Il punto di vista precario sulla riforma del mercato del lavoro

Una breve guida al Disegno di Legge sulla riforma del mercato del lavoro  inviato al Parlamento

1 . Flessibilità in entrata e contratto a termine: non cambia nulla, o quasi

Il contratto a termine si penalizza aggiungendo l’1,4%. di tassazione, pagata formalmente dall’impresa ma facilmente scaricabile sul dipendente. Però non è più obbligatorio giustificare il motivo del suo utilizzo: di fatto, viene liberalizzato. Il contratto di inserimento viene sostituito dall’apprendistato. Nel part-time possono essere ridotte le clausole elastiche sull’orario. Le collaborazioni a progetto richiederanno una definizione più stringente del “progetto”, pena la trasformazione a tempo indeterminato (dietro denuncia del lavoratore, e vista la ricattabilità dei collaboratori…. ). Poco o nulla cambia, le tipologie precarie rimangono tali e quali, vengono solo aggiunti vincoli facilmente raggirabili. Importante: viene aumentata la contribuzione sul solo contratto a termine (quello che offre più garanzie) con l’effetto, di una probabile trasformazione in altri contratti atipici meno costosi e, soprattutto, di riversare sui salari l’aumento contributivo.

Prosegui la lettura »

Controriforma del lavoro, uno zerbino per l’Europa

San Precario non si aspettava molto dalla controriforma del mercato del lavoro. Non siamo sorpresi. I punti nevralgici erano già stati delineati e soprattutto viene confermato il metodo odioso dei due tempi, volto a favorire un’ulteriore precarizzazione del lavoro. E’ da trenta anni che è così: c’è il primo tempo che abbassa le tutele del lavoro, a cui si dice che seguirà un secondo tempo (che da lustri stiamo ancora aspettando) nel quale verranno istituite forme di sicurezza sociale che nessuno ha ancora visto. Inoltre nel trio Fornero-Monti-Napolitano che ha sponsorizzato la riforma e nelle parti sociali convocate non c’è nessuno che rappresenti gli interessi dei precari, e forse non potrebbe essere altrimenti.

Prosegui la lettura »