Tettamazzi: no all’ossessione del profitto. La Moratti: il lavoro come integrazione

1 maggio 2007 – Corriere della Sera

 

Tettamanzi: no all’ossessione del profitto. La Moratti: il lavoro come integrazione

di Paola D’Amico

 

Milano – Il cardinale alla veglia di preghiera: gli immigrati? Persone, non manodopera Oggi la manifestazione di Cgil-Cisl-Uil in mattinata e dei Cub nel pomeriggio «Senza lavoro non si dà  vita alla famiglia». E poi, «Non è lecito a nessuno tacere e rimanere inerte di fronte ai problemi del mondo del lavoro». Il cardinale Dionigi Tettamanzi si rivolge ai fedeli raccolti nella grande chiesa che pare una fabbrica, quella che Papa Montini volle con tutte le sue forze portare nel cuore del quartiere industriale di Milano, dove c’erano la Breda, la Pirelli, la Magneti Marelli, al confine con Cinisello Balsamo e Sesto San Giovanni. Nella veglia di preghiera e di riflessione per la festa dei lavoratori, ospite della parrocchia di Gesù Divino Lavoratore, il cardinale rivolge il suo pensiero ai giovani precari, agli immigrati visti solo «come manodopera e non come persone», all’«intollerabile mancanza di condizioni di sicurezza per la salute e per la vita» di chi lavora. E mette in guardia dal rischio di «adeguarsi alla mentalità  comune che fa dell’ossessione del guadagno e del profitto l’unico obiettivo del lavoro». Tocca la questione delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro, che è il tema centrale scelto quest’anno per la festa che affonda le sue radici nelle battaglie intraprese dal movimento operaio verso la fine dell’Ottocento ma le cui rivendicazioni si estesero, poi, dall’ambito sindacale al terreno dei diritti civili. Oggi a Milano il 1° Maggio si celebra con due cortei, quello ufficiale dei sindacati confederali e la Mayday Parade contro il precariato organizzato dai sindacati di base e ChainWorkers (un gruppo vicino al centro sociale La Pergola). Il primo, si snoderà  per la città  con partenza da Porta Venezia alle 9.30 e arrivo in Piazza Duomo, per il comizio dei segretari cittadini di Cgil, Cisl e Uil. Con loro, sul palco, ci sarà  anche l’assessore alle Politiche del Lavoro, Andrea Mascaretti, che porterà  un messaggio del sindaco Moratti ai lavoratori sottolineando che il «lavoro è integrazione ma anche garanzia di sicurezza».

 

Il secondo corteo, invece, partirà  alle 15 da piazza XXIV Maggio per terminare in piazza Castello dove ci saranno musica, canti e ristoro. Un anno fa, sul piano dei numeri (centomila persone) surclassò quello dei confederali. Ma portò anche i riflettori a spostarsi su atti di vandalismo e slogan politicamente scorretti. Tanto che il vicesindaco Riccardo De Corato ieri ha lanciato un messaggio a quelli che definisce «presunti pacifisti»: «Gli impianti di videosorveglianza del Comune saranno pronti a riprendere le immagini dello scenario di guerra che sicuramente si verificherà ». Nelle parole del Cardinale e in quelle del Sindaco emerge con forza il richiamo al «valore culturale del lavoro» e, di riflesso, della festa del 1° maggio. Lo ha sottolineato, ieri, durante il momento di preghiera nella Chiesa dell’ex quartiere operaio, Dionigi Tettamanzi spiegando che «i roblemi del lavoro non hanno solo un risvolto sociale, economico, sindacale e politico ma rappresentano in profondità  un risvolto culturale». La cui sintesi compiuta sta nelle parole di Papa Giovanni II nell’enciclica Laborem xercens che il cardinale ha voluto riprendere: «Il lavoro è per l’uomo e non l’uomo per il lavoro». E tre sono le grandi sfide di oggi, gli farà  eco oggi il Sindaco: l’integrazione, la sicurezza del posto di lavoro e combattere il lavoro nero. Perché lavoro «significa libertà  dal bisogno, maggiore possibilità  di partecipare alla vita sociale e quindi un terreno meno fertile per la delinquenza».

 

Prosegui la lettura »

No global pronti a rovinare la festa dei lavoratori

1 maggio 2007 – Il Giornale

 

No global pronti a rovinare la festa dei lavoratori

di Giannino della Fratina

 

Milano – «Gli impianti di videosorveglianza del Comune sono pronti a riprendere le immagini dello scenario di guerra». Parola di Riccardo De Corato, pronto ad affrontare la Mayday Parade, il corteo organizzato da centri sociali e comitati di base che oggi pomeriggio porteranno in piazza almeno 100mila persone. Precari, Co.co.co, interinali, contratti a termine, disoccupati, no global, duri e puri della sinistra estrema. Tutti insieme, uniti nella «cospirazione precaria». Manifestazioni contemporanee in venti città  europee. «E così come è accaduto nel 2004 – spiega il vicesindaco – le nostre telecamere contribuiranno a incriminare i responsabili delle violenze. Anche quest’anno le immagini saranno messe a disposizione della questura, Milano è stanca di scene di guerriglia». Nel mirino i «presunti pacifisti» pronti a sfilare «mettendo in scena il solito copione di vandalismi, danneggiamenti, imbrattamenti, veri e propri atti di violenza contro telecamere, banche, vetrine, insegne, McDonald e Blockbuster». Senza dimenticare il terribile «Dieci, cento, mille Nassiriya» dell’anno scorso. Intanto nei siti antagonisti batte il tam tam. «Vogliamo un sostegno economico per chi non ha lavoro o ha pensioni insufficienti, prezzi calmierati per alcuni servizi fondamentali quali i trasporti, il sapere, la scuola, le biblioteche, le università  e una diversa politica della casa». Parole d’ordine che ispireranno venti carri allegorici allestiti da gruppi spontanei di lavoratori precari. Contorno di musica techno e reggae parata a palla, tarocchi con le diverse figure dei lavoratori e le «incantatrici precarie» che leggeranno il futuro lavorativo ai partecipanti al corteo. «Il successo crescente della Euromayday – suonano la carica quelli dei Cub – è dovuto al nostro essere alternativi alla manifestazione di Cgil Cisl e Uil, i sindacati che dovrebbero difendere i lavoratori e che invece, attraverso le politiche concertative hanno partecipato alla creazione di questa grave e insostenibile situazione». Sindacati che a quell’ora avranno già  concluso da un pezzo la loro manifestazione. La partenza del corteo «istituzionale» è, infatti, prevista per le 9,30 dai Bastioni di Porta Venezia con conclusione in piazza Duomo («L’Italia riparte dal lavoro. Sviluppo, diritti, legalità , sicurezza sul lavoro»). Previsti gli interventi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Onorio Rosati, Fulvio Giacomassi e Walter Galbusera.

  

Prosegui la lettura »