Milano, il call center non paga gli stipendi Rivolta e vittoria

Liberazione – 26 Novembre 2009

I 600 lavoratori Omnia Service più bravi dei sindacati

I lavoratori più bravi dei sindacati. Accade a Milano, dove la rivolta spontanea dei 600 dipendenti di Omnia Service Center (Osc) contro i continui ritardi nel pagamento degli stipendi, si è conclusa in modo vittorioso nel giro di due giorni. La minaccia del blocco del lavoro a oltranza e la scelta dell’assemblea di gestire in prima persona la trattativa con l’azienda hanno indotto Alessandro Gili – l’unico membro del consiglio di amministrazione della Voi City srl (azionista unico di Osc) ancora in carica dopo le improvvise dimissioni di Valentina Serri e Matteo Ferrari – a scendere a patti. I lavoratori sono così riusciti a strappare all’azienda impegni precisi: il pagamento di tutti gli stipendi di ottobre il 30 novembre e di tutti quelli di novembre il 15 dicembre.
«Sono stati i lavoratori di loro spontanea volontà, stufi di essere presi in giro, a prendere in mano la situazione», racconta l’avvocato Massimo Laratro, dell’associazione sindacale Bios, colui che, a livello legale, segue questa vertenza per conto degli ex dipendenti Wind del call center di Sesto San Giovanni (Milano), 275 lavoratori esternalizzati in Osc nel 2007.
Oltre ai contratti con aziende del settore telefonico – ma anche con banche – per dare informazioni telefoniche ai clienti, Omnia Service offre anche servizi di carattere amministrativo. Per otto ore di lavoro su diversi turni, i lavoratori sono retribuiti la miseria di 800 euro al mese. Nel 2007 il lavoro non mancava, ma gli errori del management e una gestione delle risorse poco trasparente hanno via via aggravato la situazione del gruppo.
A dicembre 2008 inizia il calvario: sotto Natale, l’azienda comunica che il pagamento delle tredicesime sarebbe slittato ai primi di gennaio. Dal gennaio 2009 il ritardo nel pagamento degli stipendi diventa sistematico, con i lavoratori costretti ad aspettare il venti del mese successivo, se non addirittura la fine di quel mese, per vedere i propri soldi. La situazione precipita quando ad agosto la Consob, l’organo di vigilanza della Borsa, impugna davanti al Tribunale di Milano il bilancio del 2007. A quel punto – siamo a settembre 2009 – la Osc decide di farsi comprare da una società chiamata Alba Rental srl, costituita da due dipendenti della stessa Omina Network spa. Nel frattempo i lavoratori non hanno ancora ricevuto le retribuzioni di luglio e agosto.
I primi a muoversi sono gli ex Wind, che scrivono alla Wind, debitore in solido a norma di legge. La mossa sembra funzionare, perché il giorno dopo – siamo a fine settembre – Osc paga a tutti le retribuzioni arretrate non corrisposte. Due dei lavoratori che avevano firmato la lettera a Wind vengono però sospesi per alcuni giorni dal lavoro.
A distanza di circa un mese Alba Rental scompare di scena per essere sostituita da un’altra società sconosciuta e costituita dai medesimi soci: Voi City. Il ritardo nel pagamento delle retribuzioni però continua. Fino a tre giorni fa, quando i lavoratori decidono l’interruzione del lavoro e all’unisono scendono nel cortile bloccando il direttore del personale Dr. Puttu, pretendendo un immediato incontro con Gili. Alla richiesta di Puttu di fare un incontro con le rappresentanze sindacali i lavoratori si dimostrano decisi nel chiedere la presenza del manager davanti alla assemblea plenaria. Una scelta che si rivelerà vincente.

Roberto Farneti

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1 comment to Milano, il call center non paga gli stipendi Rivolta e vittoria

  • Precario/a

    QUANDO LA CRISI LA PAGANO I LAVORATORI…

    Al padroncino di MARKETING & COMUNICAZIONE SRL non è bastato tenere in regime di estrema precarirtà i lavoratori del call center, del back office,delle risorse umane, dell’amministrazione, non gli è bastato neppure produrre buste paga con detrazioni e contributi di lavoro MAI VERSATI; il padroncino di MARCKETING & COMUNICAZIONE di Cinecittà, decide di tenere decine e decine di lavoratori senza stipendio da mesi, di non pagare il lavoro svolto, fà mattanza e licenzia arbitrariamente senza preaviso, per poi sostituire il personale con altri lavoratori che chiaramente… continua a non pagare!
    Quello che succede nei call center lo sappiamo, e sono note le vicende di Atesia proprio a pochi passi dalla sede di Marketing e Comunicazioni, e sappiamo anche che solo la lotta paga e che a molti dei lavoratori del gruppo Almaviva, sono stati riconosciuti i propri diritti attraverso una dura lotta autorganizzata!
    Non lasceremo che la nostra fatica, il nostro tempo, la nostra vita resti nelle mani dei padroncini che fanno il buono e il cattivo tempo, che ci tengono in costante regime di precarietà e povertà!
    Alziamo la testa, contrastiamo la violenza padronale, rendiamo pubblico ogni sfruttamento, organizziamo la lotta!

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