Malpensa, tornano le “Sea Girls” San Precario vince

Liberazione, 4-10-07

Le Sea Girls tornano finalmente a Malpensa. La SEA ha sottoscritto un verbale di accordo avanti il Tribunale di Busto Arsizio con il quale si è impegnata a trasferire le ragazze da Linate a Malpensa in tre scaglioni, tra il 31 ottobre il 30 novembre e il 31 dicembre. «La SEA – ha specificato Massimo Laratro, uno dei legali del Punto San Precario che ha seguito per oltre due anni e mezzo le Sea Girl – si è inoltre impegnata a trasformare l’attuale contratto di lavoro part-time a 32 ore settimanali in un part-time a 30 ore ed a riconoscere alle lavoratrici lo stesso trattamento economico e normativo previsto per i lavoratori e le lavoratrici di Malpensa a tempo indeterminato». Le ragazze, hostess di terra, addette al "check in" alla Malpensa infatti, nonostante il reintegro e l’assunzione a tempo indeterminato stabilito dal Tribunale di Busto nel primo giudizio, con una sentenza che avrebbe potuto costituire un precedente anche per altre categorie di lavoratori primi fra tutti quelle delle poste, si erano viste applicare la stessa disciplina utilizzata dalla società per gli interinali e con esso i turni allucinanti e la riduzione delle maggiorazioni. Le ragazze hanno rinunciato ad ogni pretesa nei confronti della società (eventuali richieste risarcitorie derivanti dall’illegittimo trasferimento), mentre dalla parte aziendale, proseguono i legali delle Sea Girls, «la società avrebbe deciso di cambiare atteggiamento nei loro confronti dopo il cambio che c’è stato alla direzione delle risorse umane. La rappresentate SEA ha inoltre fatto riferimento alla necessità di riallacciare i contatti con i sindacati in ragione della vicenda Alitalia».

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Posizioni sulla manifestazione del 20 ottobre 2007

Rassegna stampa dal Corriere della Sera
e dal Manifesto settembre 2007

COSA FA LA COSA ROSSA PER COSARE IL
GOVERNO A DIRE QUALCOSA DI SINISTRA

CICLO DI INTERVISTE DEL MANIFESTO E DEL
CORRIERE

  1. Giannini (Partito della
    rifondazione comunista) 9/9/07 MANIFESTO

  2. Cento (Verdi) 11/9/07 MANIFESTO

  3. Niccolosi (CGIL lavoro e società)
    12/9/07 MANIFESTO

  4. Marco Revelli 13/9/07 MANIFESTO

  5. Alleva (Giuslavorista) 14/9/07
    MANIFESTO

  6. Rinaldini (FIOM)15/9/07 MANIFESTO

  7. Cremaschi (FIOM) 9/9/07 CORRIERE

  8. Giulietto Chiesa MANIFESTO

  9. Mussi (SINISTRA DEMOCRATICA)
    CORRIERE

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FIOM e lo strappo

Dal
manifesto e dal corriere settembre 2007

1) I metalmeccanici non
approvano Manifesto 12/9/07

2)
L’ esecutivo e lo strappo di Rinaldini I TAMBURI DELLA FIOM13
settembre, 2007 Corriere della Sera

3)
il Leader Epifani: ora il chiarimento I metalmeccanici non sono un
sindacato a parte 13/9/ 2007 Corriere

4)
RETROSCENA Svolta movimentista delle tute blu La parola «scissione»
non fa paura 12/)07 Corriere

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Perché la Precariomanzia?

cartomanzia.precaria.org

I tarocchi sono considerati soltanto un modo un po’ esoterico di predire il futuro, ma in verità  la lettura delle carte indica tutte le forze, interiori ed esteriori, che determinano lo svolgersi degli eventi. Visti in questa maniera, i tarocchi perdono la banalità  del giochetto magico per diventare un luogo di discernimento, conoscenza di sé e meditazione. Il cammino verso cui dirigersi, la scelta ultima da compiere rimangono una questione che spetta alla volontà  di chi deve affrontare il proprio futuro. Perché legare precarietà  e tarocchi? Non certo perché crediamo che la lotta alla precarietà  abbia dimensioni magiche, esoteriche o extradimensionali. Ma le caratteristiche ambivalenti di ogni Arcano, che può essere letto sia come un problema, sia come un’opportunità , le interpretazioni che nascono dall’associazione fra le varie carte e il loro rapporto con le forze che agiscono su di noi sono un buon pretesto per indurre a riflettere e per suggerire alcune strategie di inter/azione.

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Mayday, ancora in pista a fianco dei precari

01/05/2007 – Liberazione 

Per il settimo anno consecutivo va in onda, a Napoli e Milano, il primo maggio di chi i diritti non può nemmeno immaginarli. «Si parla tanto ma si fa poco»

 

Mayday, ancora in pista a fianco dei precari

 

E per il settimo anno, Mayday Mayday!
Dopo anni di mancato riconoscimento e oblio, il 2007 sarà  l’anno dei precari e delle precarie. Sono stati sulla bocca di tutti durante la campagna elettorale e lo sono ancora oggi nei tavoli di riforma del welfare e nei comizi di tutta la sinistra partitica e sindacale. Disgraziatamente, tutto questo parlare di precarietà  non porta nulla di utile per i precari: chi oggi cerca di rappresentare gli interessi dei precari, lo fa con dubbia strumentalità  o, alla meglio, con l’incapacità  di comprendere un corpo sociale difficilmente interpretabile attraverso le lenti tradizionali della sinistra.
Il 4 e il 17 novembre 2007 ci sono state una manifestazione e uno sciopero contro il precariato (incuranti del fatto che il precariato siamo noi!), che hanno confermato i limiti di partiti e sindacati. A differenza di altri che cambiano nome, senza cambiare persone, pratiche e parole d’ordine, la Mayday si rinnova ogni anno, ed ogni anno ad animarla sono centinaia e migliaia di lavoratrici, di precari, native e migranti, che investono le proprie energie, la propria passione, la propria intelligenza per mostrare un modo diverso di pensare ed attuare la lotta alla precarietà . Unica costante: adottare quegli strumenti che le imprese usano per penetrare e controllare il sociale, cercando di scardinare quella morsa di ricatto e consenso, di nefandezze e fascinazione che nutre il sistema neoliberista.
àˆ questa presa sul sociale che permette oggi alle imprese di arricchirsi, ed è su questo piano che si conduce la lotta alla precarizzazione. Non crediamo che questo governo, in tutte le sue componenti più o meno di sinistra, si dimostrerà  capace di agire realmente contro i meccanismi che generano la precarietà : troppo supino ai ricatti di chi "fa girare l’economia", troppo stolido per comprendere i propri limiti storici e troppo cerchiobottista per assumere posizioni decise e incisive.
Le misure in realtà  sono sconcertanti nella loro semplicità . Minimo: riduzione delle forme contrattuali, salario minimo, orario, abolizione della cessione di un ramo d’azienda. A questo va aggiunto una forma di reddito garantito, che permetta una reale libertà  di scelta di vita, non più sottoposta al ricatto del bisogno e della subalternità : una continuità  di reddito diretto e indiretto (sotto forma di servizi comuni e sociali) che deve essere incondizionata (per non cadere sotto l’ombrello del controllo sociale), per tutti i residenti (e non solo per i "cittadini"), finanziata dalla fiscalità  generale e non dall’Inps e dai contributi sociali (partita di giro tra lavoratori).
Purtroppo restiamo convinti che tutto questo non si otterrà  attraverso governo ("taroccato" come questo o meno), partiti e sindacati vari, ma che solo l’autorappresentazione e l’autorganizzazione di gruppi di precari sempre più ampi metterà  sul piatto della bilancia una forza non controllabile e determinata a sufficienza per poter strappare ciò che merita e necessita: un po’ di dignità  e la possibilità  di vivere liberamente.

"Agenti dell’intelligence precaria"

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