Vivere in Via Padova

Oramai è passata una settimana dall’omicidio del ragazzo di origini egiziana. I fatti sono noti: una lite su un autobus, la rissa e l’accoltellamento.
La rivolta che ne è seguita, dopo aver oscurato il dramma di una morte tragica, ha scaldato le pagine dei media e gli animi della politica.
Per alcuni giorni viale padova è stata invasa da telecamere, microfoni, furgoni parabolanti.
Un gazebo de Il Corriere della Sera è stato posizionato nel tentativo di raccogliere gli umori di una via che ci viene descritta da tutti, ma proprio tutti, come una ensamble di immigrazione e degrado, che ha il proprio inizio in piazzale Loreto, a due passi dal centro, e finisce alla tangenziale dopo aver attraversato un quartiere iper-etnico. Come se questa descrizione potesse aiutarci a capire qualcosa.

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Rosarno:da dove arriva il razzismo?

È TUTTA COLPA DI ‘NDRANGHETA E CAPORALI?
Dino Erba

La rivolta nera di Rosarno e il pogrom bianco che ne è seguito hanno suscitato grande sdegno, tra le anime belle della democrazia. Subito, si è levato un coro contro ‘ndrangheta e caporali. Ma siamo proprio sicuri che siano loro i veri responsabili del fattaccio?
‘Ndrangheta e caporali sono sicuramente anime dannate, pronte a ogni porcheria. Ma non sono gli apostoli del razzismo, sono solo il lato oscuro (quello vero!) del modo di produzione capitalistico.Per vedere dove nasce il razzismo, dobbiamo allora seguire il filo delle relazioni economiche.

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Roma, dove i Rom muoiono ancora nei roghi

rom Roma, 27 dicembre 2009. Circondati da odio e pregiudizi, i Rom continuano a morire nei roghi, come nel Medioevo. A volte li uccide la povertà, che li costringe a riscaldarsi, in inverno, con metodi pericolosi: vecchie stufe, candele, fornellini ad alcol. A volte la mano di un razzista. Ieri sera una persona di etnia Rom ha perso la vita a Roma, dove viveva in una baracca sull’Ardeatina, già teatro di azioni di pulizia etnica istituzionale e di azioni di intolleranza da parte di gruppi neonazisti. I Rom di un accampamento vicino hanno chiamato i carabinieri. Le assi dell’abitazione di fortuna hanno preso fuoco per cause che le autorità ci spiegheranno come incidente dovuto a incuria.  Li uccidono la disperazione, l’indifferenza, il sadismo. I vigili del fuoco sono intervenuti alla 22. Hanno trovato due brande, nella baracchina. Su una di esse giaceva il corpo della vittima, quasi completamente carbonizzato. L’incendio segue quello avvenuto l’11 dicembre scorso, sempre a Roma, in via Candoni. Le fiamme hanno raggiunto e distrutto 40 baracche. Suiccessivamente diversi roghi sono stati spenti dagli stessi Rom in insediamenti più piccoli, mentre nelle prime ore del mattino del 21 dicembre scorso, nel campo di via della Martora, le fiamme hanno ustionato alcune persone e distrutto 70 baracche; solo il coraggio di un giovane Rom, che ha aiutato molti dei suoi fratelli  a uscire indenni dalle baracche in fiamme ha potuto evitare il peggio. Contemporaneamente le fiamme sono divampate anche in un insediamento Rom a Montemario. Otto baracche sono andate distrutte insieme agli oggetti di sopravvivenza dei Rom. “Non so se si tratti di attentati o di incidenti domestici,” afferma Albert, Rom romeno, “quello che so è che le autorità vengono a spiarci, anche di notte, e continuano a distruggere le nostre baracche e le nostre stufe. Le discariche hanno ricevuto l’ordine di non fornire ai Rom materiale da costruzione e di conseguenza costruire ripari solidi e sicuri, con sistemi di riscaldamento non pericolosi è ormai impossibile. Nonostante le giornate che dedichiamo ormai a ricostruire in posti sempre più nascosti le nostre baracchine, è sempre meno facile reperire i materiali adatti. Vivere al freddo vuol dire morire, a certe temperature, ma anche scaldarsi con l’alcol etilico è un grande rischio”. Questa è Roma, dove pare che un nuovo Erode sia risorto, per dare la caccia con i suoi volenterosi carnefici alle famiglie Rom. Quando una persona Rom, per un vero miracolo, se si considera l’antiziganismo in Italia, riesce a trovare un lavoro, risulta poi difficile che trovi un’abitazione in possesso dei requisiti di abitabilità e che gli consenta quindi di avere le residenza. Intanto, fioccano le espulsioni, basate su reati come l’accattonaggio molesto, gli schiamazzi, la resistenza e l’oltraggio a pubblico ufficiale. Quando ricevono queste denunce, significa che sono rimasti in silenzio di fronte agli agenti, finché… vola un pugno guantato e il grido di dolore, “Ahi!”, del Rom colpito compare nel verbale come “oltraggio”. Altre cause di espulsione prefettizia sono le condizioni di povertà e la mancanza di mezzi di sussistenza, considerate dalle autorità la prova inoppugnabile per cui la persona Rom viva di attività delittuose.


Da everyonegroup.com

Un mese di mobilitazioni antirazziste

by cantiere.org

Ad un anno dal maledetto 14 settembre 2008, ad un anno dall’omicidio di Abba: contro un presente di leggi razziste e risposte autoritarie alla crisi, contro ronde e razzisti e un passato che non ha futuro, per il ritiro immediato del pacchetto sicurezza, per una globalizzazione dei diritti per tutte e tutti, costruiamo un mese di mobilitazioni antirazziste!

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Un autunno Gelido Doppio appuntamento RENATO CURCIO e GIOVANNELLI

 

 

 
Inizio:

Giovedì, 17 Settembre, 2009 – 21:30

I quaderni di ricerca sociale –  serata con Renato Curcio

I Quaderni di ricerca sociale ospitano il lavoro di socioanalisi narrativa attuato negli ultimi anni nei cantieri aperti da Sensibili alle foglie. La loro impostazione e scrittura
sono conseguenti all’idea che la ricerca sociale debba svilupparsi come un processo allargato e collettivo a cui tutti possono partecipare. Essi dunque hanno come obiettivo quello di restituire il lavoro della ricerca agli attori sociali che si impegnano sui territori affrontati.

2 esempi di ricerca sociale a cura di Renato Curcio

I dannati del lavoro
I migranti fanno parte di quelle moltitudini di esclusi che Frantz Fanon definì i ‘dannati della terra’ e che in quest’epoca sono i nuovi ‘dannati del lavoro’. Questa ricerca, svolta con lavoratrici e lavoratori migranti, mette in luce le discriminazioni che i migranti subiscono nel mondo del lavoro, i dispositivi del razzismo culturale e quelli delle leggi che regolano il ‘circuito di Schengen’. E mette in dubbio le ‘certezze’ sulla nostra ‘identità europea’ e le pigre complicità intellettuali con cui le accogliamo senza neppure accorgerci di diventare così sempre più stranieri a noi stessi.

Il consumatore lavorato
Cosa sia oggi e qui la ‘società dei consumi’ e più ancora chi siamo noi ‘consumatori’ nelle nostre pratiche quotidiane, quali dispositivi e quali routine precedono o sotterraneamente ci muovono nel nostro agire è l’oggetto di questa esplorazione socianalitica condotta in alcuni grandi centri commerciali del nord Italia.

Ingresso con tessera Arci

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Democrazia criminale

 
Inizio:

Giovedì, 24 Settembre, 2009 – 21:30

Korta moderatore
Andrea Fumagalli Docente economia all’università di Pavia
Gianni Giovannelli Autore del libro

La globalizzazione ha distrutto ogni confine e travolto gli stati nazionali; per contrasto ha nel tempo stesso creato, in ambiti territorialmente ristretti, nuove forme di esercizio del potere che vanno a riempire il vuoto di governance. La crisi strutturale di questi mesi esalta il fenomeno ed accelera la trasformazione. Dopo la democrazia liberale dell’occidente industrializzato e la democrazia popolare dei regimi staliniani si va consolidando una sorta di democrazia criminale per assicurare il controllo del territorio e la continuità del profitto: partecipano alla costruzione l’apparato temporale delle diverse religioni e la rete organizzativa delle mafie diffuse nel pianeta. Entrambe sono radicate nelle piccole comunità e al tempo stesso globali. Dunque entrambe sopravvivono al crollo delle nazioni e si rinnovano.
Il concetto ottocentesco di democrazia riacquista a sua volta il significato primigenio, senza aggettivi che la limitino e la stravolgano. Il cammino che conduce all’affrancamento delle moltitudini coincide dunque con il contrasto della criminalità organizzata, con la sconfitta del relativismo scettico quale espressione filosofica dell’autoritarismo, Con la cancellazione e la liberazione dal debito globale collegato alla mera rappresentazione della moneta.


Gianni Giovannelli
è nato a Ferrara nel 1949; dal 1974 svolge nel suo studio milanese l’attività professionale di avvocato giuslavorista, Assistendo i lavoratori contro le aziende. È anche vicepresidente lombardo dell’Associazione dei legali specializzati in diritto del lavoro. Per Mimesis ha già pubblicato le prime due parti di questa complessiva trilogia sulla moneta e sulle istituzioni: Segui il denaro e Moonlighting. L’autore ha dato anche alle stampe quattro romanzi brevi (fra questi, Il segreto è dirlo ha avuto discreta diffusione nella traduzione francese per Editions Allia); sono apparsi inoltre numerosi articoli e saggi di argomento giuridico, letterario o soltanto polemico.