27 novembre: parliamo di autotutela sindacale

Il Fatto
Le forme tradizionali di conflitto come lo sciopero, per quanto ancora
importanti, non sono più sufficientemente efficaci. Di ciò ne abbiamo
discusso molto con sindacalisti, lavoratori e persone "informate dei fatti"
nel ciclo di incontri "A ruota libera" (primo, secondo, quarto e quinto) che abbiamo organizzato l’anno
scorso.
E’ emerso un quadro non propriamente esaltante.
Se da un lato si ammette l’insufficienza degli strumenti classici del
conflitto dall’altro si continuano a considerare la tecnologia e gli
strumenti della comunicazione dei social network come migliorativi ma, in
fondo in fondo, solo accessori.


L’esperienza
Le collaborazioni che abbiamo avuto in questi anni ci hanno mostrato come
invece il rapporto fra tradizione ed innovazione non è una somma bensì
un’implementazione. Su questa differenza pensiamo si appoggino tutte le
divergenze/diffidenze che accompagnano molte esperienze di lotta. Le
incomprensioni nello specifico sono due.
Da un lato si pensa che esistano due mondi distinti: quello della
produzione materiale e quello della produzione immateriale. Implicitamente
i sindacati considerano il primo dei due più "vero" che l’altro, forse
perchè nel secondo latitano, nelle pratiche e nelle proposte. Dall’altra,
questa somma presuppone che nello lotte di oggi sia scontata un’idea di
riproducibilità piatta e ripetitiva.
Ogni vertenza è invece un progetto a sé e che quindi ciò che deve essere
esportabile, o meglio, condiviso, siano proprio le capacità, le
competenze, la creatività e le informazioni. Se oggi il conflitto che
vince è eccezionale, è l’eccezionalità che deve essere organizzata.
Questo è ciò che ci ha insegnato la telefonia, la moda, il modo della
comunicazione, dei servizi.

Il workshop
Invece di discutere con i papabili della politica e del sindacato
quest’anno abbiamo organizzato una serie di ws volti alla formazione,
dedicata a lavoratori/trici e precari e precarie, per quanto riguarda gli
strumenti della comunicazione e le nuove forma di sindacalismo. In questi
workshop si parla non solo di auto organizzazione ma anche dell’altro lato
della medaglia: delle strategie di marketing interno con cui le aziende si
accaparrano "l’affetto dei propri dipendenti" e clienti.
Il 27 novembre: parliamo di autotutela sindacale
Lavoratori della telefonia, della comunicazione, dell’information
technology insieme agli avvocati del punto san precario, agli attivisti
precari di chainworkers e della mayday, partiamo dalle nostre esperienze
per cercare di rispondere insieme ad alcune domande:
– se i sindacati non vogliono cambiare come ci vogliamo organizzare?
– le esperienze fatte in questi anni, in che modo si possono sistematizzare
e collettivizzare?
– quali solo le leve del conflitto su cui dobbiamo puntare? E in che
struttura più "formale" ha senso organizzarsi?

Il 27 novembre, dalle ore 21 al punto San Precario presso il Ponte della
Ghisolfa, viale monza 255.

Condividiamo le nostre esperienze, ampliamo i nostri orizzonti, definiamo
insieme dei prototipi organizzativi da testare insieme e fare dei passi
avanti.

Vi aspettiamo preparati! Smile

Le intelligenze precarie del Punto San Precario

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