MayDay008 Milano – Rassegna stampa. Seconda parte

Seconda raccolta delle testimonianze riguardanti la MayDay milanese di quest’anno.

Dai (pochi) articoli comparsi sulla carta stampata nei giorni successivi al Primo maggio ai (pochi) giornali radio-televisivi che si sono accorti delle decine di migliaia di persone in piazza. Inoltre una raccolta di agenzie stampa e qualche link ai report apparsi sui siti internet.

In coda una prima raccolta di link ai servizi di foto, audio e video pubblicati in rete.

Segnalateci ulteriori “avvistamenti”. 

Il GIORNALE – 02/05/08

 

A Milano la Cgil umiliata in
piazza: quattro gatti contro 100mila no global

 

di Giannino della Frattina

 

Primo maggio, prova di forza dei
centri sociali mentre i confederali raccolgono neppure tremila manifestanti,
per la maggior parte pensionati da Milano No party, no Primo maggio. Senza il
mega concertone e i cantanti da hit parade, a Milano il sindacato fa flop e il
derby con la sinistra-sinistra finisce tanti a pochi. Anzi, tantissimi a
pochissimi. In qualche centinaio (nemmeno 3mila) la mattina dietro gli
striscioni di Cgil, Cisl e Uil a sfilare fino a piazza Duomo. In almeno
centomila nel pomeriggio alla MayDay parade, il grande carnevale degli orfani
della sinistra dedicato al mondo «precario e migrante». Chiamateli no-global,
sindacati di base, centri sociali, sinistra radicale o autonomi, la bandiera
rossa, cacciata dal Parlamento, si prende la piazza. E sfratta i vecchi
tromboni del sindacato impegnati a tritare concetti stravecchi che più nessuno
ascolta. Emblematico l’oratore (diciamo così) che dal palco parla di «sicurezza
sul posto di lavoro» e «aderenza al Paese reale». Che novità. Peccato che lì
sotto, lasciato solo solo, ci sia Pasquale Padovano, l’unico superstite della
strage di Linate a cui il fuoco ha mangiato il volto e le mani. Ustionato
all’80 per cento, 50 interventi chirurgici per riacquisire un po’ di vita,
nessuno pensa di farlo salire. Una distanza tra sindacato e lavoratori che si
vede anche nelle piccole cose. Sul sagrato l’età media è piuttosto alta. «Ormai
la maggior parte sono pensionati», ammettono. Gente che ricorda una Milano
diversa. E anche un sindacato diverso se è vero che l’Ugl, il sindacato di
destra, nell’ultima elezione della Rsu Pirelli Bicocca ha preso il 45 per cento
dei voti e nove rappresentanti. I «fascisti» hanno espugnato il regno che fu di
Sergio il «cinese» Cofferati, il fortino per più di cent’anni in mano alla
Cgil. Un simbolo. Crollato, come tanti in questi giorni. Come Sesto San
Giovanni, l’ex Stalingrado d’Italia, conquistata dai berlusconiani. «E voi non
avete idea – si lascia andare una senatrice del Pd fresca di Palazzo Madama –
che botta sia stata la vittoria di Alemanno. Quanto male l’abbiano presa a
Roma». A guardarsi un po’ in giro, anche a Milano il popolo dei veltroniani non
se la passa poi un granché. E la piazza desolata di questo Primo maggio è lì a
dimostrarlo con il secondo spezzone del corteo, quello dei marxisti-leninisti e
del Partito comunista dei lavorati, diventati ormai maggioranza. «L’anno
prossimo – scherzano, ma non troppo – andiamo noi al Duomo e mandiamo i
sindacati in piazza Santo Stefano. È piccola, ma per loro ce n’è più che
abbastanza». Uno sberleffo. Ma niente a confronto dell’umiliazione del
pomeriggio. Della marea che sfila dalle due alle tre di notte quando finisce il
concerto. Praticamente «un rave party», sono costretti ad ammettere anche in
questura, che s’impossessa del centro. «Qui c’è un mondo precario che chiede
risposte», assicura Daniele Farina, il portavoce del centro sociale
Leoncavallo, deputato nell’era Prodi e ora dopo la batosta della sinistra
arcobaleno tornato «extraparlamentare». «Un lavoro per vivere, non per morire»,
lo slogan di un ragazzo molto più efficace del politichese incomprensibile
sentito la mattina. «È tempo di godere» l’omaggio intelligente (ma sicuramente
involontario) ai quarant’anni del Sessantotto. Peccato che in tanti, troppi,
imbocchino strade sbagliate. Il ragazzino rolla l’ennesima canna con un’abilità
sorprendente. «Quanti anni ho? Quasi quattordici?». Quasi quattordici? «Lo
fanno tutti, lo faccio anch’io». È brutto perché la cultura dello sballo è
contagiosa come la peste nera. Perché per chiedere un lavoro e un futuro
migliore si passa attraverso la droga e fiumi di alcol. Piaghe peggiori delle
bombolette spray che sfregiano i palazzi. S’infuria il vicesindaco Riccardo De
Corato che denuncia due writer sorpresi dalle telecamere. Le scritte si
cancellano, le cattive strade sono più difficili da abbandonare. Una dozzina di
tir sparano la techno-house a palla, una ragazza lancia braccialetti
antistupro. «Sono quelli di Rutelli. Di stoffa, dentro ci sono le frasi per
dissuadere i malintenzionati». Goliardia. «Il futuro è nostro. E lo vogliamo
comunista». Magari bisognerebbe spiegarlo anche agli operai della Pirelli. O a
quell’egiziano (regolare) intervistato da Radio Popolare. «La manifestazione?
No, vado a casa a preparare la mia roba. Io domani alle quattro mi devo
svegliare per andare al lavoro». Il Primo maggio è proprio finito.

 

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CORRIERE.it – 02/05/08

 

Milano – Primo maggio tra cortei
e musica

 

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Il MANIFESTO – 03/05/08

 

MayDay, la festa è pur sempre qui

 

Un fiume di precari, a Milano,
trascina con sé la sinistra reale.

 

Nessuno se ne accorge, ma due
writers sono denunciati

 

di Mariangela Maturi

 

Milano – Partiamo dalla fine. Da
piazza Cairoli ormai vuota, dal silenzio nelle strade, dal presidente di
Assoedilizia che si lamenta di «questa ahinoi infausta ricorrenza» che avrebbe
trasformato la città in uno schifo. Ora proviamo a ripartire da piazza XXIV
maggio, l’altro ieri, ottava edizione della MayDay? Parade. L’atmosfera è
festosa, i carri partono con intorno 50 mila persone. Quest’anno si apre con lo
striscione «Disarmo» e uno stuolo di biciclette. Segue il carro più importante,
quello dei migranti. Non risparmia musica, empanadas e sorrisi; sono tanti, tra
balli e djambe, per ribadire il diritto al lavoro, alla casa, alla
regolarizzazione. Verso le quattro dal carro si leggono messaggi da San
Francisco e Washington, dove altri stranieri stanno sfilando in altre strade.
«Siamo con voi in questo giorno di lotta», riporta la ragazza, e basta questo a
far sentire tutti un po’ meno soli. I migranti sono organizzati come non mai, e
anche questo è un fatto straordinario: la comunità dello Sri Lanka (cento metri
di spezzone) racconta storie di sfruttamento, in India, come in Italia.
Biciclette, risciò, carretti traballanti e furgoni guidano un corteo
lunghissimo che raccoglie persone anche diverse tra loro che però hanno in
comune un’esistenza in qualche modo precaria. Sfilano le candide sposine da
piazzare (tutte con Piersilvio?), le spazzine del Sindacato dei Lavoratori
(Sdl) per spolverare via politici e politicanti. Solo un pugno di bandiere di
partito (Prc e Partito Comunista dei Lavoratori), a dimostrazione che la
sinistra istituzionale ha troppo taciuto davanti a questi precari; un giovane
con la maglietta «io sono un extraparlamentare» fa tornare il sorriso, anche se
è un altro rimprovero. La carovana raccoglie i pezzi delle sue vite incasinate
e distribuisce il puzzle del precariato, il solito giochino che sempre impazza
e che da solo basta a «bruciare» gli altri cortei che raccontano il lavoro. Il
precariato non è solo un rischio lavorativo, perchè determina una flessibilità
– «a 90 gradi» – che destabilizza esistenza e relazioni. E loro, i precari,
snobbati da welfare e trattative sindacali, rispondono così: «Leonardo era
pittore, scienziato, ingegnere, architetto. Faceva di tutto. Precario anche
lui?». Il fiume di lavoratori si muove a ritmo di musica tra tamburi, complessi
che suonano dal vivo, casse incastrate su furgoncini sgangherati; e non c’è
spazio per le polemiche, sono banditi anche i comizi. Nessun rappresentante è
chiamato a tirare le conclusioni: lo spazio è per la musica, per la danza, per
la consapevolezza personale. A quanti sostengono che manchino contenuti, la
risposta è che individuale è il pensiero, individuale (purtroppo) è la lotta.
La condizione che unisce tutti affonda le sue radici nella famosa «condizione
lavorativa», ma investe soprattutto il privato dei giovani che rischiano il
licenziamento, delle ragazze incinte senza tutele – sfilavano tante pance
(vere)… – e di chi è costretto ad aderire alla logica divorante di far fuori
il proprio vicino per non perdere il posto. Le risposte ci sono: i San Precario
Point lavorano sul «cash&crash», far perdere alle aziende soldi e immagine
per difendere i singoli lavoratori (esemplare, a Milano, il caso Esselunga). La
classe precaria, che per un giorno pensa solo a ballare, ancora una volta si è
presentata in massa, incurante della scarsa attenzione mediatica o politica
(fatta eccezione per due writers denunciati per aver imbrattato un muro). A
fine giornata sono volati in cielo 1300 palloncini, per ricordare i 1300
lavoratori che ogni anno muoiono di lavoro, e gli altrettanti che restano
feriti. Mentre questo succede, la musica non si ferma: solidarietà e protesta,
qualche volta, non hanno bisogno di silenzio per esprimersi al meglio. Alla
prossima. 

 

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Il MANIFESTO – 03/05/08

 

Primo maggio L’incredibile
solitudine del corteo più grande

 

di Giorgio Salvetti

 

Piaccia o no, la Mayday è la più
grande e giovane manifestazione del primo maggio. Migliaia di persone,
nonostante tutto, hanno rianimato la festa dei lavoratori. Rappresentano in
carne e ossa le «nuovo forme di sfruttamento e di produzione». Sono naif?
Esprimono in modo nuovo contenuti nuovi, non legati solo all’aspetto
«contrattualistico» del lavoro e della vita, guardano oltre la visione mitica
della fabbrica. Non parlano di e da delegati, parlano di e da lavoratori reali.
Mai come ora è visibile la distanza tra questi lavoratori e qualsiasi forma di
organizzazione istituzionale. La sconfitta elettorale ha sancito la fine del
progetto di tenere i piedi in due scarpe, nel partito e nei movimenti. I
sindacati, sdraiati di fronte al «governo amico» e poi conniventi con il Pd, e
la delusione della sinistra di governo, hanno portato al disastro.
Paradossalmente, la sinistra diventa extraparlamentare quando ormai ha perso
anche i movimenti non istituzionali. Ha perso non solo il movimento «militante»
in crisi, ma tutti coloro che sono mossi necessariamente, e disordinatamente,
dalle contraddizioni del sistema: astensionisti, grillini, migranti, precari.
Non ammetterlo, o provarne fastidio, è miope. I partiti si dibattono in
congressi. I sindacati, comprese le fettine di Cgil più «di lotta», di fronte a
una crisi economica e politica inaudita, con la destra al governo, rischiano di
porsi sulla difensiva e apparire respingenti e impermeabili proprio a coloro
che hanno necessità di cambiare le proprie condizioni di lavoro e di vita.
Possono restare preda del mito dello sviluppo e di un mondo del lavoro che non
c’e più, o mettersi in discussione; inchinarsi agli imperativi del capitale e
perdersi in lotte intestine, o ripartire dai lavoratori veri. Possono
continuare a discutere di rappresentanza ma rappresentare sempre meno, oppure
aprirsi. Peccato che, sciaguratamente, la Mayday, e ciò che rappresenta, non
abbia mai marciato così sola. 

 

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Il GIORNALE – 03/05/08

 

Primo Maggio, ora è la festa
degli imbrattatori

 

In centomila sono scesi in piazza
per manifestare contro il precariato e «la progressiva perdita generalizzata
dei diritti del mondo del lavoro». Hanno sfilato lungo le vie del centro.
Giovani e adulti, no global e ragazzi vicini ai centri sociali. Ma ancora una
volta la May Day Parade, tradizionale parata del Primo Maggio, si è trasformata
– per alcuni – in un’occasione ghiotta per deturpare angoli storici della
città. Nell’indifferenza – apparente – della folla intenta a far festa. Gli
occhi delle telecamere sparse per la città, e qualche passante, infatti, hanno
permesso di individuare, e denunciare, due vandali. Mentre i carabinieri sono
già sulle tracce degli altri balordi che, durante la sfilata, hanno lasciato
scritte ingiuriose sui muri e le vetrine delle vie attraversate dal corteo. Da
corso di Porta Ticinese a via De Amicis, da via Molino delle Armi a corso
Europa e via Ponte Vetero. Senza risparmiare monumenti quali Castello Sforzesco
– in particolare la Torre del Filarete -, museo Diocesano e Casello daziario di
piazza XXIV maggio. I writer hanno completato l’«opera» su alcune pensiline del
tram: con gli spray colorati hanno scritto «Morte al fascio», «Leghisti
infami», «Terrorista è chi sfrutta e sfratta». Solo per citare alcune frasi.
«Una vergogna – tuona il vicesindaco Riccardo De Corato – ma grazie agli
impianti di videosorveglianza comunale e alla collaborazione di alcuni
cittadini non rimarrà impunita». La denuncia dei carabinieri è già scattata per
due uomini, di 24 e 40 anni, accusati di deturpamento e imbrattamento di
edificio pubblico. «Per loro, come per altri responsabili che verranno
riconosciuti – promette De Corato -, le denunce sono scattate d’ufficio perché
le scritte sono apparse su edifici tutelati da vincoli storico-ambientali». I
danni sono ingenti, per questo il presidente di Assoedilizia Achille Colombo
Clerici ha chiesto al Comune di «disporre a proprie spese un’operazione
immediata e prioritaria dell’Amsa per la ripulitura, lungo tutto il tragitto
della manifestazione e nelle zone circostanti. Da parte loro, i proprietari
degli immobili intendono costituirsi parte civile per ottenere un risarcimento
del danno».Da parte sua, l’assessore comunale al Decoro urbano Maurizio Cadeo
lancia una proposta al nuovo governo: «Un supporto normativo» per punire con
pene più severe chi imbratta muri di case e monumenti, e «una norma che preveda
che gli organizzatori delle manifestazioni versino una cauzione contro i
deturpamenti, sulla falsariga del principio di responsabilità oggettiva delle
società di calcio rispetto ai propri tifosi». Per combattere il vandalismo «con
la stessa intensità con cui si agisce per la sicurezza. Per questo – conclude
Cadeo – è importante che il nuovo governo intervenga licenziando uno dei
numerosi disegni di legge già presentati». 

 

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La REPUBBLICA – 03/05/08

 

Mayday, scritte sul Castello e il
Comune rilancia le accuse

 

di Anna Cirillo

 

Milano – «Più case e meno
chiese», «Più case e meno sbirri» avevano scritto su un muro in via De Amicis
durante la manifestazione Mayday Parade, organizzata nel pomeriggio del Primo
Maggio contro il precariato. Ma i due italiani di 24 e 40 anni sono stati
identificati e denunciati per imbrattamento e deturpamento di edificio pubblico.
Le scritte non sono le uniche lasciate su muri e vetrine alla fine del corteo.
Ne sono state trovate anche su una torre angolare al Castello, sul muro del
museo Diocesano lato via Molino delle Armi (il responsabile è stato immortalato
con foto su segnalazione di un cittadino), sul casello daziario in piazza XXIV
Maggio («Morte al fascio» «Leghisti infami»), in corso Europa («Non c´è futuro
senza memoria»), su muri e vetrine di corso di Porta Ticinese («Equo canone»,
«Terrorista è chi sfrutta e sfratta»), sulla pensilina del tram e su una casa
in via Ponte Vetero. «A dispetto delle assicurazioni degli organizzatori del
corteo, anche quest´anno i bravi ragazzi dell´area no global e dei centri
sociali che hanno partecipato alla Mayday Parade hanno lasciato il segno – ha
tuonato il vice sindaco De Corato – . Una vergogna, che grazie agli impianti di
videosorveglianza comunale e alla collaborazione dei cittadini non rimarrà
impunita». Per chi verrà riconosciuto – sei o sette persone sono nel mirino
secondo De Corato – le denunce scattano d´ufficio in quanto «le scritte sono
apparse nel centro storico, tutelato da vincoli storico-ambientali». Ora il
Comune ripulirà, come ha chiesto anche Assoedilizia, il cui presidente Achille
Colombo Clerici dichiara: «Quello che temevamo si è verificato, la
manifestazione ha avuto momenti di baldoria incivile, con imbrattamenti di muri
e vetrine già ripulite recentemente a spese dei contribuenti. I danni sono
ingenti». Invece secondo Walter Montagnoli, coordinatore nazionale della Confederazione
unitaria di base, tra gli organizzatori, «tutto si è svolto in modo rilassato e
divertente. 100mila persone, sei chilometri di corteo, con gente di tutte le
età che ha manifestato pacificamente contro il precariato. Le scritte non
c´entrano nulla, noi non sappiamo certo chi le ha fatte e il Comune sta
montando una tempesta in un bicchier d´acqua».

 

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EPOLIS Milano 07/05/08

 

Le scritte che non comunicano

 

Guido Salvini (Magistrato)

 

Alla MayParade del 1Maggio il
corteo dei Centri Sociali lascia il prevedibile strascico di scritte sui muri
della città e di proteste in Consiglio Comunale.

Sul piano giudiziario le
conseguenze sono chiare. Chi è individuato rischia con il reato di danneggiamento
una pena non esigua, da 6mesi e 3 anni e non è più necessaria la querela del
proprietario dell’immobile perché se i danni avvengono all’interno del
perimetro del centro storico la punibilità è automatica.

Forse è inattuabile la proposta
di imporre il pagamento di una cauzione agli organizzatori dei corteo da
trattenere in caso di danni perché è difficile esigere da ciascun organizzatore
il controllo di ogni persona che si aggrega a un corteo.

Si può però già ora dare un
significato alla sanzione, imponendo al responsabile di prestare un lavoro
socialmente utile cooperando alla pulizia del verde o di altra parte del
patrimonio pubblico.

Ma, al di là del danno
all’estetica e alle casse del Comune le scritte sui muri, pratica primitiva perché
non convince nessuno e non comunica nulla se non fastidio per chi le vede,
lasciano un triste senso di autoreferenzialità. Anche negli anni ’70 i cortei
erano segnati da scritte, spesso anche molto violente, ma anche e soprattutto
da distribuzione di volantini, opuscoli e riviste dirette a spiegare ai
passanti il senso della protesta. Ora nulla di tutto questo. Il corteo dei
Centri Sociali, oltre alla musica assordante dei carri tipo “raveparty” e alle
inutili scritte sui muri, non cercava quasi strumenti di comunicazione, di
spiegazione, di dialogo con la città.

Questo rivolgersi solo a se
stessi ha ben poco di “sociale”.

Una moltitudine di persone che
parlano solo con se stesse, per quanto numerosa, rimane una moltitudine privata
e non è un caso allora che tratti i muri pubblici come i muri della propria
stanza.

C’è una fase dell’adolescenza,
definita autistica anche se riguarda persone normali, in cui i ragazzi
esprimono il sintomo della difficoltà a comunicare ripetendo continuamente sui
quaderni e dovunque la propria firma come fosse uno strumento acui aggrapparsi.
Poi questo periodo passa e si dialoga con chi si ha vicino. I cortei
autoreferenziali e i segni sui muri assomigliano a quella fase e chi li
organizza, al di là dei danni, dovrebbe rifletterci.

 

 

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AGENZIE STAMPA

 

01/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY PARADE;
INIZIATO CONCENTRAMENTO (ANSA) – MILANO, 1 MAG – È iniziato il concentramento
dei manifestanti per la ‘May Day Paradè, la manifestazione fondata dalla
Confederazione unitaria di base (Cub) e dall’associazione Chain Worker, che
raccoglie i precari organizzati delle grandi catene commerciali delle
multinazionali. Il corteo si è riunito in piazza XXIV Maggio e dopo aver
attraversato il centro della città raggiungerà Piazza Castello. All’iniziativa
hanno aderito molte realtà autogestite, anarchici, altri sindacati di base, fra
cui lo Slai-Cobas, studenti, centri sociali, lavoratori e pensionati, oltre ad
esponenti del Partito comunista dei lavoratori, di Rifondazione comunista e del
Pdc. La caratteristica del corteo è la presenza di una trentina di carri allegorici
sui temi della sicurezza del lavoro, della pace, dei diritti a redditi e salari
a livello europeo. (ANSA).

 

01/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY
PARADE; INIZIATO CONCENTRAMENTO (2) (ANSA) – MILANO, 1 MAG – Partita da
piazzale XXIV Maggio il corteo rumoroso e variopinto si sta muovendo ora lungo
corso di Porta Ticinese, quasi interamente bloccato dai tanti giovani che hanno
invaso la strada e da grossi camion che ospitano enormi amplificatori. Diversi
di questi automezzi svolgono anche una sorta di servizio bar vendendo birre e
bibite ai manifestanti. Tante le sigle dei centri sociali come quello della
‘Fornacè, e del centro anarchico ‘Ponte della Ghisolfà. Lungo il corso tanti i
cartelli di protesta verso il precariato, i Cpt – ossia i Centri di permanenza
temporanea -, e i cartelloni ironici, sempre sul tema della precarietà. Su uno
dei camion, infatti, uno striscione recita: ‘Leonardo era scienziato,
ingegnere, architetto, faceva di tutto. Anche lui precario?’. Diversi, infine,
i mezzi delle forze dell’ordine in piazzale XXIV Maggio e diversi, lungo tutto
il corteo, gli uomini delle forze dell’ordine in borghese. (ANSA). AG/FRF
01-MAG-08 15:34 NNN

 

O1/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY
PARADE; CUB, SIAMO IN 100 MILA – MILANO, 1 MAG – «Siamo qui in piazza in centomila
per chiedere diritti al lavoro e diritti socioeconomici: 35 carri con tante
realtà diverse indicano una vasta realtà antagonista a un sistema iniquo nella
ridistribuizione della ricchezza». Lo ha affermato Walter Montagnoli, uno dei
coordinatori nazionali della Cub, l’organizzazione nazionale che organizza la
May Day Parade 2008. «La vera rappresentanza della lotta di cittadini,
lavoratori e pensionati è qui – ha concluso Montagnoli – e qui chiediamo
l’espansione dei diritti, salari europei, il sostegno al reddito, il diritto
alla casa, all’istruzione, alla salute e a una pensione decorosa». (ANSA).
SI/FRF 01-MAG-08 16:04 NNN

 

01/05/08 PRIMO MAGGIO:MAYDAY
PARADE;BRACCIALI ANTISTUPRO E BELLA CIAO CIAO (ANSA) – MILANO, 1 MAG – La
proposta del vice premier uscente, Francesco Rutelli, di utilizzare
braccialetti antiviolenza sessuale per le donne diventa oggetto di ironia alla
May Day Parade, la manifestazione organizzata in occasione del primo maggio per
protestare contro il precariato. Da uno dei camion che punteggiano il corteo
lungo le vie del centro di Milano, diverse ragazze si sono messe a distribuire
«braccialetti antistupro». «Rutelli li promette e noi ve li diamo» grida una
ragazza da un automezzo lanciando verso la folla diversi braccialetti di stoffa
con attaccato un cartellino colorato su cui è scritto ‘Bracciale antiviolenzà.
All’interno del cartellino alcune frasi che – viene spiegato ironicamente –
dovrebbero dissuadere, i potenziali violentatori. A pochi metri dal camion,
tanti i giovani che ballano al ritmo di tamburi suonati per la strada da un
gruppo di percussionisti con tanto di tamburi e djambe legati alla vita.
Accanto a loro, un trombettista suona le note di ‘Bella ciaò cantato a
squarciagola sia dai partecipanti alla parata sia dalle diverse persone che la
osservano ferme sui marciapiedi. (ANSA). AG/FRF 01-MAG-08 16:20 NNN

 

01/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY
PARADE; FUMOGENI E SCRITTE MILANO, 1 MAG – Qualche fumogeno è stato lanciato da
giovani durante la manifestazione del May Day Parade 2008. In particolare
alcuni candelotti sono stati gettatati sull’agenzia della Unicredit Banca fra
via Cesare Correnti e il corso di Porta Ticinese: una vetrata è rimasta
annerita, così come una piccola parte del muro dello stabile dove si trova l’istuto
di credito. Lungo il percorso sono anche comparse alcune scritte, tra le quali
‘Terrorista è chi sgombera e chi sfrattà, e ‘Requisire le case sfittè. In un
cartellone di un manifestante si legge ‘Berlusconi è un troll’, in riferimento
alle divinità degli inferi della mitologia scandinava. (ANSA). SI/FRF 01-MAG-08
17:09 NNN

 

01/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY
PARADE; MANIFESTAZIONE CONCLUSA CRO S42 QBXH PRIMO MAGGIO: MAY DAY PARADE;
MANIFESTAZIONE CONCLUSA (ANSA) – MILANO, 1 MAG – Si è conclusa trasformandosi
in una grande festa la manifestazione del May Day Parade 2008: il corteo – al
quale secondo gli organizzatori hanno preso circa 100 mila persone e 35 carri
allegorici – è arrivato in piazza Castello. Tutto si è svolto abbastanza
tranquillamente eccetto qualche fumogeno lanciato sulle vetrine di una banca e
numerose scritte su muri anche di palazzi storici. Il corteo è aperto da un
gruppo di ciclisti e da un centinaio di ‘migrantì. Durante la manifestazione
sono stati lanciati in aria 1.300 palloncini neri, gonfiati con elio, a
simboleggiare le vittime di incidenti sul lavoro ogni anno nel nostro Paese. Il
vice sindaco Riccardo De Corato ha fatto sapere che sono gi… stati individuati
quattro autori delle scritte sugli immobili di via De Amicis tutelati da vincoli
storico-ambientali. «Per questo – ha precisato De Corato – l’Amministrazione
proceder… d’uffico a denunciare gli autori di questi atti vandalici».(ANSA).
SI/FRF 01-MAG-08 18:23 NNN

 

1 MAGGIO/ MILANO, AL VIA
“MAY DAY PARADE”, PARATA DEI PRECARI Organizzata da Cub e Chain
Worker e appoggiata da centri sociali

Milano, 1 mag. (Apcom) – E’
partita pochi minuti dopo le 15,30 a Milano la “May Day Parade”,
manifestazione alternativa promossa dai Cub, sindacati di base e
dall’associazione Chain Worker, che punta a sollevare il problema della
precarietà e dei diritti dei lavoratori migranti con carri, musica e allegorie.
Le organizzazioni stanno portando in piazza soprattutto i precari delle grandi
catene commerciali e multinazionali. Camion e carri allegorici colorati, con
amplificatori da cui parte musica a tutto volume, hanno invaso corso di Porta
Ticinese: il corteo attraverserà poi il centro di Milano per concludersi
davanti al Castello Sforzesco. Numerose le forze dell’ordine presenti lungo il
percorso della parata, alla quale hanno aderito numerosi centri sociali
milanesi e sindacati di base. Tra i temi al centro della manifestazione, oltre
al tema della precarietà c’è anche la sicurezza sul lavoro, l’adeguamento dei
salari al costo della vita e la protesta contro i Centri di permanenza
temporanea. Uno dei sette carri che scandiscono il percorso del corteo porta
anche le insegne “No Expo”, come protesta contro l’esposizione
universale che Milano ospiterà nel 2015.

 

02/05/08 PRIMO MAGGIO: MAY DAY
PARADE; CC DENUNCIANO WRITERS (ANSA) – MILANO, 2 MAG – Il nucleo informativo
dei carabinieri di Milano ha per ora individuato, e denunciato per
imbrattamenti, due writers che avevano tracciato scritte sui alcuni stabili
durante il May Day Parade 2008 che si è svolto ieri pomeriggio a Milano. In
particolare, le due persone denunciate, che si presume appartengano all’area no
global, sono due uomini di 24 e 40 anni accusati di aver sporcato due edifici
storici lungo la via De Amicis con varie scritte (‘Requisire le casè, ‘Più
case, meno chiesè, ‘No agli sbirrì e così via). I militari stanno proseguendo
le indagini per individuare altri writers entrati in azione durante il corteo.
(ANSA)

 

1 MAGGIO/ CUB: UNA GIORNATA DI
LOTTA PER NON RINUNCIARE A DIRITTI “Resa visibile la precarizzazione, a
corteo Milano in 100mila”

Milano, 2 mag. (Apcom) –
Soddisfazione della Confederazione Unitaria di Base di base per la MayDay?
parade di ieri a Milano. Il coordinatore nazionale della Cub Walter Montagnoli
parla oggi di “una grande giornata di lotta ed anche un grande successo
politico. La Mayday Parade si conferma la più importante iniziativa del Primo
Maggio unica nel rendere visibile la precarizzazione del lavoro e della vita e
unica nella capacità di proporre sempre nuovi temi ed aggregare nuovi
soggetti”. “La novità di quest’anno – spiega Montagnoli in una nota –
è stato il vasto mondo del migrariato; in tanti hanno reso visibili le loro
disavventure, le paure, le minacce, lo sfruttamento. Ora dobbiamo continuare
con l’azione di contrasto alla precarietà che include la proposta per
l’integrazione al reddito e soprattutto per portare a 3/4 i tipi di contratto
possibili per garantire a tutti pari diritti e pari tutele”. Per
l’EuroMaydayParade 008, fanno sapere dalla Cub, a Milano hanno sfilato oltre
100mila persone contro la precarietà lavorativa e sociale, per rivendicare e
conquistare diritti nel lavoro e oltre il lavoro. Collegamenti con le piazze
americane. “Noi – ha aggiunto Montagnoli – abbiamo ridato senso al Primo
maggio che è e deve restare un giorno di lotta: ci siamo radunati per batterci
non solo contro la precarietà ma anche contro la progressiva perdita
generalizzata dei diritti del mondo del lavoro e per riproporre la questione
sociale da tutti rimossa. Durante il lungo corteo-serpentone il clima era
quello di una festa in cui si ribadisce con forza la volontà di non rinunciare
ai propri diritti”.

 

 

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NOTIZIARI RADIO POPOLARE

 

GR   01/05/08   ore 8.30 /13

 

Nata nel 2001, la MayDay è da
anni la più grossa manifestazione del Primo Maggio, con punte di 100mila
partecipanti, realtà solida ovunque guardasse il governo di turno. Dalla sua ha
l’immediatezza della proposta che colpisce nel segno di chi vive davvero
precarietà di lavoro e di vita, la base di chi partecipa, e la freschezza dei
modi, un po’ corteo, un po’ più festa con tanta musica e animazione per parlare
di precariato, dalle figurine, ai tarocchi, quest’anno sono le tessere di un
puzzle distribuite nel corteo, per comunicare anche dove la tradizionale
proposta sindacale non arriva più da un pezzo. S.Precario il simbolo, la
cospirazione precaria lo zoccolo duro: gruppi di lavoratori atipici ormai
radicati in alcuni settori: dallo spettacolo ai call center, ai servizi, ai
giornalisti. Reti più o meno informali che la MayDay connette tra loro. Che da
un po’ è diventato anche sportello di consulenza. Con l’aiuto di sindacati di
base e centri sociali Una proposta politica radicale che va oltre il posto
fisso, e ha il nocciolo nel reddito e nell’accesso ai servizi. Certo adesso che
di precarietà parlano tutti come emergenza, qui lo dicono da anni, anche su
MayDay pesano il rischio di ritualità e stanchezza, anche perchè di attenzione
ne ha avuta sempre poca. Quest’anno il tema è il lavoro migrante. Ma è
inevitabile chiedersi cosa han fatto e perchè, alle vicine elezioni, i milioni
di precari. Oggi a Milano, cuore del terziario, la risposta non è per nulla
scontata.

 

 

GR   01/05/08  
ore 19.30 / 0.30

 

Non solo un corteo di precari,
soprattutto un piccolo spaccato del mondo dai 20 ai 40 anni, con le sue paure,
la voglia di festa, la ricerca di qualcuno che lo rappresenti. Perchè oltre a
chi, come anna, precaria davvero che scrive su giornali e riviste per 30 euro a
pezzo e arrivare a fine mese è una scommessa, c’è chi ha il posto fisso ma teme
che possa finire, c’è chi è agli ultimi esami d’università e la precarietà ce
l’ha come un fantasma a portata di mano, e ride se gli parli di posto fisso.
Decine di migliaia di persone, soprattutto giovani e giovanissime. La MayDay tiene,
la formula un po’ corteo un po’ festa funziona ancora. Uno spaccato vario e
sorprendente anche in rapporto al voto. Di sicuro nessuno guarda a destra, ma
tanti hanno votato PD, più per voto utile che per convinzione, e non si sentono
in contraddizione in un corteo che attacca tanto Veltroni come Berlusconi e
diffida finanche da Bertinotti. Ci sono le bandiere del Prc, poche, Sinistra
Critica. Marco lavora in un magazzino e non si sente rappresentato dai
sindacati, nemmeno da quelli di base che chiudono il corteo e che sono gli
unici con striscioni e slogan, e dove fa capolino qualche gruppo organizzato,
delle poste o dei call center. La massa balla dietro alla ventina di carri che
sparano musica a tutto volume. Ma ha le idee chiare: siamo qui per lanciare il
messaggio di una generazione, dice una ragazza, che non ha però grande fiducia
che qualcuno lo raccolga.

 

 

GR   02/05/08   ore 7 / 7.30

 

E’ da almeno 5 anni che la MayDay
è la manifestazione più partecipata del Primo Maggio. Decine di migliaia di
persone, uno spaccato generazionale che va dai 20 ai 40 anni in una formula, un
po’ corteo, molta festa,  lontana dalla
tradizione sindacale e che continua a funzionare. Slogan e striscioni se ne
vedono pochi, nella seconda parte del corteo, con le bandiere di Rifondazione,
Sinistra Critica, del Pcl, e dei sindacati di base CUB, Cobas e SdL. Ma la
grande massa che sfila dietro i carri che sparano musica a tutto volume è
tutt’altro che sprovveduta. Non solo precari, ma anche studenti e chi ha il
posto fisso. C’è paura per il futuro, non solo per il lavoro ma per la casa e i
diritti, che potrebbero non essere più garantiti. C’è diffidenza verso il
sindacato “vecchio”, e anche per quello di base che pur manifesta con loro. C’è
voglia di auto rappresentarsi come precari,che vivono la MayDay come unico modo
per farsi vedere. E la voglia di mandare un grido di aiuto alla politica. Qui
il voto guarda a sinistra ma è trasversale: tra i tanti che hanno votato PD o
Sinistra arcobaleno, a chi proprio non ha votato. Tutti comunque critici con
una sinistra da cui non si sentono rappresentati, e anche poco ascoltati. Non è
tanto questione di posto fisso, ma di reddito e servizi, per chi salta da un
contratto all’altro. La MayDay è un mezzo per lanciare il messaggio di una generazione,
dice una ragazza,che non ha però gran fiducia che qualcuno lo raccolga.

 

 

METROREGIONE   02/05/08  
ore 7 / 10

 

Fino a tarda sera Piazza Castello
è stata invasa da migliaia di persone, un piccolo spaccato di mondo dai 20 ai
40 anni, lo stesse che in decine di migliaia per ore aveva sfilato in centro a
Milano nella MayDay. Una formula tra corteo e festa che continua a funzionare
nella città cuore del terziario. Precari e studenti, giovani e giovanissimi in
un clima allegro e tranquillo, ma con le idee chiare: tanta sincera paura per
il futuro, e di lanciare un grido di aiuto alla politica da cui non si sentono
ascoltati, e poco rappresentati. Da Anna, precaria che scrive su giornali e
riviste per 30 euro a pezzo e arrivare a fine mese è una scommessa, a Marco,
magazziniere col posto fisso e il terrore di perderlo, a Marta, ultimo anno di
università che ride a parlare di posto fisso. I precari milanesi dello
spettacolo, del giornalismo, dei call center o della Sea sono lo zoccolo duro
del corteo, la rete che con i sindacati di base anche quest’anno ha messo in
piedi la manifestazione più partecipata del Primo Maggio. Il corteo sfila. In
corso Torino le banche sono coperte con scritte sui muri e qualche fumogeno,
poi in Piazza Duomo, dove le porte delle grandi catene dell’editoria sono
aperte, anche il primo maggio. Anche in via Dante sono diversi i negozi che
hanno tenuto aperto. In testa al corteo alcune centinaia di immigrati, vengono
soprattutto da Bologna e da Brescia, la presenza in più della MayDay di
ques’anno.

 

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COMMENTI IN RETE

 

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VIDEO

 

da insensinverso.org

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video Youreporter.it

 

centri sociali contro l’Expo

 

MayDay parade

 

la voce di chi era in piazza

 

 

MayDay: graffitari in azione

 

 

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video You tube

 

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video del carro Donne Precarie

 

riprese dal carro City:

 

[uno]

 

[due]

 

 

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da Skylife.it

 

 

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AUDIO

 

      Intervista a Radio Onda d'urto a fine MayDay (mp3)

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