Lavoro sporco per pulitori precari

AnteprimaMentre le società che gestiscono gli scali milanesi, SEA spa e SEA handling spa, firmavano un infamante accordo con alcune sigle sindacali, i pulitori precari degli aeroporti hanno fatto diverse apparizioni con volantinaggi all’interno dell’aeroporto di Linate. L’accordo firmato non contempla tutta la filiera produttiva, ovvero le circa 1.400 società fornitrici che lavorano nel sistema aeroportuale, impiegando più o meno 10.000 lavoratori e lavoratrici.
 

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Le industrie cinesi in fuga dalla Cina

GUANDONG – Mentre gli industriali chiedono la possibilità di precarizzare anche in Cina, dove i contratti a tempo determinato diventano obbligatoriamente inderminati dopo pochi mesi, i risultati della nuova legge sul lavoro, sotto il profilo delle lotte sociali, cominciano a dare i propri frutti.

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I cospiratori aeroportuali in azione

Si intensifica l’azione promossa dal nucleo pulitori dell’Intelligence Precaria. Venerdì scorso, per la seconda volta in poche settimane, sono stati presi di mira i luoghi di transito dei lavoratori precari dell’aeroporto di Linate.

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Le femministe denunciano per stalking CGIL CISL e UIL

thanx to rose and olive
Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma per l’8 marzo. Stanno “dalla parte delle donne, in occasione del centenario della ricorrenza” e vogliono dimostrarlo, predisponendo una bella parata. Quattrocento donne riunite a Roma il 23 e 24 febbraio scorso per una "due giorni" di riflessione su temi diversi, avevano approvato un documento finale che, sulla questione specifica dell’improvvisa vocazione femminista confederale, si esprimeva più o meno così "giù le mani dalla mobilia", vale a dire basta con i tentativi di partiti e istituzioni di mettere il cappello su date e azioni di movimento. 
In tutte le città d’Italia, collettivi di donne e lesbiche hanno organizzato autonome iniziative sui territori.

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Un’occasione che non possiamo perdere

migranti_card_1may08.jpgIl primo maggio dello scorso anno, il gigante addormentato ha alzato la
testa: un milione di lavoratori e lavoratrici migranti hanno riempito
le strade di Washington.
Il primo maggio di quest’anno i migranti saranno nuovamente in piazza
negli Stati uniti per reclamare la fine della condizione di illegalità,
della costante minaccia di espulsione, dell’invisibilità che rendono le
loro vite ancora più precarie.

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