Amarcord #1: le 95 tesi contro la precarietà, ovvero come combattere la bestia

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2008. Ottobre. Diciassettesimo giorno del mese. Lo sciopero generale del sindacalismo di base e l’Onda studentesta uniscono le forze e danno vita a una giornata di mobilitazione straordinaria che riempe le strade di Milano e Roma. In entrambe le città sfilano manifestazioni imponenti. Con la fine del periodo estivo due calamità hanno colpito le lavoratrici, gli studenti, le precari e i migranti. La prima si chiama crisi. La seconda si chiama Gelmini.

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Gb, un piano da 2,5 miliardi per l’economia finanziato con la tassa sui bonus dei banchieri

LONDRA – Il governo britannico vara un piano di aiuti all’economia da 2,5 miliardi di sterline (2,80 milioni di euro). Il pacchetto di aiuti inserito nella legge finanziaria 2010-1011 è stato presentato alla Camera dei Comuni dal ministro delle Finanze, Alistair Darling. Il pacchetto di aiuti, che arriva in vista delle elezioni del 6 maggio, sarà finanziato per la gran parte dalla tassa temporanea del 50% sui bonus dei banchieri, che ha fruttato ben 2 miliardi di sterline. ll governo laburista, ha aggiunto il ministro Darling, passate le imminenti elezioni politiche, si ripromette anche di avviare il “più drastico piano da decenni a questa parte” sul controllo della spesa pubblica.Il piano, ha spiegato Darling, “serve ad assicurare la ripresa, ridurre l’indebitamento e investire nel futuro dell’industria britannica”, oltre a “definire un cammino verso la prosperità a lungo termine”.

Darling ha aggiunto che il governo di Gordon Brown ha fatto “le scelte giuste” per fronteggiare la crisi, incluso il sostegno alle banche, che però dovranno ridare tutto ai contribuenti. A questo proposito, il ministro ha ricordato che la tassa al 50% sui super bonus dei banchieri ha portato nelle casse dello stato circa 2 miliardi di sterline, “il doppio del previsto”. Il ministro si è nuovamente detto favorevole a nuove regole per il sistema bancario, ma solo se queste verranno coordinata a livello globale.


Nel merito, il programma del governo laburista prevede una serie di interventi a favore delle piccole imprese e dell’innovazione nonché il finanziamento di infrastrutture nazionali. In un contesto di maggiore ottimismo circa la ripresa economica nel Regno Unito, Darling ha rivisto in crescita le stime sul Pil: tra l’1% e l’1,5% quest’anno e tra il 3% e il 3,5% nel 2011. Il ministro delle Finanze ha inoltre tagliato le stime sull’indebitamento che è previsto di 167 miliardi di sterline nel 2009-10, 11 miliardi in meno rispetto alle previsioni iniziali. Entro l’aprile del 2014, ha aggiunto Darling, il deficit sarà tagliato a 89 miliardi di sterline dai 167 miliardi di quest’anno. Inoltre, il fabbisogno scenderà a 163 miliardi di sterline il prossimo anno per poi calare a 74 miliardi nel 2014-15. Dunque, ha spiegato Darling, “Il deficit risulterà inferiore di 100 miliardi di sterline entro il 2013-14 rispetto a quanto stimato nella finanziaria dell’anno scorso”.

La finanziaria inevitabilmente sarà al centro della campagna elettorale. Il governo punta sul fatto che contiene  sgravi e facilitazioni a favore della classe media e dei meno abbienti, e qualche aggravio sui ricchi. Il provvedimento-simbolo è la cancellazione dell’imposta di bollo per chi compra la prima casa, a patto che questa costi meno di 250.000 sterline; per compensare questi mancati introiti vengono aumentate le tasse per chi compra una casa da oltre un milione di sterline e per i redditi sopra le 130.000 sterline all’anno. Del complesso della manovra fanno parte, inoltre, gli aiuti ai pensionati a basso reddito per pagare il riscaldamento e l’ulteriore stretta contro l’evasione fiscale attraverso nuovi accordi con alcuni paradisi fiscali come la Repubblica dominicana, Grenada e il Belize.

Ci sono poi aumenti delle tasse sul carburante, su alcolici e tabacco, ma anche sgravi fiscali per le imprese; stanziamenti extra per università e ricerca, sostegni all’occupazione giovanile e massicci investimenti per l’alta velocità, la banda larga per tutti, le biotecnologie e le centrali per l’energia rinnovabile.

(24 marzo 2010) da la repubblica

Sembrerebbe….ma no

A leggersi il titolo della recensione su il sole24, di gianfranco Fabi leggi qui del nuovo libro di Treu e Ceruti, Organizzare l’altruismo, verrebbe subito da esclamare: perbacco!  “Vietato illudersi: un nuovo welfare per il dopo crisi”.  Niente di più e niente di meno: il problema e la soluzione in una frase. Per dare un taglio alla crisi è necessario ridare dignità al welfare. E’ chiaro, o per lo meno lo sembra. Addentrandosi invece nella lettura cotanto stupore si tramuta subito in delusione. Certo, questo testo vuole essere una recensione del libro sopra citato, eppure non sembra esserci niente di significativo. In pratica si afferma che



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Vietato illudersi: un nuovo welfare per il dopo crisi

di Gianfranco Fabi, da il sole24 ore

C’è una tentazione e insieme un’illusione nel guardare al futuro dell’economia e della società dopo la grande crisi degli ultimi mesi. L’illusione è quella di pensare che, prima o poi, tutto tornerà come prima e la tentazione che ne deriva è quella di aspettare perché, prima o poi, non potrà che rimettersi in moto il ciclo virtuoso dei consumi e quindi della produzione, dell’occupazione, della ricchezza.


Purtroppo non sarà così. È verosimile, nonostante tutte le exit strategy, non solo che sarà molto lungo il cammino per tornare ai vecchi livelli di crescita, ma anche che non mancheranno le tensioni sul fronte degli equilibri sociali con un preoccupante aumento delle disuguaglianze e con una disoccupazione destinata a rimanere a lungo su livelli particolarmente alti. All’interno dei singoli paesi appare così evidente la necessità di trovare nuovi equilibri di giustizia sociale: non a caso, proprio negli Stati Uniti un osservatore attento quale Paul Krugman ha spesso indicato come un elemento anomalo la scomparsa dei ceti medi e quindi l’aumento delle distanze tra i ricchi e i poveri.

Prendere atto della crisi vuol dire accettare di rimettere in discussione vecchi modelli e consolidate certezze. Lo mette in risalto il libro Organizzare l’altruismo, scritto da Mauro Ceruti e Tiziano Treu, che ha l’ambizioso sommario «globalizzazione e welfare» e pone in primo piano la necessità di tener conto che «lo sconvolgimento degli scenari globali impone di rimettere in discussione compiti e strutture del potere pubblico statale, della politica e della partecipazione democratica».

È ormai evidente che gli effetti della crisi non riguardano solo gli equilibri del sistema economico, ma toccano da vicino anche l’incapacità della teoria economica di spiegare il presente e soprattutto di interpretare il futuro. Anche perché al tradizionale concetto di rischio, in qualche modo prevedibile e calcolabile, si è affiancato quello d’incertezza, maggiormente legato alla fragilità e all’instabilità. Ma mentre il rischio fa parte, anzi è un elemento costitutivo del mercato, l’incertezza è tale da mettere in crisi sia i meccanismi della domanda e dell’offerta, sia quella fiducia negli altri e nel futuro che costituisce un elemento fondamentale dello stesso mercato.

Ecco allora che un cambio di prospettiva appare fondamentale. Ma non solo per migliorare le garanzie e quindi aumentare l’affidabilità dei sistemi di welfare, ma anche per dare al mercato la possibilità di funzionare meglio e quindi di riprendere a creare la ricchezza necessaria a finanziare efficaci e razionali politiche redistributive.

Il nostro stato sociale deve fare un salto di qualità, ad esempio, affrontando la necessità di rimediare alla grande insufficienza degli ammortizzatori sociali per i quali la spesa è pari a un terzo della media europea, lasciando peraltro scoperte proprio le categorie di lavoratori più precarie. Ma dovrebbe anche riscoprire valori come quello della partecipazione dei lavoratori al capitale delle imprese, un valore per troppo tempo sacrificato sull’altare di una conflittualità considerata dal sindacato un elemento qualificante dell’impegno sociale.

Metalli Preziosi, hanno fatto perdere il posto a 258 operai: arrestati

dal Sole24ore

Presidente, commissario straordinario e dirigente accusati di bancarotta e corruzione. Spariti 800 mila euro oltre a tonnellate di argento, platino e rodio

Paderno Dugnano, 27 febbraio 2010 – Un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e due agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta e corruzione per il fallimento nel luglio scorso della Metalli Preziosi-Lares Cozzi di Paderno Dugnano, lasciando a casa 258 lavoratori, che per mesi si sono battuti con proteste e presidi e persino salendo sul tetto dell’azienda dismessa.

In carcere a Monza è finito Marcel Astolfi, 50enne residente a Figino Serenza, presidente della Metalli Preziosi spa, accusato di bancarotta fraudolenta e corruzione, mentre agli arresti domiciliari si trovano Salvatore Castellano, 72 anni, residente a Napoli, nominato dal Ministero dello Sviluppo economico commissario straordinario della Lares Cozzi spa, accusato di corruzione, nonchè Gualtiero Castiello, 56 anni, residente a Brescia, che è stato presidente del collegio sindacale della Metalli Preziosi spa ed è accusato di bancarotta fraudolenta.

Ad eseguire le ordinanze, chieste dai sostituti procuratori monzesi Walter Mapelli ed Emanuela Massenz e firmate dal gip monzese Licinia Petrella, sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Paderno Dugnano, che hanno eseguito tutte le indagini dopo che nel luglio scorso si era presentato alla Procura di Monza accompagnato da un avvocato di fiducia Gilliano Violet, amministratore unico di Matrics srl, una delle società facenti capo di fatto o di diritto a Marcel Astolfi come Metalli Preziosi, Lares Cozzi e Ist Holding, società tutte fallite negli anni.

Violet aveva raccontato di essere stato, fin dalla fondazione di Matrics srl nel 2001 un “prestanome” di Astolfi e di essersi prestato a sfruttare gli affidamenti bancari di cui godeva Matrics incrementandoli attraverso l’emissione di false fatture a Metalli Preziosi. Questo fino al 2005, quando il “giro” era aumentato a dismisura portando la Matrics al fallimento con un buco di 2 milioni e mezzo di euro. Secondo l’accusa, Astolfi avrebbe distratto a scopi personali circa 800mila euro, mentre gli altri li avrebbe utilizzati per liquidare o gestire le altre società a lui legate.

Con Castiello Astolfi è accusato di avere fatto sparire dalla Metalli Preziosi partite di argento per 7 tonnellate per un valore di circa 2 milioni di euro, oltre a platino e rodio per circa 700mila euro. Il commissario straordinario Salvatore Castellano, secondo l’accusa, si sarebbe invece accordato con Astolfi per farsi versare 70mila euro (5300 euro mensili per 10 mesi per consulenze mai fornite e l’affitto di 1300 euro mensili per 8 mesi del suo appartamento a Milano) per promuovere e accreditare Astolfi come un buon imprenditore facendogli acquisire la Lares.