«Siamo le sfruttate della domenica»

Da: "La stampa",
martedì 12 dicembre 2006

 

Domenica maledetta
domenica. Per i dipendenti del commercio, inchiodati dietro i banchi
o alle casse, il periodo natalizio è un delirio. La segretaria
della Filcams Cgil, Elena Ferro, che conosce i tanti problemi di una
categoria molto debole sul mercato del lavoro, polemizza: «Da
alcuni anni la tendenza è a tenere aperto il più
possibile. Passi il periodo natalizio, ma la legge Bersani ha
praticamente reso libere le aperture domenicali. Basti pensare che a
Piossasco, che si autodefinisce comune turistico, si può
aprire ogni domenica mentre a Torino sono concordate 14 aperture».
E aggiunge: «Per quale ragione la domenica non si può
andare alla posta e in banca, sono chiuse le sale operatorie e le
piscine, ma di deve poter comprare la toma o le calze?». Poi
racconta dei mille contratti della categoria: «Nella grande
distribuzione sopravvivono pochi contratti classici: 40 ore dal
lunedì al sabato, la domenica se si lavora si prende il doppio
o quanto contrattato negli integrativi. Ormai nei nuovi contratti è
previsto che si lavori da lunedì a domenica con un riposo
durante la settimana e la domenica pagata come ogni altro giorno. E
crescono i part time da 16, massimo 20 ore sparpagliate nel corso
della giornata a seconda delle esigenze. Le aziende preferiscono i
part time perchè un orario di 8 ore non può diminuire,
ma uno di 4 può aumentare a seconda delle esigenze; e costa
meno». Ferro dice che la situazione dovrà  essere
discussa nel rinnovo del contratto del commercio: «C’è
chi lavora un giorno due, un giorno quattro, un giorno 6 ore. Alcuni
cominciano alle 5 del mattino, alzandosi alle 4, per riempire gli
scaffali; finiscono alle 9 o alle 10. E ci sono quelli che invece
lavorano dalle 20 alle 22 o dalle 19 alle 22. Tutto questo per 400
euro medi al mese». Adesso il Natale con il suo shopping
compulsivo aumenta lo stress dei lavoratori: «I grandi
magazzini non si fermano mai e sono aperti anche il 24 e il 31. Poi
ci sarà  l’inventario, poi i saldi. Si faranno straordinari,
ma in molte aziende non verranno pagati, ma fatti recuperare qualdo
le vendite calano»

 

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GIORNALISTI: DAMIANO, PROBLEMA CONTRATTO àˆ URGENTE

«Il problema del contratto dei giornalisti è di una qualche urgenza, perchè è scaduto ormai da troppo tempo». Lo ha detto il ministro del Lavoro Cesare Damiano, parlando con i cronisti a margine della consegna del premio ‘Il lavoro uccidè, organizzato dalla regione Toscana, a Firenze. A proposito dell’incontro tra le parti fissato per domani, il ministro ha sottolineato che si tratta «dell’ennesimo tentativo che il governo compie per fare in modo che si affronti il tema del rinnovo del contratto dei giornalisti». «Noi ci auguriamo che le parti siedano al tavolo e che accettino questa discussione -è l’auspicio del ministro del Lavoro-. C’è stata fin qui una disponibilità  del sindacato dei giornalisti ad affrontare questi temi. Non abbiamo rilevato l’eguale disponibilità  degli editori». Comunque, «è importante che le parti abbiano dichiarato che gli argomenti sicuramente difficili, che possono costituire il nodo di un contratto -ha concluso Damiano- sono argomenti che vanno affrontati senza pregiudiziali. Questo vuol dire affrontare i problemi per quello che sono»
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GIORNALISTI: CATEGORIA A RISCHIO MOBBING 4 VOLTE PIà™ DELLE ALTRE

(Adnkronos) – Giornalisti sempre più sull’orlo di una crisi di nervi. Mentre continua il braccio di ferro con gli editori sul contratto nazionale, risulta infatti alto nella categoria il rischio di sindromi ansiose depressive o di cadere preda del cosiddetto «trauma da mobbing», che colpisce i giornalisti addirittura quattro volte più della media nazionale. La presenza complessiva del fenomeno nelle redazioni è infatti pari al 16% rispetto al 4% d’incidenza della media nazionale.

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GIORNALISTI: ASR, RISCHIO MOBBING +4 VOLTE MEDIA NAZIONALE IL 16% àˆ MOBBIZZATO, IL 53% SOFFRE D’ANS

(ANSA) – ROMA, 21 NOV – Mentre continua il braccio di ferro con gli editori per il rinnovo del contratto di lavoro, nelle redazioni aumentano le sindromi ansiose e depressive legate all’attività  professionale e al ‘trauma da mobbing’. Un rischio che tra i giornalisti risulta quattro volte superiore alla media nazionale.

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