Il primo maggio della CGIL: non è un paese per vecchi

liscioSempre al passo con i tempi, i sindacati confederali milanesi. Con uno sguardo di prospettiva, e un occhio attento ai temi della precarietà, alle nuove generazioni che si districano fra contatti co.co.pro., call center e part-time hanno organizzato un primo maggio coi fiocchi.

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EuroMayDay008: il primo maggio precario che travolge i confini del futuro!

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Ci rivolgiamo a tutti e a tutte; uomini e donne, precari e precarie,
native e migranti, lavoratrici e lavoratori dei call center, degli
aeroporti, dello spettacolo e della moda, dell’informazione e della
formazione, delle ricerca, delle cooperative sociali, della distribuzione.

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Off – Quotidiano di spettacolo e lo spettacolo degli stipendi

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Lo sappiamo, fa
molto retrò pretendere uno stipendio per il proprio lavoro, soprattutto
se cognitivo, ma che ci volete fare? Siamo un po’ tradizionalisti, su
queste cose.

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Le femministe denunciano per stalking CGIL CISL e UIL

thanx to rose and olive
Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma per l’8 marzo. Stanno “dalla parte delle donne, in occasione del centenario della ricorrenza” e vogliono dimostrarlo, predisponendo una bella parata. Quattrocento donne riunite a Roma il 23 e 24 febbraio scorso per una "due giorni" di riflessione su temi diversi, avevano approvato un documento finale che, sulla questione specifica dell’improvvisa vocazione femminista confederale, si esprimeva più o meno così "giù le mani dalla mobilia", vale a dire basta con i tentativi di partiti e istituzioni di mettere il cappello su date e azioni di movimento. 
In tutte le città d’Italia, collettivi di donne e lesbiche hanno organizzato autonome iniziative sui territori.

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Tutti contro il precariato

La lingua è spesso specchio della verità. Senza accorgersene, l’uso improprio del vocabolario tradisce il vero pensiero. Così avviene sempre più spesso che politici e giornalisti parlino di lotta contro il precariato pensando di lottare contro la precarietà. Immaginatevi, nel secolo scorso discorsi e prese di posizioni contro il “proletariato”. Come minimo, ciò significava stare dalla parte dei padroni.

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