Se qualcuno ritiene che chi è in prigione sia innocente non commette un reato a scriverlo, come è altrettanto vero che non sono più i tempi delle Br. Comunque è chiaro che in assoluto noi siamo contrari a ogni forma di violenza».

MUSICA E PRECARI – Ma come si diceva la manifestazione si è svolta senza tensione, con un massiccio – ma dicreto – controllo da parte delle forze dell’ordine. «Non è un reato – ha detto Piergiorgio Tiboni, segretario Cub e tra gli organizzatori della manifestazione – chiedere che qualcuno venga liberato, se si ritiene sia innocente. Dopodiché se ci sono armi, è giusto che la magistratura indaghi. Sarebbe meglio che questi episodi non venissero strumentalizzati per togliere valore alla manifestazione». Il corteo è stato accompagnato da 23 camion, attrezzati con striscioni, con scritte e riproduzioni di «San Precario», musica, volantini e bar itineranti. Temi di slogan e striscioni: il conferimento del tfr ai fondi e l’immigrazione. Hanno partecipato diverse categorie di precari, dai lavoratori dei call center a quelli del Teatro alla Scala, dai dipendenti a contratto comunali e regionali ad alcuni giornalisti che hanno confezionato una simulazione di un giornale free press, con la testata City of Gods, con testi giornalistici e parodie di pubblicità . SINDACATI – La manifestazione ufficiale è partita invece intorno alle 10 dai Bastioni di Porta Venezia. Cinquemila persone hanno sfilato lungo le vie del centro fino ad arrivare in piazza Duomo, dove i segretari generali di Milano di Cgil, Cisl e Uil, Onorio Rosati, Fulvio Giacomassi, e Walter Galbusera, hanno tenuto i comizi conclusivi. Poco prima dell’arrivo in Duomo,  all’altezza di piazza Santo Stefano, una parte dei manifestanti di Lotta comunista si sono staccati dalla manifestazione per tenere dei comizi separati. Tema della manifestazione la sicurezza sul lavoro e i diritti, la legalità  e lo sviluppo. Slogan: «L’Italia parte dal lavoro». Onorio Rosati ha chiesto che «si faccia qui a Milano e subito una grande manifestazione nazionale per la tutela della sicurezza sul lavoro» perché maggior sicurezza «significa lotta al lavoro nero, precario e irregolare». Altri problemi su cui ha posto l’accento Rosati sono stati quelli del reddito da lavoro e da pensioni che hanno perso potere d’acquisto e «per questo chiediamo che vengano rinnovati al più presto i contratti nazionali aperti e per i pensionati che si individuino meccanismi di rivalutazione delle pensioni e politiche fiscali di vantaggio». Sulla previdenza Rosati ha chiesto che «venga abrogata la riforma Maroni e che si completi la riforma Dini. Non si può far cassa con le pensioni».

MEMORIA DEI CADUTI – Dal palco di piazza Duomo è stata anche avanzata una richiesta al Parlamento, ovvero di istituire una giornata della memoria per i caduti sul lavoro, assieme alla proposta di organizzare al più presto «una grande manifestazione nazionale, di Cgil-Cils-Uil, per la tutela della salute e della sicurezza». I tre leader sindacali milanesi, sottolineando il triste primato della Lombardia negli infortuni mortali, hanno sollecitato la rapida approvazione del nuovo testo unico in materia di sicurezza.

 

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Posti a rischio e precariato Primo maggio di riflessione

1 maggio 2007 – La Nazione

 

Posti a rischio e precariato Primo maggio di riflessione. A Sesto il corteo dei lavoratori della Richard Ginori

di Monica Pieraccini

 

Firenze – UN PRIMO MAGGIO di riflessione. Per non dimenticare le morti bianche, per continuare le battaglie per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per non abbassare la guardia sulle malattie professionali, oggi in preoccupante aumento. Cgil Cisl e Uil hanno organizzato in tutta la regione 50 manifestazioni. Su tutte, ricordiamo quella che si svolgerà  a Sesto Fiorentino e che vedrà  una folta partecipazione dei lavoratori della Richard Ginori, che sfileranno in corteo e ascolteranno l’intervento del segretario generale aggiunto della Cisl, Giovanni Ronchi. Un appuntamento emblematico, simbolo della crisi che ancora attanaglia  l’industria del territorio, a partire dalla Ginori, per continuare con la Matec e ricordare anche realtà  più piccole, che coinvolgono meno dipendenti, ma non per questo meno importanti. Come la Opitec spa, società  partecipata Ataf che si occupa della manutenzione dei veicoli industriali, che si appresta a presentare un bilancio in perdita. E proprio per avere garanzie sul futuro e in vista della riunione del cda del 7 maggio prossimo, i 33 lavoratori Opitec hanno proclamato per domani e domani l’altro, 3 maggio, 4 ore di sciopero. E sarà  un 1° maggio poco felice anche per i lavoratori edili, dipendenti delle varie aziende che operano in appalto e subappalto, che sempre più spesso dimostrano – e i dati ispettivi del primo trimestre del ministero del Lavoro lo confermano – di non rispettare le norme di sicurezza. Proprio in questi giorni, gli operai della Baldassini-Tognozzi, in particolare quelli che lavorano nei cantieri 4, 5 e 6, dopo lo sciopero di un anno fa, sono tornati a protestare e a lamentarsi. Non solo per le condizioni igieniche e per i turni di lavoro massacranti, ma anche per gli stipendi che, per colpa dei premi cosiddetti ‘occasionali’, dietro cui si celano le ore di straordinario fatte (alcuni operai lavorano quasi il doppio delle 40 ore settimanali previste), possono anche ridursi, in quanto sono a totale discrezione dell’azienda. Contrariamente al previsto, la prima rata del premio di produzione, che doveva essere incassata dai lavoratori a gennaio, a oggi non è stata riscossa. «Per problemi di liquidità  dell’azienda – spiega Filippo Rocco, della Fillea-Cgil – e ne discuteremo il 7 maggio  nell’incontro in Regione». Un altro tema caldo della festa del lavoro 2007 è sicuramente quello del precariato. Oggi torna infatti anche l’EuroMayDay, la giornata europea dei precari. A Firenze i lavoratori senza contratto si ritroveranno a partire dalle 18 in piazza Indipendenza, per ‘fare la festa al precariato’. Alla manifestazione aderiscono, tra gli altri, Rdb-Cub, Cobas, Slai-Cobas, Coordinamento Firenze Precaria, Movimento di Lotta per la Casa e Unione Inquilini.

 

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Tettamazzi: no all’ossessione del profitto. La Moratti: il lavoro come integrazione

1 maggio 2007 – Corriere della Sera

 

Tettamanzi: no all’ossessione del profitto. La Moratti: il lavoro come integrazione

di Paola D’Amico

 

Milano – Il cardinale alla veglia di preghiera: gli immigrati? Persone, non manodopera Oggi la manifestazione di Cgil-Cisl-Uil in mattinata e dei Cub nel pomeriggio «Senza lavoro non si dà  vita alla famiglia». E poi, «Non è lecito a nessuno tacere e rimanere inerte di fronte ai problemi del mondo del lavoro». Il cardinale Dionigi Tettamanzi si rivolge ai fedeli raccolti nella grande chiesa che pare una fabbrica, quella che Papa Montini volle con tutte le sue forze portare nel cuore del quartiere industriale di Milano, dove c’erano la Breda, la Pirelli, la Magneti Marelli, al confine con Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. Nella veglia di preghiera e di riflessione per la festa dei lavoratori, ospite della parrocchia di Gesù Divino Lavoratore, il cardinale rivolge il suo pensiero ai giovani precari, agli immigrati visti solo «come manodopera e non come persone», all’«intollerabile mancanza di condizioni di sicurezza per la salute e per la vita» di chi lavora. E mette in guardia dal rischio di «adeguarsi alla mentalità  comune che fa dell’ossessione del guadagno e del profitto l’unico obiettivo del lavoro». Tocca la questione delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro, che è il tema centrale scelto quest’anno per la festa che affonda le sue radici nelle battaglie intraprese dal movimento operaio verso la fine dell’Ottocento ma le cui rivendicazioni si estesero, poi, dall’ambito sindacale al terreno dei diritti civili. Oggi a Milano il 1° Maggio si celebra con due cortei, quello ufficiale dei sindacati confederali e la Mayday Parade contro il precariato organizzato dai sindacati di base e ChainWorkers (un gruppo vicino al centro sociale La Pergola). Il primo, si snoderà  per la città  con partenza da Porta Venezia alle 9.30 e arrivo in Piazza Duomo, per il comizio dei segretari cittadini di Cgil, Cisl e Uil. Con loro, sul palco, ci sarà  anche l’assessore alle Politiche del Lavoro, Andrea Mascaretti, che porterà  un messaggio del sindaco Moratti ai lavoratori sottolineando che il «lavoro è integrazione ma anche garanzia di sicurezza».

 

Il secondo corteo, invece, partirà  alle 15 da piazza XXIV Maggio per terminare in piazza Castello dove ci saranno musica, canti e ristoro. Un anno fa, sul piano dei numeri (centomila persone) surclassò quello dei confederali. Ma portò anche i riflettori a spostarsi su atti di vandalismo e slogan politicamente scorretti. Tanto che il vicesindaco Riccardo De Corato ieri ha lanciato un messaggio a quelli che definisce «presunti pacifisti»: «Gli impianti di videosorveglianza del Comune saranno pronti a riprendere le immagini dello scenario di guerra che sicuramente si verificherà ». Nelle parole del Cardinale e in quelle del Sindaco emerge con forza il richiamo al «valore culturale del lavoro» e, di riflesso, della festa del 1° maggio. Lo ha sottolineato, ieri, durante il momento di preghiera nella Chiesa dell’ex quartiere operaio, Dionigi Tettamanzi spiegando che «i roblemi del lavoro non hanno solo un risvolto sociale, economico, sindacale e politico ma rappresentano in profondità  un risvolto culturale». La cui sintesi compiuta sta nelle parole di Papa Giovanni II nell’enciclica Laborem xercens che il cardinale ha voluto riprendere: «Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro». E tre sono le grandi sfide di oggi, gli farà  eco oggi il Sindaco: l’integrazione, la sicurezza del posto di lavoro e combattere il lavoro nero. Perché lavoro «significa libertà  dal bisogno, maggiore possibilità  di partecipare alla vita sociale e quindi un terreno meno fertile per la delinquenza».

 

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No global pronti a rovinare la festa dei lavoratori

1 maggio 2007 – Il Giornale

 

No global pronti a rovinare la festa dei lavoratori

di Giannino della Fratina

 

Milano – «Gli impianti di videosorveglianza del Comune sono pronti a riprendere le immagini dello scenario di guerra». Parola di Riccardo De Corato, pronto ad affrontare la Mayday Parade, il corteo organizzato da centri sociali e comitati di base che oggi pomeriggio porteranno in piazza almeno 100mila persone. Precari, Co.co.co, interinali, contratti a termine, disoccupati, no global, duri e puri della sinistra estrema. Tutti insieme, uniti nella «cospirazione precaria». Manifestazioni contemporanee in venti città  europee. «E così come è accaduto nel 2004 – spiega il vicesindaco – le nostre telecamere contribuiranno a incriminare i responsabili delle violenze. Anche quest’anno le immagini saranno messe a disposizione della questura, Milano è stanca di scene di guerriglia». Nel mirino i «presunti pacifisti» pronti a sfilare «mettendo in scena il solito copione di vandalismi, danneggiamenti, imbrattamenti, veri e propri atti di violenza contro telecamere, banche, vetrine, insegne, McDonald e Blockbuster». Senza dimenticare il terribile «Dieci, cento, mille Nassiriya» dell’anno scorso. Intanto nei siti antagonisti batte il tam tam. «Vogliamo un sostegno economico per chi non ha lavoro o ha pensioni insufficienti, prezzi calmierati per alcuni servizi fondamentali quali i trasporti, il sapere, la scuola, le biblioteche, le università  e una diversa politica della casa». Parole d’ordine che ispireranno venti carri allegorici allestiti da gruppi spontanei di lavoratori precari. Contorno di musica techno e reggae parata a palla, tarocchi con le diverse figure dei lavoratori e le «incantatrici precarie» che leggeranno il futuro lavorativo ai partecipanti al corteo. «Il successo crescente della Euromayday – suonano la carica quelli dei Cub – è dovuto al nostro essere alternativi alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil, i sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori e che invece, attraverso le politiche concertative hanno partecipato alla creazione di questa grave e insostenibile situazione». Sindacati che a quell’ora avranno già  concluso da un pezzo la loro manifestazione. La partenza del corteo «istituzionale» è, infatti, prevista per le 9,30 dai Bastioni di Porta Venezia con conclusione in piazza Duomo («L’Italia riparte dal lavoro. Sviluppo, diritti, legalità , sicurezza sul lavoro»). Previsti gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Onorio Rosati, Fulvio Giacomassi e Walter Galbusera.

  

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Domani si rinnova la sfida tra la manifestazione ufficiale dei confederali e la Mayday Parade

30 aprile 2007 – Corriere della Sera

 

Domani si rinnova la sfida tra la manifestazione ufficiale dei confederali e la Mayday Parade dei sindacati di base

«A Milano un evento europeo per il 1° Maggio» La Cisl: bene lo storico Castronovo, il corteo è superato. La Fiom-Cgil: no, è sempre attuale. Primo Maggio in cerca d’autore. Lo ha detto ieri lo storico Valerio Castronovo sul Corriere: «La festa dei lavoratori è obsoleta, rischia ogni anno di più di perdere significato». A Roma il 1°Maggio è diventato la scusa per un grande concerto. A Milano le manifestazioni sono due. Entrambe mostrano dei limiti. La passeggiata rituale del mattino, proposta dai confederali, è diventata: a) un’occasione per verificare chi, tra i rappresentanti delle istituzioni, ha raccolto l’invito a partecipare; b) chi sarà  fischiato. La Mayday Parade contro il precariato del pomeriggio – organizzata da Cub (confederazione unitaria di base) e Chain Workers (un gruppo vicino al centro sociale La Pergola) – sul piano dei numeri ha surclassato il corteo confederale (centomila persone l’anno scorso). Ma spesso i riflettori si spostano su atti di vandalismo e slogan politicamente scorretti («Dieci, cento, mille Nassiriya»). Sulla necessità  di trovare anche a Milano un modo di festeggiare più in linea con i tempi sono d’accordo tutti, anche all’interno dello stesso sindacato confederale. Con ogni probabilità  quello di quest’anno sarà  l’ultimo corteo da Porta Venezia a piazza del Duomo. «Stiamo lavorando a un evento alternativo, che colleghi Milano alle altre grandi piazze europee del lavoro» racconta Fulvio Giacomassi, a capo della Cisl di Milano. Il segretario generale non condivide però le critiche del professor Castronovo al senso del Primo Maggio: «Una giornata da dedicare al lavoro resta necessaria». «Per quanto mi riguarda, la festa dei lavoratori mantiene ancora tutto il suo significato. Tanto che sarò in piazza a rappresentare il Comune», si aggrega l’assessore al Lavoro, Andrea Mascaretti. I metalmeccanici della Fiom-Cgil rincarano la dose. «Il senso della ricorrenza resta intatto nonostante quanto detto dal professor Castronovo – attacca il segretario generale milanese, Maria Sciancati -. Il nostro obiettivo è tutelare chi dà  tanto alla società  per ricevere poco in cambio – continua la sindacalista -. Ieri si trattava degli operai. Oggi si tratta ancora degli operai ma anche dei precari dei call center».

«Il lavoro è un valore costituzionale, merita certamente una festa» interviene Maria Grazia Fabrizio, consigliere regionale e sindacalista storica della Cisl. La difesa del primo maggio mette d’accordo confederali e sindacato di base. «La festa è viva più che mai» conclude Walter Montagnoli, coordinatore nazionale della Cub e organizzatore della Mayday Parade. E gli slogan offensivi? E le scritte sui muri? «Quando si portano in piazza 100 mila persone sono inevitabili». Allo studio un evento alternativo che colleghi la città  alle altre piazze internazionali nella festa del lavoro.

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