Caro Saviano (senza rancore)

LetterwritingIn risposta alla lettera di Saviano apparsa su Repubblica.it il il 16 dicembre 2010


Caro saviano,

tu dici: “CHI HA LANCIATO un sasso alla manifestazione di Roma lo ha lanciato contro i movimenti di donne e uomini che erano in piazza”.
noi diciamo: chi ha lanciato un sasso alla manifestazione di Roma E´ il movimento di donne e uomini che era in piazza.

tu dici: “Ogni gesto violento è stato un voto di fiducia in più dato al governo Berlusconi”.
noi diciamo: ogni gesto compiuto é stato un voto di sfiducia dato a tutta la classe dirigente di questo paese; politici, industriali, forze dell`ordine, sindacalisti e giornalai.

tu dici: “Questo governo in difficoltà cercherà con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada, cercherà di terrorizzare gli adolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazza e vi torneranno pesti di sangue e violenti”.
noi diciamo: questo tuo articolo cerca con ogni mezzo di delegittimare chi scende in strada, di terrorizzare gli adolescenti e le loro famiglie col messaggio chiaro: mandateli in piazza e vi torneranno pesti di sangue e violenti.

tu dici: “Bisognerebbe smettere di indossare caschi … Non copritevi, lasciatelo fare agli altri: sfilate con la luce in faccia e la schiena dritta. Si nasconde chi ha vergogna di quello che sta facendo, chi non è in grado di vedere il proprio futuro e non difende il proprio diritto…”,
noi non ti diremo che dovresti smettere di usare la scorta: chi lotta contro un potere violento, mettendoci la faccia, la testa e anche il culo, ha tutto il diritto di tutelarsi; una testa rotta non pensa tanto bene.

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40 comments to Caro Saviano (senza rancore)

  • il partito dell'amore

    Gli odiatissimi matusa. hanno invocato anche loro la repressione in particolare la finocchiaro.-
    Detto questo oggi in tv si parla di precarietò e gli studenti sono stati incontrati da Napolitano.
    Sempre troppo poco. ma intanto dopo il 14 dicembre l’atteggiamento nei confronti dei precari sta cambiando.

  • Guarda, paolo sono d’accordo praticamente su tutto. Tanto per dire: nella strada di periferia padana dove son cresciuto c’era una signora tanto gentile che negli anni 50 si era fatta la galera perchè aveva partecipato alle occupazioni delle terre. Per come la vedo io: l’obiettivo primo è riportare il sindacato ai precari e i precari al sindacato. TUTTO il sindacato, non solo quello più figo e simpatico. L’obiettivo secondo è portare le nostre rivendicazioni finalmente condivise e unitarie in parlamento affinchè una qualche leggina precaria la si faccia. Quello che contesto è il metodo e il tempismo: negli anni 90 della “new economy” con la sinistra liberista modello “new labour” al potere, il conflitto (comunque pacifico) con i sindacati e i partiti di sinistra era più che giustificato. Nel 2010 dello strapotere bossi-berlusconi che minaccia persino di rafforzarsi alle prossime elezioni, è un atteggiamento sindacalmente e politicamente idiota. O vi fidate del posto fisso di tremonti? Dai, su. Vogliamo parlare di dimensione transnazionale? Non fatevi incantare dalle giovanissime e romantiche barricate greche e inglesi che tanto vorreste emulare: in Europa tira una brutta aria, un tempaccio fascista. Ma fascista davvero, stavolta: sentito niente dei governi xenofobi neoeletti in quei paesi che poco fa erano modelli di welfare e cioè Svezia e Olanda? Tornando in Italia, non so se ve ne siete accorti, ma negli ultimi anni in politica c’è stata una discreta riorganizzazione generale che ha coinvolto non poco anche la sinistra, TUTTA la sinistra. Certo: anche grazie alle battaglie di san precario, diciamolo pure. Chi ancora questo cambiamento non lo vede, o ci è o ci fa. Chi durante questo cambiamento ancora ripropone dibattiti con i corvacci del 77, mi sa che la coscienza tanto pulita proprio non ha. Dai su: Oreste Scalzone? Renato Curcio? Ma stiamo scherzando?!? Ma mi facci il piacere! Ripeto, a me sembra che, compiuta la cospirazione, sia proprio giunto il momento di appendere la felpa col cappuccio al chiodo e infilarsi due comode e pragmatiche pantofole politico-democratiche. Saranno poco sexy, ma sulla moquette del parlamento ci potrebbero portare da qualche parte. Per tornare sulle frasi che questo blog contesta a saviano: sono i fatti di questi giorni la prova più amara ed efficace di quanto avesse ed abbia ragione lui e non i badilisti. Avete visto che fior di repressione a colpi di arresti preventivi che gasparri and C vogliono scatenare sul movimento studentesco ora, dopo la genialata delle badilate al bancomat di martedì scorso? E a chi toccherà fermare la repressione ora? Beh, agli odiatissimi matusa della sinistra parlamentare…of course…

  • Cari ho conosciuto solo oggi questo sito complimenti ai gestori. Un piccolo contributo: non siamo nè nel ’77 nè a Genova, ma è sempre bene ricordare che l’italia è stata liberata dal nazi fascismo grazie a fucili e bombe, degli alleati, dei partigiani e pure di tutti quelli che ne erano coinvolti. Il primo esercito ad entrare a Bologna fu quello polacco, come testimonia l’enorme cimitero. La violenza in assoluto è raramente giustificabile, però secondo me il punto è: “chi fa più violenza, chi getta petardo o chi compra la fiducia dando fondi al CEPU togliendoli dalla scuola pubblica, votando leggi ‘futuricide’ per puro interesse personale?” best S

  • Sebastiano, se è per quello non siamo neanche nel ’43. Il cimitero polacco lo conosco così come i partigiani di bronzo a porta lame. Dici bene: l’italia fu liberata (e tra l’altro anche fatta, esattamente un secolo prima) grazie a fucili e bombe forniti dagli alleati, non con scudi di gomma piuma e badili. Ma infatti ai quei tempi si era in guerra, mentre ora no. Almeno non italia. O hai nostalgia di quando si stava peggio? Del pane di segatura e del surrogato di caffè? Visto che ti piace la storia: lo sai che nel 33 hitler fu regolarmente eletto a cancelliere della germania grazie all’astensione del partito comunista tedesco dal governo di solidarietà nazionale? Ragazz, godiamoci la democrazia che abbiamo ereditato dai partigiani finchè ce l’abbiamo. Sarà un po’ demodé, ma in fin dei conti il ritorno ai grandi classici è un buon rimedio al consumismo sociale e politico. Chissà, magari ci sarà tempo più avanti per giocare ai ribelli della montagna.

  • PPN

    [quote]Chiarisco, chi si muove fuori dalla politica (come te) ha il dovere di essere intransigente, chi si muove nella politica (come me) ha il dovere di seguire l’arte del possibile.[quote]

    Allora scusa, ma simpaticamente e senza niente di personale vaffanculo. Tu e la scusa dell’arte del possibile.

    Bottom up non vuol dire culo all’aria.

  • Giorgio Z

    La violenza E’ funzionale al potere, non è un slogan. Purtroppo il bombarolo (all’uranio impoverito) d’alema ha ragione anche stavolta. Non è bello, ma è così. E da presidente del copasir penso ne sappia ben più di me e te messi assieme.

    O non è forse vero che dopo i 70 son venuti gli 80?

    Ripeto, ma non eri tu che parlavi dell’esigenza di capire e interpretare senza provare a convincere?

    E guarda caso per aiutare i poveri precari mondializzati, depoliticizzati e desindacalizzati a capirsi gli ripresenti sul piatto la sbobba rancida di potop?

    Uno a caso: mai letto niente di giorgio galli? Proprio niente-niente?

    Tanto per essere chiaro: a me non interessa sapere con certezza chi quella sera del 73 abbia appicciato la miccia: il punto è che quella tanica lì davanti a quella porta di quella casa popolare non ci doveva essere.

    E finchè avrò dentro di me quella “caldaia piena” di cui parla il nostro (non tuo) saviano farò di tutto perchè non ci sia mai più taniche.

    E comunque stai tranquillo: non nominerò mai più il tuo caro e apolitico oreste.

    Proprio non me ne frega proprio niente di lui, di cosa pensava e faceva nei 70 e men che meno di cosa pensa e fa nei 10

    E ti posso assicurare che la stragrande maggioranza dei precari di oggi farebbe altrettanto.

    Per non parlare dei ravettari della may day.

    Riappropriamoci del presente.

    Lasciamo i corvi alle loro carcasse dissepolte.

  • Andy Martesana

    “E a chi toccherà fermare la repressione ora?

    Beh, agli odiatissimi matusa della sinistra parlamentare…of course…”

    benebenebenebene (cit), proprio oggi D’Alema per festeggiare il ritorno in voga del teorema calogero ripropone lo stantio slogan degli anni 70 sulla violenza funzionale al potere, questi dovrebbero difenderci dalla repressione? Hanno chiuso il Pci 20 anni fa ma continuano a fare opposizione organica come negli anni settanta. caro Giorgio, se ti serviva una dimostrazione che Scalzone ci vede lungo……
    Giorgio apri gli occhi…..questi l’unica cosa che possono fermare è il loro cane per pisciare.

  • Giorgio Z

    Guarda, paolo sono d’accordo praticamente su tutto.

    Tanto per dire: nella strada di periferia padana dove son cresciuto c’era una signora tanto gentile che negli anni 50 si era fatta la galera perchè aveva partecipato alle occupazioni delle terre.

    Per come la vedo io:

    l’obiettivo primo è riportare il sindacato ai precari e i precari al sindacato. TUTTO il sindacato, non solo quello più figo e simpatico.

    L’obiettivo secondo è portare le nostre rivendicazioni finalmente condivise e unitarie in parlamento affinchè una qualche leggina precaria la si faccia.

    Quello che contesto è il metodo e il tempismo: negli anni 90 della “new economy” con la sinistra liberista modello “new labour” al potere, il conflitto (comunque pacifico) con i sindacati e i partiti di sinistra era più che giustificato.

    Nel 2010 dello strapotere bossi-berlusconi che minaccia persino di rafforzarsi alle prossime elezioni, è un atteggiamento sindacalmente e politicamente idiota.

    O vi fidate del posto fisso di tremonti? Dai, su.

    Vogliamo parlare di dimensione transnazionale? Non fatevi incantare dalle giovanissime e romantiche barricate greche e inglesi che tanto vorreste emulare: in Europa tira una brutta aria, un tempaccio fascista. Ma fascista davvero, stavolta: sentito niente dei governi xenofobi neoeletti in quei paesi che poco fa erano modelli di welfare e cioè Svezia e Olanda?

    Tornando in Italia, non so se ve ne siete accorti, ma negli ultimi anni in politica c’è stata una discreta riorganizzazione generale che ha coinvolto non poco anche la sinistra, TUTTA la sinistra. Certo: anche grazie alle battaglie di san precario, diciamolo pure.

    Chi ancora questo cambiamento non lo vede, o ci è o ci fa.

    Chi durante questo cambiamento ancora ripropone dibattiti con i corvacci del 77, mi sa che la coscienza tanto pulita proprio non ha.

    Dai su: Oreste Scalzone? Renato Curcio? Ma stiamo scherzando?!? Ma mi facci il piacere!

    Ripeto, a me sembra che, compiuta la cospirazione, sia proprio giunto il momento di appendere la felpa col cappuccio al chiodo e infilarsi due comode e pragmatiche pantofole politico-democratiche.

    Saranno poco sexy, ma sulla moquette del parlamento ci potrebbero portare da qualche parte.

    Per tornare sulle frasi che questo blog contesta a saviano: sono i fatti di questi giorni la prova più amara ed efficace di quanto avesse ed abbia ragione lui e non i badilisti.

    Avete visto che fior di repressione a colpi di arresti preventivi che gasparri and C vogliono scatenare sul movimento studentesco ora, dopo la genialata delle badilate al bancomat di martedì scorso?

    E a chi toccherà fermare la repressione ora?

    Beh, agli odiatissimi matusa della sinistra parlamentare…of course…

  • paolo

    Non vorrei dire, ma. L’assenza di conflitto sociale ha portato ad un chiaro ed evidente indebolimento della condizione lavorativa.
    Dal tuo ragionemtno viene esclusa a priori quella che è una questione transnazionale e non così strettamente legata al’Italia. I fatti che fanno imbestialire le mummie sono un estremo tentativo di riportarle in vita. Personalmente non sono più un precario, ora sono un partita iva truffa.
    Uno di quelli da 20 mila lordi all’anno e rispetto ad altri sono messo bene.
    Come me milioni di desindacalizzati. Però quando senti un sindacato che protegge solo chi ha un contratto ti senti escluso.Percepisci una distanza enorme. Vengo da una famiglia di sindacalisti.
    Negli inizi del ‘900 inizialmente le mondine diffidavano di loro. Fu quando i sindacalsiti e i socialisti li difesero realmente dai sopprusi che presero posizione.
    Io credo che il sindacato guadagnerà rispetto tra le nuove generazioni. primo quando le ascolterà un po’ di più di secondo qundo proverà ad andare davvero in mezzo a loro a cercarli.
    Se l’Italia ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile d’Europa e i sindacati non convocano nessuno sciopero generale evidentemente qualche problema c’è.

  • Giorgio Z

    Sebastiano, se è per quello non siamo neanche nel ’43.

    Il cimitero polacco lo conosco così come i partigiani di bronzo a porta lame.

    Dici bene: l’italia fu liberata (e tra l’altro anche fatta, esattamente un secolo prima) grazie a fucili e bombe forniti dagli alleati, non con scudi di gomma piuma e badili.

    Ma infatti ai quei tempi si era in guerra, mentre ora no. Almeno non italia.

    O hai nostalgia di quando si stava peggio? Del pane di segatura e del surrogato di caffè?

    Visto che ti piace la storia: lo sai che nel 33 hitler fu regolarmente eletto a cancelliere della germania grazie all’astensione del partito comunista tedesco dal governo di solidarietà nazionale?

    Ragazz, godiamoci la democrazia che abbiamo ereditato dai partigiani finchè ce l’abbiamo.

    Sarà un po’ demodé, ma in fin dei conti il ritorno ai grandi classici è un buon rimedio al consumismo sociale e politico.

    Chissà, magari ci sarà tempo più avanti per giocare ai ribelli della montagna.

  • Giorgio Z

    San precario lavora anche bene, ho detto di no?

    Come mutuoaiuto precario offre servizi di lusso su misura che il nidil se li sogna.

    Io stesso ne ho beneficiato e li ho più volte consigliati.

    Però il rapporto del precario con la piazza va chiarito così come quello con la politica.

    La presa dalla distanza dalla violenza fisica e verbale va fatta in modo netto e una volta per sempre.

    Ripeto, non (solo) per motivi etici: ma prima di tutto per ragioni strategiche e politiche.

    Serve fiato lungo, non il gesto atletico.

    Quel fumogeno te lo ripropongo perchè emblematico, purtroppo se ne potrebbero citare altri e ahimè penso che altri ancora verranno reiterati nei fatti.

    La destra populista amica dei precari? Vabene che la cgil vi sta sul culo, ma non esagererei con i miraggi. Dai, non ci credi neanche tu. Per ora ha proposto di liberalizzare e detassare gli straordinari. Ma ti rendi conto? Se potessero rispolvererebbero persino il cottimo, oltre al grembiulino alle elementari. E l’arbitrato del lavoro?

    Chiarisco, chi si muove fuori dalla politica (come te) ha il dovere di essere intransigente, chi si muove nella politica (come me) ha il dovere di seguire l’arte del possibile.

    Una cosa non escluda l’altra, per come la vedo io.

    Per cui fate bene a cazziare la cgil e la sinistra (beh, però quando sta all’opposizione potreste darle un po’ più di fiato, dai.).

    Dal mio punto di vista, se posso permettermi: occhio solo ai nomi impresentabili che mettete in programma ai dibattiti e a certa gente che gira attorno ai carri della mayday e alle manifestanti sulle aiuole del castello.

    E soprattutto occhio a non sparare cazzate romantiche sul vostro prezioso spazio sul fatto quotidiano.

    Buon lavoro.

  • blicero

    Caro Giorgio Z,
    più facile che te la faccia la destra populista (lega) che non la sinistra. Tantomeno la CGIL. Questa è la mia opinione. Continui a reiterarmi sia un episodio per me punto interessante e a usarlo per reiterarmi la tua opinione (per carità, legittima) che sia necessario lavorare all’interno del sistema per cambiare la classe dirigente della sinistra. Io non sono di questa opinione. E’ certamente un problema mio dove mi/ti/ci ha portato. Ma non è la mia soluzione cercare spazio a quel tavolo. E non penso che l’unica strada percorribile sia quella dello showdown disobbediente. Infatti il nostro percorso (come San Precario) sta lì a dimostrarlo. 🙂

  • Giorgio Z

    Mi fa piacere che tu non c’entri, ma qualcuno quella sera ci è entrato eccome a spaventare le vacche sacre nel loro recinto democratico!

    E quel qualcuno con quel suo blitz del cazzo ha fatto dei danni enormi.

    Il problema, ripeto, non è quanto bonanni stia sul culo a me e a te e quanto si meriti lo sberleffo (fosse solo quello…).

    Il problema sono le conseguenze POLITICHE e SINDACALI di quel cazzo di fumogeno!

    Non si esce dal discorso che ponevo poco fa: o si vince o si convince.

    Non c’è posto nel mezzo, lo capisci?

    O l’assalto al palazzo d’inverno o l’elezione al palazzo della moneda.

    La semplice disubbidienza genera solo irritazione che chiama repressione.

    Al massimo nel frattempo qualcuno avrà fatto festa e sfogato le sue frustrazioni pubbliche e più spesso private, ma se le ritroverà peggiori di prima una volta passata la sbornia di adrenalina.

    Qui invece mi sa che vi dovete decidere: chiara vuole usare l’ironia, andy mi par di capire preferisca la rivoluzione.

    Ma almeno sta cosa l’avete messa ai voti o no?

    La cgil e il pd assomigliano in buona parte a delle catacombe, ma almeno i segretari li eleggono una volta per tutte.

    Capisco ti faccia schifo parlare con le mummie, ma hai mai provato a parlare con quelli dell’altra parte? No dico, non scherziamo.

    E lascio stare per carità di patria i redivivi degli anni 70. I veri infiltrati del patronato nella classe operaia: sei mai stato a casa loro? Hai presente la coppia di intellettuali borghesi di arancia meccanica? Più o meno…

    Guarda, ci fosse al governo la sinistra e non venisse fatto ancora un cazzo per gli ammortizzatori potrei anche capire che la gente si incazzasse di brutto e gli venisse di fare qualche azione diretta, ma prendersela con la cgil in questa situazione è come sparare sulla croce rossa, suvvia. Ma lo vedi cosa fa marchionne? Ma lo senti che la maggioranza degli italiani è d’accordo con lui e se potesse vorrebbe gli schiavi in fabbrica? Ti rendi conto che se si andasse alle elezioni oggi rischieremmo una nuova maggioranza berlusconi-bossi? E se non loro dovremmo sperare in un montezemolo o magari chissà, persino in un marchionne?

    Questi sono tempi in cui bisogna decidere da che parte stare, mi spiace io la vedo così.

    E se i mediocri che contano non ti-ci ascoltano, non è un problema loro: è un problema mio e nostro, cazzo.

    Perchè io la leggina sugli ammortizzatori per i precari la voglio.

    Chi me la fa?

  • sebastiano

    Cari ho conosciuto solo oggi questo sito complimenti ai gestori. Un piccolo contributo: non siamo nè nel ’77 nè a Genova, ma è sempre bene ricordare che l’italia è stata liberata dal nazi fascismo grazie a fucili e bombe, degli alleati, dei partigiani e pure di tutti quelli che ne erano coinvolti. Il primo esercito ad entrare a Bologna fu quello polacco, come testimonia l’enorme cimitero. La violenza in assoluto è raramente giustificabile, però secondo me il punto è: “chi fa più violenza, chi getta petardo o chi compra la fiducia dando fondi al CEPU togliendoli dalla scuola pubblica, votando leggi ‘futuricide’ per puro interesse personale?”
    best
    S

  • blicero

    Caro Giorgio Z,

    primo con il blitz (e manco con chi lo ha fatto) c’entro una fava. tanto per chiarire, sennò perserveri nell’errore. non mi fa godere, non mi fa disperare. bonanni è un individuo spregevole e non riesco a dolermi che qualcuno lo sbeffeggi. personalmente.

    sul resto: io non mi dimentico quanto vale il loro voto, ma per me non è una questione rilevante. più rilevante quella del bacino di voti/utenza del trota, perché lì sta il fallimento, non mio/nostro, ma di quelli che tu vorresti cooptare nel dibattito (di cui non gliene frega una mazza e una mazza ne capiscono).

    se il tuo mediocramente importante e la gente che conta non capisce non è (solo) un problema mio, ma soprattutto un problema loro. poi si chiedono perché non vincono e non riescono a parlare con le persone che la precarietà e le difficoltà di arrivare a fine mese le vivono sulla propria pelle (lasciandole in balia di destri e populisti).
    il mio problema non è far svegliare la sinistra, il mio problema è organizzare le persone perché cambino la propria vita subito, direttamente, senza attendere qualcuno o il sol dell’avvenire. è proprio diversa la nostra prospettiva. la tua è tutta virata alle istituzioni, la mia/nostra no.

    Io critico la tua, ma la capisco. E se trovo persone oneste (come mi sembri tu) ci discuto e cerco di costruire delle sinergie. Ma più spesso trovo persone che non vogliono capire la mia prospettiva e non cercano la mia onestà per poi interloquire. Si preoccupano solo di come convincermi, come se io non avessi già vagliato la loro posizione e l’avessi scartata. Mi pare come il dibattito di ieri sera ad Anno Zero: gli studenti non sono stati brillantissimi, ma solo Santoro (ed è tutto dire!!!) ha avuto l’ardire di dire ai presenti in studio che dovevano accettare le risposte che arrivavano, non giudicarle, o peggio cercare di confutarle. Perché non erano opinioni, ma dati di fatto sulla prospettiva (che non la puoi cambiare a meno di spostare una persona, e per quello devi pedalare 🙂

    ciao

  • Giorgio Z

    Renato Curcio, Antonio Negri, Sergio Bologna? Che noia. Ce li ho tutti, purtroppo.

    Gente intelligente non c’è che dire, ma che usa male la sua intelligenza. Malissimo.

    Il loro “Impero (di carta)” era roba da collettivo all’università. Al giorno d’oggi in giro per il mondo c’è gente che ne scrive pure meglio di loro (napoleoni, stiglitz)

    Mi spiace, non ci siamo: a portarsi in casa gli autonomi non si va avanti.

    Comunque hai fatto bene a farmi sto nome di fumagalli. Non lo conoscevo.

    Sfide pericolose? Figure di merda?

    Ma non si stava dicendo che l’importante è capire? Vedi che linguaggio del cazzo che finisci per usare?

    Boh, sarà che non ho mai visto una partita di calcio in vita mia…

  • Giorgio Z

    Blicero, e invece no: le incursioni “quasiviolente” alle feste democratiche gli han fatto proprio girare le palle di brutto, te lo posso assicurare.

    E però pensa che nonostante tutti i vostri sforzi per organizzarle molti di quei matusa che incrocio ai circoli del pd ancora manco lo sanno cosa vuol dire precario.

    Nel senso che proprio non sanno il significato della parola.

    Figurati se sanno cosa vuol dire mayday o sanprecario…

    Però il loro voto vale come il tuo, non te lo scordare MAI.

    (E non scordare che vale anche quanto quello degli elettori del trota, il candidato più votato della provincia di brescia, patria per eccellenza dei precari piccolo-medi-desindacalizzati. Scusate, ma questa cosa mi sta qui: non so voi ma io mi sento umiliato ogni giorno a pensare che la mia controparte sia il trota, almeno vorrei avere degli avversari più all’altezza della situazione)

    Guarda, ti racconto un aneddoto che forse ti sarà ghiotto: mi è capitato di passare alla festa democratica proprio il giorno dopo il blitz e sbigottito ho sentito un oratore (diciamo uno mediocramente importante) dire queste parole da un palco con tono da padre del mulino bianco: “E’ ormai chiaro che un obiettivo importante è far capire ai nostri giovani che il posto fisso non esiste più…”.

    E la cosa agghiacciante è che nessuno ha ribattuto niente, nemmeno i pochissimi giovani presenti. La cosa passò liscia liscia come una banalità.

    Ti giuro che dentro di me ribollivo: “Ma come? Coglione! Ma pensi che non lo sappiamo? Testa di cazzo! Ma sarai tu che non lo sai! Parassita!” pensai.

    Però dovetti starmene zitto, perchè ero in minoranza e soprattutto perchè la platea era stata ben preparata dal geniale “blitz della tuta blu” del giorno prima.

    Bel risultato: confliggiamo così che va bene.

    Ma ti rendi conto del disastro politico di quel blitz? Ti rendi conto di quanto lavoro dovrò ora fare io (tanto per dirne uno) per far capire a quella “gente che conta” che essere precari è una condizione drammatica?

    Ti posso assicurare che l’interesse e il senso di colpa per le sorti dei “nipoti” precari era forte nei matusa della sinistra e in qualche misura lo è ancora, ma ti confermo che questi atti gli fa girare parecchio le palle.

    Mi dici che sei padre: ascolti di più tuo figlio quando ti parla o quando fa i capricci?

  • Andy Martesana

    Giorgio, gli ultimi dibattiti li abbiamo fatti con Curcio,Negri, Bologna ecc.non sono proprio degli sfigati, solo stanno un attimino fuori dai tuoi orizzonti. Se ti piace organizzare dibattiti,tra di noi c’è Fumagalli che Ichino ad argomenti lo usa come scendiletto, ma non lanciare sfide pericolose, prima di fare figure di merda. Noi da anni dibattiamo seriamente, stiamo ancora aspettando invece che Rosati dia seguito al suo invito di una manifestazione unica al primo maggio che ci ha fatto 4 anni fa in piena paranoia perchè si è trovato alla mattina con 4 mummie ad incrociare i carri che andavano alla mayday.Lontano dalle barricate c’è anche la crisi della rappresentanza, continua a cospirare contando i voti delle primarie del piddì e vedrai che rivoluzioni.

  • Giorgio Z

    Certo che non sono a libro paga della cgil: primo perchè non me lo posso permettere visto che mi succhierebbero il 5% del mio stipendio e secondo perchè se lo scoprisse l’interinale per cui lavoro probabilmente sarei già fottuto (sono in scadenza e mi sto impegnando per il rinnovo di tutti i colleghi, compreso uno che non fa un cazzo e che vogliono mettere a casa perchè chiede troppi permessi studio).

    Guarda, penso ci si possa girare attorno all’infinito, ma il punto rimane uno ed unico: o si fa la rivoluzione VERA o il dialogo VERO.

    Stare nel mezzo (“la disubbidienza civile” con gli scudi di gommapiuma, tanto per capirci) non serve a niente.

    Ma proprio a niente in senso tecnico.

    E le mie non sono remore etiche, ma prima di tutto politiche.

    Come dicevo poc’anzi: il risultato delle uova marce e dei fumogeni è stata l’alzata di scudi della cgil e del pd. Con chi “confliggiamo” ora? Col 6% di vendola? Col 3% di grillo? Con l’1,2 della federazione della sinistra? O pensi che dall’altra parte troveresti una controparte più accogliente?

    La realtà è che gli ammortizzatori verranno approvati solo quando ci sarà la volontà politica per farlo.

    E la volontà politica bisogna costruirla.

    E’ quello che noi compagni che sbagliamo (a concertare) proviamo a fare.

    O almeno questo è il mio modo di cospirare.

    E’ dura, ma prima o poi ce la si farà: ormai di indeterminati non ne nascono più e fra qualche anno i precari passeranno in maggioranza secondo un semplice avvicendamento demografico.

    Allora gli ammortizzatori saranno inevitabili.

    Ma sarebbe meglio arrivarci un po’ prima…

    Lascia stare lo spalaneve, seriamente: tu ichino lo sapresti affrontare? Conosci qualcuno a sanprecario che saprebbe stare al livello dei suoi argomenti?

    O il tuo è un parlare contro ichino tanto per parlare contro ichino?

    Ti giuro che io del suo contratto unico non ci capisco molto, ma proprio per questo penso che un dibattito serio santo-lancini-camusso-ichino (e pure bonanni e marcegaglia toh) lo troverei interessantissimo.

    O fate le sceneggiate della “tuta blu” perchè avete paura di un dibattito serio? Non me lo far pensare, ti prego.

    E comunque ti giuro che ho conosciuto precari fan di ichino, pensa un po’ quante cose ci sono lontano dalle barricate…

  • frenchi

    caro giorgio, cosa dirti? Giovani non siamo più giovani. Sulla fine della fase romantica hai proprio ragione, sulla cospirazione forse ci sono dei fraintesi (è un modo con cui costruiamo iniziativa sindacale un pò diversa da quella tradizionale, e funziona ancora). Sul confronto non lo si nega a nessuno. Ci siamo incontrati con boeri, pisapia ecc ecc qualche mese fa, ma ci siamo anche confrontati con gli ichiniani ad un dibattito organizzato a cinisello.
    Il rapporto con i sindacati è combattuto, molti di noi sono iscritti alla cgil, qualcuno alla uil, altri al sindacalismo di base. C’è maggiore diffidenza verso i vertici sindacali, non certo verso la base. Ci detestano? Vuol dire che diamo fastidio. Ti abbiamo chiesto di tornare sulle barricate? Ma va là.
    Qual è il punto? Ma, secondo me in un modo o nell’altro l’hai centrato, il 14 al di là di tutto cambia un pò le carte in campo, no? Bene, male, chi può dirlo ora? Dipende anche da noi, credo e spero.
    Vorrà dire che ci incontreremo…

  • blicero

    Un po’ di risposte

    Giorgio Z: io del bastardo non lo do a nessuno, ma erri quando pensi che siano questi ultimi eventi a renderci invisi a sindacati e partitucoli. quelli ci odiano da tempo (la cgil non ha mai potuto prevaricare la mayday, per dire, e questa cosa la fa rodere non poco), per il fatto che siamo la loro cattiva coscienza. la querelle sulla violenza è solo l’occasione per giustificare questo conflitto, ma non ne è l’origine. l’origine sta nelle diverse prospettive e nella capacità di stare dalla parte dei precari. la cgil e i partititucoli di politicanti di sinistra non lo sono. il santo sì. e la mayday lo dimostra (ma non solo, anche le posizioni della sinistra sulla precarietà lo dimostrano). quindi, in questa occasione come altre, è tutto un pretesto per nascondere dietro la discussione sulla violenza l’incapacità di leggere i bisogni delle persone, la loro rabbia, la furia che genera una vita senza prospettive.
    PS: non mi interessano i distinguo, ma un conto è un’azione organizzata e un conto è un’insorgenza spontanea e di massa della rabbia. non faccio della morale un po’ pelosa per un fumogeno, valuto solo se tatticamente è utile o meno. ma di fronte a una dinamica di massa, non mi interessa giudicarla, mi interessa capirla. E’ la grande differenza tra chi nelle strade ci passa del tempo e chi no.

    Armando: che tristezza vedere che hai bisogno anche tu di un eroe piccolo borghese. non è che se uno fa una cosa giusta e coraggiosa, automaticamente ha sempre ragione, o gode del privilegio del reato di lesa maestà. ho difeso saviano nella polemicuccia recente su di lui (insieme a wu ming e altri). oggi non condivido le sue parole e il ruolo che vuole giocare (guarda caso identico al paternalista e sermonico casini ieri ad anno zero). e secondo me è giusto non mandarle a dire e aprire un dibattito. poi ti ripeto: se vuoi parliamo per anni e anni di un motorino bruciato (fosse anche il mio), ma non stiamo parlando di un problema, ma solo di un fottuto epifenomeno.

    Albero: se noi siamo il problema dell’Italia, chi è la soluzione?

  • Andy Martesana

    Caro Giorgio, credo proprio che qualche fumogeno, qualche uovo e qualche insulto i signori confederali in questi anni se lo siano meritato. Inutile stare qui a elencare tutto il cadeau de doleance a partire dall’accordo sul costo del lavoro del luglio 1993, per non spingerci più indietro (non vorrei arrivare al febbraio 1977 quando il compagno Lama è stato cacciato dalla sapienza…), tutte cose che dovresti conoscere benissimo. Forse è la consueta dissonanza cognitiva che fa sì che tanti compagni come te di accettino razionalmente ma rifiutino emotivamente che si possa concepire una azione che va la di là dello schema classico del sindacalismo corporativo, una azione biosindacale (perchè parliamo di precarietà come condizione, non di precari come astratto oggetto di tutele o peggio come comparto sindacale), che non comporta concertazioni, spartizioni, piroette da politicante, che propone uno schema nuovo, cospir-attivo che pare che in questi anni abbia avuto un gran successo (lasciamo pure stare il vecchio discorso della mayday il cui appeal sarebbe rappresentato dal raving e dalle sostanze, e parliamo di quello che ha fatto il Punto san Precario di Milano negli ultimi 6/7 anni, è lì tutto da vedere). Così non si va da nessuna parte, vero! Dove volete andare ricominciando con la tiritera dei compagni che sbagliano? Per caso sei a libro paga della CGIL che ti fai tutti questi problemi nel dire che non sanno neanche da che parte si comincia a parlare di precarietà e che sono solo una palestra per mediocri parlamentari? Probabilmente faccio il tuo stesso mestiere, il travet e anche il padre (con le difficoltà che comporta) con la stessa fatica e gli stessi sacrifici, la differenza con te sta nell’orizzonte, esistenziale il mio e corporativista il tuo. Io vado con altri compagni e fratelli a testa alta a prendermi ciò che mi spetta, questa è la mia fase costituente, senza tavoli, chiacchere, conferenze e riverenze verso intellettuali riformisti buoni per ogni stagione politica.
    Ti rinnovo l’invito ai prossimi stati generali della precarietà, ichino lo mandiamo a spalare la neve.

  • Giorgio Z

    Non lo nego, sono un devoto eretico: ho scordato si santificare l’ultima mayday e non disdegno di bere birra e mangiare salamelle di maiale con gli infedeli del sindacato rosso e della sinistra parlamentare.

    Ma veniamo prima di tutto ai fatti:

    è vero o no che in questi mesi sono successe queste cose?

    – fumogeno a bonanni alla festa democratica di torino,
    – pesanti contestazioni a ichino alla festa democratica di milano,
    – uova marce contro le sedi cisl lombarde,
    – contestazioni a bonanni, ma anche a camusso, angeletti (e marcegaglia) alla presentazione del libro di bonanni a roma.

    Io non so se il “vostro” collettivo (di chi è un collettivo?) ci sia dentro o no, ma quello che so (grazie alle mie frequentazioni infedeli di cui sopra) è che ora i sindacati e i partiti di sinistra vi detestano. Vi detestano “tutti”, che sappiano o no chi siete e cosa fate.

    E ovviamente “voi” detestate “loro”, questo l’hanno capito tutti, non vi preoccupate.

    A me questa sembra una tragedia. Prima di tutto per i precari.

    In pratica da precario mi trovo in questa situazione alquanto scomoda: se parlo di sanprecario alla cgil mi guardano come se avessi pestato una merda, se vengo sul vostro sito a parlare di cgil mi prendo del borghesuccio (di merda, sott’inteso).

    Eh no, così non si va da nessuna parte.

    Forse la troverete una prospettiva poco romantica, ma la fase della cospirazione è compiuta. Onore ai martiri della stilettata ironica, ma ora sarebbe il caso di passare alla fase costituente e cioè a instillare le vostre-nostre rivendicazioni in quella parte del sindacato e della politica disposte ad ascoltarle, d’accordo o non d’accordo.

    Vi sembrerà assurdo, ma io un dibattito fra il santo e ichino me lo gusterei volentieri.

    Chiara, grazie delle precisazioni (davvero). Ma tanto per dirne una: non pensi che la favolosa congiuntura astrale di avere per la prima volta nella storia d’italia due donne ai vertici del maggiore sindacato e della maggiore organizzazione di imprenditori di questo paese potrebbe essere un’ottima scusa per provare a far passare un qualche congedo di maternità per le precarie? Io sì, ci credo.

    Per quelli a cui interessasse: sono figlio di quell’operaio che voleva il figlio dottore per cui sì, borghesuccio e intellettualoide fai-da-te grazie a qualche avanzo di cultura strappato ai padroni nell’università dei baroni.

    Perchè tu andy che fai di mestiere? Spali carbone nelle miniere in cina o vendi il tuo corpo nei bordelli di bankok?

    Mi son preso le mie manganellate in testa e i miei lacrimogeni nei polmoni, poi (come voi) 16 anni di bossi-berlusconi: e ora mi chiedete di ritornare sulle barricate? no grazie devo riordinare il tinello.

    Attualmente provo a evangelizzare i longobardi a nord del po, gente semplice che ha tanto bisogno di una parola di conforto.

    Se volete ditemi pure “bastardo”, non mi offendo. Anzi, gli intrecci mi sembrano molto più interessanti e resistenti delle linee rette e dure.

    Ma quando deciderete di costruire un dialogo con i grandi avrete bisogno di bastardi come me.

    A disposizione

  • da

    caro armando, carissimi tutti,
    in questi commenti ho letto tante cose, belle e brutte (colgo l’ironia dietro il tuo post, armando, ma anche aimé anni passati a ingoiare merda a testa bassa, se no non sentiresti il bisogno di rivomitarla addosso a chi ti parla col cuore per tutelare astratti diritti di chi il cuore te lo ha rubato). non voglio entrare nel merito della tenzone, voglio peró ribadire ció che mi ha causato fastidio piú di ogni altra cosa nella lettera di Saviano: non la scarsa onestá intellettuale, comprensibile per un politico, né l’ingenuitá politica, comprensibile per un intellettuale. É quel “si nasconde chi ha vergogna”. io sono cresciuto in un quartiere popolare, Saviano, non é napoli, é milano, ma il linguaggio dell’arroganza, del sopruso, non cambia poi molto. E quelle parole suonano molto come un “mostrati se hai coraggio, scendi, se sei un uomo (non lo so dire in napoletano, non sono un letterato)”. le ho sentite mille volte, ho imparato a riconoscerle, ho imparato a combatterle. e mille volte sono sceso, a prendermi le botte. come puoi tu, proprio tu, cedere a quell’arroganza? le parole sono importanti, Saviano, non solo per gli scrittori, per i politici, per i giornalisti. anche da ció che esprime una parlata, si puó capire chi si ha di fronte. questo ho imparato, anche dal tuo “gomorra”.

  • san precario

    Che ci piaccia o no, il 14 è successo qualcosa che pone con forza alcune questioni.
    Si può far finta che questo blog sia letto solo fino alla circonvallazione (da dove verranno
    le 100.000 persone della mayday o le migliaia che contattano il punto san precario?), ci si
    può pretestuosamente accusare di aver un atteggiamento barricadero (ma non è assolutamente vero)
    e si può anche sperare che fossero gli infiltrati, oppure illudersi che ci fosse qualche decina
    di superblecbloc, ma le immagini e i fatti parlano diversamente.
    Migliaia di persone si sono scontrati direttamente o indirettamente con le forze dell’ordine per
    diverse ore nel centro di Roma. Le immagini certificano la quantità, i boati, l’assenza di cordoni
    (che fanno tanto anni 70) mentre gli arrestati (45 fermati, di cui 19 rilasciati perchè minorenni
    e gli altri giovani ed incensurati) ci dicono che chi vi ha partecipato non fa parte dei soliti noti
    (centri sociali e ultras). E allora? L’abbiamo già scritto: ciò che è accaduto è geneticamente più
    simile a ciò che succede a Londra, Atene e Parigi. Ciò che è accaduto rientra – ma è questo è opinabile –
    all’interno di un processo di precarizzazione e impoverimento che riguarda l’Europa intera e che coinvolge
    sopratutto le giovani generazioni.
    A noi sinceramente fanno paura coloro che affermano che questi riots (rivolte) diminuiranno gli spazi di
    confronto e di mediazione, senza rendersi conto che essi stessi sono il frutto della fine del confronto e
    di ogni mediazione.
    Gli immigrati sono saliti su torri e gru per farsi sentire e sono stati arrestati ed espulsi.
    Questa è la dialettica democratica, oggi.
    Cosa vi aspettate che accadrà la prossima volta?
    Ve lo diciamo noi: qualunque cosa accada sarà un brutta cosa, ma caschi il mondo, potete giurarci, ci
    sarà sempre qualcuno che avrà il coraggio di affermare che così non si va da nessuna parte.
    Torniamo a San Precario.
    Il nostro modo di agire è evidente. Basta guardare il sito.
    Potremmo dire che investiamo molto sulla comunicazione e sul protagonismo diretto di noi precari, potremmo
    anche dire che ci interessa più confliggere nelle aziende piuttosto che nelle piazze, ma sembrerebbe un distinguo.
    Non ci esaltiamo per le barricate di cui afferriamo i limiti e capiamo le conseguenze: ma ciò che ci ha sempre atterrito
    è il silenzio complice, il disimpegno buonista, il cinismo della rassegnazione (e le chiacchiere da tastiera).
    Abbiamo cercato di capire ciò che è successo per farci un’idea su come agire.
    Ora ciò che bisogna fare è riallacciare le relazioni fra le diverse generazioni precarie (chi averà l’autorevolezza per farlo?);
    in secondo luogo, è necessario affermare un punto di vista, una piattaforma rivendicativa adeguata al “momento precario”, ed infine
    probabilmente bisognerà riprendersi la piazza, in modo creativo…
    Siete tutti invitati agli stati generali della precarietà…

  • Andy Martesana

    Premetto la mia contiguità col collettivo che diede ai natali all’icona del santo precario ed anche io voglio dire due cose a titolo personale.
    La Chiara, molto semplicemente vi ha spiegato tutto quello che c’era da spiegare perché si capisse la nostra visione del mondo. Qui c’è qualcuno che invece avrebbe la pretesa di “conquistare il cuore e le menti delle migliaia di persone precarie che non si riconoscono in questa classe dirigente”, ma che non ci dice cosa intende per cuore, cosa intende per mente ma soprattutto come pensa di conquistare cuori e menti altrui. C’è qualche psicoanalista “fai da te” che di fronte ad esplosioni di rabbia sociale si perde ad interpretare vissuti dei precari cercando elettori del trota da convertire. La sensazione è che se questi borghesucci si guardassero allo specchio scoprirebbero che le prime risposte che si devono sono quelle su cosa vogliono fare loro da grandi, se fare gli opinionisti sapientoni o provare a fare i rivoluzionari, provando a mettersi in gioco di persona, o aspettando che il saviano di turno faccia “qualcosa di buono per tutti noi”. Provate a conquistare le vostre di menti e di cuori. Credo che meritiate pietà solo perché figli della seconda repubblica, della generazione di chi preferisce sentirsi gente o popolo (o pubblico) e che ha rinunciato agli status di classe sociale ponendo al proprio orizzonte politico il legalismo e la subalternità garantite dai patrigni togati e in divisa. Lo status di precari non è l’abilitazione al televoto, e quindi “tutti in fregola per le barricate”, certo, sì, ed anche fieramente!

  • Armando

    Mi sono fatto i miei bravi 5 anni da precario ma non concedo a nessuno il diritto di sfasciarmi la macchina perché non trova ascolto ai suoi problemi, o perché ritiene le persone “più importanti delle cose” (degli altri, ovviamente). Però, eccezionalmente mi adeguo alle interessanti teorie di Chiara e quindi la prossima volta che mi girano vengo a incendiarle il motorino…

  • Chiara

    Per i delusi di San Precario: faccio parte del collettivo che ha dato orgine all’icona del santo, fin dall’inzio e mi sento di poter dire due cose, così a titolo squisitamente personale.

    Tanto per inziare: qui non ci sono “figli di” e la precarietà sappiamo bene cosa sia.

    Per chi ci ha seguito fin dagli esordi (Mayday e poi Euromayday,San Precario,Serpica Naro, Stati Generali della Precarietà) sa che il nostro collettivo ha da sempre interpetato il conflitto con le armi dell’ironia, dell’intelligenza, del sarcasmo, dell’analisi e della creatività per aprire spiragli di riscossa per la generazione precaria di cui noi tutti facciamo parte.

    Queste sono state le nostre armi. Ma questo non vuol dire non riuscire a comprendere che la rabbia di fronte allo schifo di un bene pubblico calpestato da tutte le parti politiche, nessuna esclusa, possa espirmersi con altri mezzi, in alcuni momenti.

    Non significa doversene stare zitti di fronte a scritti, seppure di valenti scrittori che per altro apprezziamo (per altro appunto), che incitano all’isolamento di alcuni manifestanti e alla loro conseguente criminalizzazione.

    Chi è il criminale?

    Chi si vende per un voto in parlamento o un ragazzo che protesta per il futuro che non ha, sotto le manganellate dei poliziotti? Io personalmente di dubbi non ne ho. voi?

    Sono d’accordo che ci sono altri modi di esprimere la nostra protesta e la nostra energia: li abbiamo sempre usati e continueremo ad usarli. Li hanno usati anche questi ragazzi in questi ultimi mesi di poteste. Ma non per questo mi metterò mai nei panni di chi crede di aver capito sempre tutto e quindi non sa più neanche ascoltare la rabbia, l’esasperazione o semplicemente la voce degli altri.

    In questi giorni ho sentito un’intervento di non so chi a radiopopolare che diceva una cosa del genere: il punto non è reprimere la violenza, isolarla…il punto è comprenderla e casomai imparare a gestirla. Aggiungo io: convertirla in energia, forse.

    Il fine non può essere la vetrina rotta, la macchina incendiata. Anche se in linea di principio teniamo più alle persone che non alle cose. Non siamo all’elogio della barricata così tanto per “sfogarsi un po'”… Siamo d’accordo.

    ma non ho io la risposta e forse non ce l’ha nessuno.

    Noi anni fa abbiamo però intrapreso una strada: quella dell’azione diretta, tolta ai teatrini – grandi e piccoli – delle appartenenze politiche di qualsiasi risma e specie, riuscendo così a parlare con chiunque: dal tesserato cgil al super anarchico, allo scettico o alla persona “laqualunque” che mai in vita sua avrebbe pensato di poter fare dell’attivismo politico, e poi con noi si è trovato a farlo.

    Di questo sono orgogliosa, nel mio piccolo.

    E sono orgogliosa anche di questa piccola risposta del nostro collettivo alla presunzione, di chiunque sia, di una parte politica o dell’altra, di avere sempre in tasca tutte le risposte; di sbatterle così in prima pagina senza neanche pensare alla conseguenza che potrebbero avere.

    Il re è nudo. Non smetteremo mai di dirlo.

    Chiara

  • Armando

    Ho trovato amaramente prevedibile questa risposta a Saviano.
    Passano i decenni, ma le parole sono sempre le stesse: la grottesca pretesa di rappresentare migliaia di persone, quella altrettanto assurda di ritenersi in diritto di danneggiare le cose degli altri, di violare il diritto alla loro tranquillità, la sindrome del complotto per cui anche uno come Saviano è funzionale al potere. Di nuovo c’è solo l’acrimonia verso una persona onesta e – lei sì – coraggiosa, che ha rinunciato a una vita normale per fare qualcosa di buono per tutti noi. E senza tirare un solo sampietrino.

  • Giorgio Z

    Tutti in fregola per le barricate quindi?

    Una domanda: secondo voi dopo gli scontri dei precari de roma “figli di”, i precari leghisti e forzanovisti, saranno più o meno inclini a intrupparsi con san precario?

    Una sola magra consolazione, fortunatamente oltre la circonvallazione questi articoli e questi forum li leggono in pochi…

    Sono precario anche io e a mio modo stimo “il santo”, però qui servono nervi saldi e soprattutto cervello.

    L’obiettivo rimane conquistare il cuore e le menti delle migliaia di persone precarie che non si riconoscono in questa classe dirigente, non conquistare la pistola di un finanziere di mezz’età.

    Isoliamo il provocatore che è in noi.

    Convertiamo il precario che alberga in ogni elettore del trota.

  • Alberto

    Caro Saviano…. hai tutta la mia stima. Qualche volta sbagli anche tu, nessuno è perfetto, come hai sbagliato alcune cose della bellissima trasmissione VIENIVIACONME. Ma nell’articolo citato in questo blog, scrivi cose che condivido a pieno. Non condivido per niente la risposta che leggo qui. E’ la prima volta che visito questo blog e come inizio mi deludete. Credevo di trovare parole di condivisione di altri precari come me, parole a favore di altri lavoratori come le forze dell’ordine o i commercianti a cui hanno devastato i negozi, e soprattutto condanne delle violenze di Roma. Posso anche approvare la protesta e mi dispiace che quasi nessun media parli delle vostre e nostre ragioni. Ma questo non è il modo.
    Non mi dilungo ulteriormente, perchè la vostra risposta mi fa rabbrividire. E’ incommentabile! B. non è il principale problema dell’Italia e il post è un ulteriore conferma.

  • Marco Barone

    Ciao ti segnalo mia risposta pubblica data a saviano. Grazie m.

    http://baronemarco.blogspot.com/2010/12/risposta-alla-lettera-aperta-di-roberto.html

  • Tweets that mention Caro Saviano (senza rancore) « Precaria -- Topsy.com

    […] This post was mentioned on Twitter by skiodina and Infoaut, Vittorio Faraoni. Vittorio Faraoni said: Caro Saviano… http://bit.ly/i3KCjv #saviano […]

  • Andy Martesana

    Grande Blicero.In particolare, il bliceriano “moralismo peloso e lo stesso desiderio di non guardare in faccia la realtà della rabbia” sono,per citare Scalzone,espressione della “dissenteria intellettuale” rappresentata dalla eterna teoria del complotto da cui è ossessionata questa sinistra “al caviale”.
    Questa gente che crede che il dissenso sociale debba essere sempre letto con la lente di ingrandimento dell’ordine pubblico, come radiopop per spuntare qualche abbonamento in più fra qualche ex base DC, o come saviano per vendere qualche copia del suo ultimo saggio, è in assoluta malafede ed è la claque di gentaglia come il PD.
    evviva il sano e onesto sanpietrino

  • blicero

    Macco di fave anonimo =D

    Io mi riferivo certamente alla lettura del potere e di chi “fa politica” (era inteso in senso sarcastico come coloro che cercano sempre di manipolare “le strade”).
    Su cosa si percepisce nel movimento io non mi oso pronunciare, perché non mi piace fare (almeno in questo caso) il vecchio trombone 🙂

  • anonymous

    dopo genova ci so toccati 10 anni di tristezza…
    un nostro fratello e’ rimasto li…..
    a differenza dei fratelli greci
    con Alexis Grigoropoulos…..
    con il buonismo mi ci soffio il naso la mattina quando mi sveglio….
    s. pietrino santo subito!!!!!!

  • il partito dell'amore

    Forse non hai capito tu. E comunque mi piace il macco di fave grazie.
    La lettura dei fatti di Roma è completamente diversa da quella dei fatti di Genova.
    Dopo Roma c’è un sentimento diffuso e comune di rabbia e di voglia di continuare.
    Dopo Genova, divisioni, reflusso scazzi etc.
    Se parli della lettura del potere è ovvio che vada sempre nella stessa direzione, ma a livello di moviemnti si percepisce una certa compatezza. No? Sbaglio? dopo scontri cosi forti il movimento si è diviso. oggi no.

  • blicero

    Caro anonimo,
    non hai capito una fava.

    Io non ho detto che Roma è stato come Genova. Ho detto che gli errori nella lettura di quello che è successo a Roma sono gli stessi di quelli dopo Genova. Lo stesso moralismo peloso e lo stesso desiderio di non guardare in faccia la realtà della rabbia.

  • il partito dell'amore

    No blic,
    Mi spiace il paragone con Genova è sbagliato. E lo conferma anche Tano. Ma chè Genova, ma chè 77, ma chè 68, queste vampate ricordano il 1848.
    Era il diverso il contesto storico e sociale tra Genova 2001 e Roma 2010.
    Basterebbe pensare alla crisi economica.
    E sono state diverse le dinamiche di piazza. tanto chè dopo genova il movimento era diviso e a pezzi. Qui invece le cose vanno diversamente. A Genova alcune forme di violenza furono imposte venerdì mattina in forma antagonista rispetto alla corteo di massa che si muoveva dal Carlini.
    Se c’è un corteo il pomeriggio, non faccio gli scontri al mattino nella stessa zona.
    Se no apro le porte alla repressione totale. Il punto è questo se c’è un sentimento diffuso di azione si fa l’azione. se non si è solo una fottuta avanguardia, che ricorda gli incubi del peggiore avanguardismo.
    La violenza si presenta in tante forme e in tanti contesti. Si tratta di tattica, di capire quando può avere un senso esprimerla e quando diventa solo un trappolone.
    Sulla pochezza della analisi di Saviano sono pienamente d’accordo. Sembra che essere isolato e sotto scorta gli abbia fatto perdere un po’ di contattto con quella realtà con cui vuole parlare.

  • blicero

    L’ERRORE DI GENOVA

    Ho trovato un interessante commento a questo articolo 🙂

    No, non strabuzzate gli occhi. E non fregatevi le mani pensando che io ora mi rimangi tutto.

    L’errore di Genova non è stato spaccare tutto. No. Quello è stato il merito. L’errore di Genova è stato il prevalere del bigottismo politico, del moralismo da due soldi, dello sguardo terrorizzato di chi “fa politica” di fronte a qualcosa che non può controllare, e che non vuole interpretare.

    Oggi, nei giorni che seguono agli scontri di Roma durante il miserevole voto di fiducia al farsesco regno Berlusconi, si assiste alla resa pubblica di tutto l’arsenale di chi non vuol guardare in faccia la realtà. E la tragedia è che non assistiamo solo a chi per necessità formale prende distanza dalla cosiddetta violenza, ma anche a chi con drammatica sincerità prende in mano il gesso e il cancellino per insegnare alle persone cosa si fa e cosa non si fa, con la presunzione di avere in mano tutte le chiavi per rivoluzionare il presente, il passato e il futuro.

    Alle volte bisognerebbe banalmente prendere atto della realtà, come non è stato fatto a Genova e dopo Genova, rendendo il 2001 un altro grande rimosso della storia italiana (tanto quanto la Resistenza o il Terrorismo degli Anni di Piombo e non solo). Martedì in piazza c’erano migliaia di persone che hanno accolto con un boato una camionetta in fiamme, migliaia di persone esasperate da una vita e da una prospettiva di precarietà, di incertezza, di soprusi da cui non sembra essere possibilità di difesa e di emancipazione. C’erano migliaia di persone incazzate come delle iene, senza alcuna fiducia nella classe dirigente di questo paese e negli uomini e nelle donne che rappresentano ed esercitano il potere (dei soldi) nelle nostre città e sul nostro futuro.

    Liquidare queste migliaia di persone come provocatori, come imbecilli trascinati da quattro scalmanati, come eterodiretta massa (traduzione: come massa diretta da qualcun altro e quindi non funzionale allo scopo di chi sta facendo il sermone) è semplicemente grottesco. E dipinge perfettamente i limiti di interpretazione della realtà di chi “fa politica” oggi. E l’errore che si commette è lo stesso di 10 anni fa. Lo stesso che ha portato la potenza incredibile di centinaia di migliaia di persone che scendevano in strada a trasformarsi in un lumicino di candela al tavolo di chi decide, spettatori del potere esercitato e manipolato da altri. Da che mondo e mondo, chi comanda non accetterrà di deporre la propria sovranità se non vi sarà obbligato. E non serve certo Marx per scoprirlo. Basta avere un po’ di cervello.

    Sotto riporto l’articolo “di pasoliniana” memoria che un precario devoto di San Precario ha scritto in risposta al moralizzatore della nostra generazione, Roberto Saviano. Forse l’autore di Gomorra potrebbe limitarsi a parlare di realtà che gli sono più congeniali, che non a salire sul pulpito dei tuttologhi di professione della politica.

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