Giornalisti: il contratto c’è. Aiuto!



Non c’è una lira, non c’è un diritto. Non l’aggiunta di una
postilla, di un’appendice, di una nota. I giornalisti e le giornaliste precari
e precarie sono stati rimossi, dimenticati. Nel nuovo contratto di lavoro, appena
firmato, per loro non c’è spazio.

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Da che parte stare

La crisi colpisce duro, la crisi
colpisce tutti: donne e uomini, italiani e migranti. Eppure, per
rispondere alla crisi, il governo produce e sancisce differenze. È
razzismo istituzionale: la legge Bossi-Fini e il "pacchetto
sicurezza" inseguono il sogno di una forza lavoro usa e getta,
vogliono ridurre i migranti e le migranti alla perenne espellibilità.
Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa integrazione, sospesi
dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di vita frantumarsi di
fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari con contratti a
termine e senza garanzie sono messi alla porta per primi. Tra i
lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il
permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una
minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre
presente. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

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Associazione Sindacale BioS

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associazione sindacale BioS: emanazione precaria

Bios è un sindacato, agile e bastardo, di nuova generazione, geneticamente
incazzato, nato per muoversi nelle terre ostili della precarietà, dotato dei
mezzi e delle capacità per re/agire adeguatamente ai ricatti dell imprese.

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L’era glaciale – EuroMayDay Milano 09 prima chiamata

L’era glaciale

Si fa un gran parlare della crisi e questo ci pare ovvio. Un po’ meno scontati sono i temi e le argomentazioni che emergono da questo vociare scomposto.
C’e’ chi invoca Dio e chi chiede soldi veri. C’e’ chi canta la fine del capitalismo, c’e’ chi domanda l’allargamento degli ammortizzatori e chi dice che non serve niente di più di quello che gia’ c’e’, visto che lo stato sociale italiano e’ una macchina che si avvicina alla perfezione.

Ci pare che il dibattito si sviluppi su canovacci volutamente goliardici e un po’ assurdi, pur di non toccare le note dolenti, dietro le quali si nascondono temi salienti (rimanendo ancorati, per ora, alle tematiche nazionali).

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I dolori del junior web editor

Una laurea e vari corsi di aggiornamento. Un lungo apprendistato precario nell’editoria. Poi, dopo anni, un’assunzione, altrettanto precaria ma pagata cara e salata, con riduzione di tempo libero e di autonomia. Il nostro quarto intervistato analizza con estrema lucidità il suo lavoro, apparentemente "creativo", viceversa soggetto a una rigida prescrittività.

 

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